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23/04 2025
Salute Chirurgia

Cataratta e patologie della retina: “l’occhio clinico” del microscopio chirurgico per interventi oftalmici più precisi e sicuri

— di Rosy Matrangolo

Una nuova tecnologia a disposizione degli specialisti del Policlinico di Milano permette di operare con metodica 3D agevolando il lavoro di équipe e migliorando il follow up del paziente.

Quando una volta si diceva di avere “l’occhio clinico” ci si riferiva, ovviamente, all'esperienza e alla competenza del medico che facevano di lui un riferimento nel trattamento di una tale patologia. La tecnologia e i suoi avanzamenti ci permettono da tempo, invece, di dare nuova accezione e l'innovazione è, appunto, uno sguardo elettronico sempre più minuzioso che aiuta il professionista nello svolgimento del proprio lavoro.

Il microscopio chirurgico è infatti un vero e proprio zoom su quanto avviene nell’occhio del paziente in sala operatoria: si tratta di una strumentazione disponibile solo in alcuni ospedali in Italia e permette di restituire in tempo reale immagini in 3D su un ampio schermo e ad altissima risoluzione. Come funziona e quali sono i vantaggi del suo utilizzo durante un intervento per professionisti e pazienti ce lo spiega Tommaso Nuzzo, oculista del Policlinico di Milano, diretta dal prof. Francesco Viola.

Qual è il contributo di un microscopio chirurgico in sala operatoria?

Sia quando si tratta di interventi comuni come cataratta o patologie della retina, sia se si affrontano operazioni meno diffuse e anche in caso di trapianto della cornea, il microscopio chirurgico fornisce un valido supporto in quanto permette di avvalersi della metodica 3D.

I professionisti indossano speciali occhiali con cui osservano le immagini proiettate dal microscopio su un grande monitor presente in sala operatoria: la proiezione tridimensionale ha il vantaggio di dare informazioni importanti al chirurgo nel momento in cui va ad intervenire su dettagli anatomici anche molto piccoli dell’occhio. L’intervento è così più sicuro, più preciso e, dunque, anche più veloce.

Per il trattamento di quali patologie si utilizza il microscopio chirurgico in Oculistica?

La rimozione della cataratta è un intervento di routine, in Policlinico di Milano se ne eseguono circa 2.800 ogni anno. Questa strumentazione è adoperata anche per interventi di chirurgia vitreoretinica per il trattamento di patologie come il distacco della retina, il pucker maculare, fori maculari, retinopatia diabetica, le infezioni e i traumi oculari.

Il microscopio chirurgico permette inoltre di eseguire in tempo reale anche la tomografia della retina e della cornea in sala operatoria: questo esame è importantissimo per avere riscontro immediato dell’esito dell’attività chirurgica. Quando non si ha a disposizione questa tecnologia, si chiede al paziente di eseguire questa particolare TAC il giorno successivo all'intervento.

Formazione e ricerca: può il microscopio chirurgico essere di supporto anche in questi ambiti?

In sala operatoria spesso ospitiamo studenti di Medicina e colleghi da altre realtà che possono così seguire l’esecuzione dell’intervento con migliori possibilità di imparare proprio dall’osservazione delle immagini proiettate sul monitor. La sala operatoria, anche grazie a queste tecnologie, è quindi certamente un fondamentale momento di didattica.

Inoltre, anche in campo di terapia genica ci sono prospettive promettenti. Nelle realtà ospedaliere in cui questo trattamento è disponibile, l’ausilio del microscopio chirurgico può favorire il miglioramento del programma di somministrazione di farmaci per il trattamento, ad esempio, della retinite pigmentosa, una patologia genetica che porta alla perdita della vista a causa di un progressivo danneggiamento della retina. Il visore permette allo specialista di indirizzare con maggiore efficacia l’iniezione di geni sani in sostituzione del gene danneggiato che provoca, appunto, l’insorgenza della malattia.

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