
Sentirsi mamme, per davvero
— pensieri di una neomamma raccolti e scritti da Lino Grossano
Quando sono nata ho urlato con tutto il fiato che avevo in corpo. Non posso ricordarlo, ovviamente, me l'hanno raccontato. Mi hanno raccontato anche che la prima domanda di mia madre all'ostetrica è stata "Sta piangendo? Sta piangendo?". Ci sono rimasta, quando l'ho saputo. Ma come, mi dicevo, non chiede se sto bene? Era talmente normale e naturale, per me, che mia madre fosse sorda, talmente è sempre stato così non c'è niente di sbagliato, che non avevo capito subito il perché della sua domanda.
Ora anche io sono mamma da poco. E non avevo fatto caso a niente, mi stavo godendo quella nuova vita che portavo in grembo, in attesa di diventare mamma sul serio. Che poi me lo dicono tutte, la gravidanza è un passeggiata rispetto a quando il bimbo lo hai in braccio, con tutto il carico di emozioni, preoccupazioni e fatiche che comporta. Ero lì che spingevo, durante il travaglio, che ascoltavo i consigli della mia ostetrica, che ignoravo volutamente le tenere ma inadeguate parole di mio marito, che aspettavo con ansia l'irrompere del pianto del mio bambino. E' stato proprio in quel momento lì, la testa ormai era uscita e mancava poco, potevo tirare un attimo il fiato prima delle spinte finali, prima che la mia vita cambiasse per sempre, è stato in quell'attimo che mi è tornata in mente l'immagine di me che nascevo, che urlavo a perdifiato, e proprio durante quell'ultima spinta me lo sono finalmente chiesto: ma come ha fatto mia madre? Come ha vissuto la mia nascita, ovattata nel suo silenzio? Come ha fatto a sopportare l'angoscia di non sapere tutto, di non sentire niente, di vedere l'ostetrica accanto a sé senza per forza capire i suoi suggerimenti, come ha fatto durante la gravidanza a parlare serenamente coi medici, coi ginecologi? Come ha fatto a sapere se stava andando tutto bene, dato che non c'era ancora internet a cui chiedere? Con chi ha fugato i dubbi e le paure che vive ogni mamma? Da chi riceveva consigli se non poteva seguire il corso pre-parto, e come faceva a sapere che era davvero il momento di andare in ospedale a partorire?
E' stato un flusso di consapevolezza che mi ha inondato di colpo: quell'ultima spinta ha fatto nascere mio figlio, e ha fatto nascere me come madre. Mi hanno messo il piccolino in braccio, avevo la vista annebbiata dalla fatica e dalle lacrime. La prima cosa che ho voluto chiedere è stata: "Sta piangendo?". L'ostetrica ha fatto una faccia strana, lei non poteva capire, ma mio marito sì. Il mio piccolino capirà, quando sarà il momento.
Un video per mamme sorde, per abbattere le 'barriere' del percorso parto
Il Policlinico di Milano insieme all'Agenzia per la tutela della salute di Milano e all'Ente Nazionale Sordi (Ens) di Milano ha realizzato un video speciale, per aiutare le donne sorde a infrangere le difficoltà del diventare mamme nonostante la disabilità uditiva. Il video spiega con parole semplici, ma nel dettaglio, quando è il momento di andare in ospedale a partorire, e dà le informazioni base per capire se la gravidanza sta proseguendo nel modo giusto, per riconoscere i primi segnali di eventuali problemi, e per interpretare quelle sensazioni che dicono che il bimbo sta per nascere. Il video spiega tutto in pochi minuti e lo fa sia con la lingua dei segni, sia con delle chiare infografiche, sia con dei sottotitoli. Può essere visto su internet o su smartphone ed essere condiviso liberamente; i suoi sottotitoli possono essere tradotti in automatico in 190 lingue diverse, rendendolo così prezioso anche per le tante famiglie di lingua straniera che fanno nascere i loro figli in Italia.