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26/07 2019
Attualità

Noi del Policlinico, vicini ai pazienti in 87 forme diverse

In Policlinico le idee sono tante, perché in Policlinico non sei mai solo, puoi incontrare tantissimi volontari e Associazioni che collaborano con l’Ospedale, si dedicano personalmente ai pazienti o supportano economicamente le cure più innovative. Questa collaborazione genera un “noi” che è qualcosa di più e di diverso della somma delle singole parti, quel “noi del Policlinico” che significa cura, ricerca, formazione, solidarietà; in sintesi: cultura della cura e del prendersi cura.

Queste bellissime realtà sono presenti all’interno di molti reparti, sia in quelli per adulti che in quelli pediatrici, e il loro supporto è fondamentale per gli ammalati, ma anche per i loro famigliari che trovano aiuto e sostegno nei momenti più difficili. Per farle conoscere ai pazienti e alle famiglie, che magari arrivano in ospedale carichi di angoscia, spaesati e bisognosi, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico ha realizzato delle targhe, che sono state posizionate in ogni reparto, nelle quali sono riportate le attività svolte dalle Associazioni e Fondazioni, e i riferimenti per poter essere contattate. L’iniziativa è partita dal Presidente Marco Giachetti, nell’ambito dei progetti di umanizzazione in ospedale che sta portando avanti in questi anni. “Sono piccole attenzioni, al di fuori del processo di assistenza e cura, che però possono migliorare la percezione dell’esperienza ospedaliera, che di per sé è sempre carica di attese e ansia” - spiega il Presidente - con questi piccoli gesti di accoglienza vogliamo far sentire la nostra vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie, migliorando gli ambienti o, come in questo caso, facendo conoscere loro i nostri Volontari che portano un aiuto davvero importante al nostro Ospedale e a tutti i nostri pazienti”.

In Policlinico sono attive 87 Associazioni/Fondazioni. Ognuna di loro ha una storia, uno stile, pratiche e obiettivi diversi. Il Policlinico intende ringraziarle tutte anche e soprattutto per la loro unicità e capacità creativa. In tutte le Unità Operative sono stati affissi dei cartelli per segnalare queste presenze preziose, per renderle ancora più visibili e comunicare a pazienti e familiari che, appunto, non sono soli e possono ricevere aiuto - oltre che dagli operatori sanitari - anche da altri soggetti che operano in Policlinico con competenza e solidarietà in base ai principi di responsabilità sociale e sussidiarietà orizzontale. E solo perché hanno voglia di farlo.

C’è chi affianca gli ammalati con vicinanza amichevole semplicemente per ascoltarli e sostenere anche così il loro difficilissimo compito di integrare l’esperienza di malattia in una storia personale, affinché la malattia non si riduca a dura vicenda biologica che interrompe o “sospende” la costruzione autobiografica e identitaria, ma possa divenire anche occasione di umanità, incontro e dialogo autentici.

C’è chi riesce a far ridere e giocare i bambini anche quando sono costretti in un letto di ospedale e sostiene così il loro fragile sistema psico-neuro-immunologico nei processi di guarigione.

C’è chi è riuscito a creare reti europee di “pazienti esperti” affinché il sapere esperienziale dei malati possa contribuire alla co-costruzione di conoscenze utili ai percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali e riabilitativi specifici per patologia.

C’è chi finanzia borse di studio per giovani ricercatori talentuosi e appassionati che dedicano ogni loro sforzo alla scoperta di terapie più efficaci.

C’è chi accompagna i malati in ospedale e chi li riporta a casa; chi compra pigiami, giochi o parrucche; chi distribuisce rose o defibrillatori; chi insegna qualcosa ai pazienti e chi impara da loro qualcosa; chi acquista macchinari costosissimi e ne assicura la costosissima manutenzione; chi ospita gratuitamente mamme e bambini soli al mondo; chi organizza vacanze intelligenti o anche solo divertenti; chi sostiene il prelievo/trapianto di organi e tessuti che possono salvare tante vite; chi organizza complessi interventi chirurgici per i bambini africani; chi continua a prendersi cura di persone anche quando la Medicina non le può più guarire; chi sostiene i caregiver formali e anche quelli informali perché le patologie individuali più impegnative finiscono sempre col diventare anche malattie familiari.

Insomma c’è tutto un mondo “altro” al Policlinico che ne condivide fondamenti etici e scientifici, nella convinzione che non vi possa essere pratica etica senza fondamento scientifico, né pratica scientifica che non sia eticamente fondata. Naturalmente è stato impossibile descrivere tutto questo mondo nei minuscoli cartelli distribuiti nei reparti, ma neanche cartelli giganti avrebbero potuto farlo. Forse i cartelli sono semplicemente come i sassolini lasciati per strada a indicare una qualche direzione possibile, dare un segnale: che siamo in tanti, anche quando ci si sente soli, e siamo un po’ tutti sulla stessa barca… e per questo vogliamo darci da fare perché nessuno rimanga indietro.

Ancora grazie a tutte le Associazioni che collaborano con il Policlinico e contribuiscono a produrre pensiero, sentimento, progresso scientifico, aspirazioni, umanità nei luoghi di cura.

 

 

 

Di seguito, alcune delle targhe posizionate nei reparti del Policlinico