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05/06 2025
Attualità Salute Oncologia

Al Policlinico di Milano intervento di ablazione con microonde guidato da risonanza magnetica per il trattamento del tumore al fegato

— di Redazione

Svolta nel trattamento loco-regionale dei tumori. Eseguito con successo il primo trattamento in Italia di termoablazione epatica con microonde guidato dalla risonanza magnetica (RM) ad alto campo. Un importante passo avanti nel trattamento loco-regionale dei tumori è stato compiuto al Policlinico di Milano dal team della Radiologia, diretto dal Professor Gianpaolo Carrafiello.

Si tratta di una procedura mini-invasiva che permette di distruggere con estrema precisione una lesione tumorale, sfruttando il calore generato da microonde, e tutto ciò senza dover ricorrere a un intervento chirurgico tradizionale. La vera rivoluzione, però, sta nell’utilizzo della risonanza magnetica come guida operativa.

Quando la risonanza fa la differenza

Nel caso clinico trattato, la piccola lesione epatica risultava visibile solo con la risonanza magnetica, mentre era invisibile alle altre tecniche diagnostiche come ecografia, tomografia computerizzata (TC) e cone-beam CT (CBCT). Questo ha reso necessaria l’adozione di un approccio del tutto nuovo, finora mai utilizzato in Italia.

«Abbiamo trasformato una tecnologia normalmente dedicata alla diagnostica in uno strumento operativo ad alta precisione. Questo tipo di approccio apre a scenari completamente nuovi per la radiologia interventistica, soprattutto nel trattamento dei tumori difficilmente visualizzabili con le metodiche di imaging utilizzate di norma nella pratica clinica.» spiega Carolina Lanza, radiologa interventista dell'Ospedale.

«La risonanza magnetica ci ha permesso di visualizzare con chiarezza la lesione e di guidare l’ago con precisione millimetrica. È un ambiente più complesso rispetto alla TC, ma ci offre un livello di dettaglio impareggiabile.» aggiunge Alessio Angileri, radiologo interventista dell'Ospedale.

Un lavoro d’équipe che guarda al futuro

Si tratta di un approccio pionieristico a livello nazionale, in quanto è stata utilizzata un’apparecchiatura di risonanza magnetica che è presente in molti ospedali ma che viene prevalentemente o quasi esclusivamente utilizzata per l’esecuzione di esami diagnostici. Il successo dell’intervento è stato possibile grazie alla sinergia tra diverse figure professionali, tutte altamente specializzate. Un lavoro multidisciplinare che ha coinvolto l’equipe di radiologi interventisti, epatologi, anestesisti e tecnici di radiologia, infermieri, ognuno con un ruolo determinante.

«Ogni caso come questo va pianificato nei minimi dettagli. La collaborazione continua tra noi radiologi, gli anestesisti e i clinici ci ha permesso di offrire al paziente la soluzione più efficace, personalizzata e sicura.» commenta Pierpaolo Biondetti, radiologo interventista dell'Ospedale.

Una strada aperta per il futuro

Il Policlinico di Milano si conferma così un centro di riferimento per l’innovazione in sanità, capace di coniugare tecnologia avanzata, cura del paziente e ricerca applicata, portando la medicina verso un futuro sempre più personalizzato e mini-invasivo.

«Quello che abbiamo fatto non è solo un intervento riuscito, è la dimostrazione che è necessario avere a disposizione apparecchiature sempre più performanti, che ci porteranno ad estendere questo approccio anche ad altri tipi di lesioni e patologie.» conclude Gianpaolo Carrafiello, che è anche professore ordinario e direttore della Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica dell'Università degli Studi di Milano.

 

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