Malattie del cuore, le condizioni che la cardiogenetica può riconoscere precocemente per prevenirle al meglio
Al destino attribuiamo la causa di eventi come l’aver trovato o meno l’amore o l’aver avuto o no quell’occasione per mostrare il nostro talento. Per quanto riguarda la salute, però, meglio non affidarsi troppo al fato ma alla medicina e alla ricerca, sempre più in grado di identificare pazienti a rischio integrando alla pratica clinica l’utilizzo di test genetici mirati allo scopo di individuare tempestivamente e precocemente la possibile insorgenza di malattie cardiache ereditarie e salvare così vite.
Si chiama cardiogenetica la disciplina che permette di identificare la base ereditaria di molte condizioni cardiache, in particolare le cardiomiopatie e canalopatie: il ruolo dello studio del DNA dei pazienti permette ai cardiologi non soltanto di migliorare l’accuratezza e la precisione della diagnosi, ma anche di valutare in modo più affidabile la prognosi e il rischio futuro, così da adottare strategie terapeutiche e preventive appropriate.
La collaborazione tra cardiologi clinici e "cardiogenetisti" (cardiologi con competenze specifiche nelle cardiopatie ereditarie) sta diventando sempre più essenziale per garantire un'assistenza ottimale ai pazienti con sospetta cardiopatia genetica: ne parliamo con Andrea Faggiano e con Margherita Calcagnino, specialisti del team di Cardiologia del Policlinico di Milano diretto dal professor Stefano Carugo e professionisti del Percorso di Cardiomiopatie e Cardiogenetica dell’Ospedale.
Quali sono le principali malattie del cuore di origine genetica?
Tra le principali malattie cardiache genetiche ci sono le cardiomiopatie (malattie primitive del muscolo cardiaco), in particolare le forme non rare come la cardiomiopatia ipertrofica (HCM, in cui le pareti del cuore sono più spesse del normale), la cardiomiopatia dilatativa (DCM, in cui il cuore è dilato e disfunzionante) e la cardiomiopatia non-dilatativa ventricolare (NDLVC, in cui nel cuore è presente cicatrice fibrotica). Più rara è la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro (ARVC, in cui il muscolo cardiaco viene in parte sostituito da tessuto fibro-adiposo).
Esistono anche tipi di canalopatie (alterazioni elettriche in presenza di cuore strutturalmente sano, in gran parte rare), tra cui la sindrome del QT lungo, la tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica (CPVT) e la sindrome di Brugada, che è relativamente frequente rispetto alle altre canalopatie. Vanno poi ricordate le aortopatie genetiche (come sindrome di Marfan, Loeys-Dietz) e la ipercolesterolemia familiare, che nella forma eterozigote è frequente nella popolazione. Infine l'ipertensione arteriosa polmonare ereditaria, entità rara.
Quali sono le malattie che possono essere individuate precocemente grazie alla cardiogenetica?
Praticamente tutte le principali malattie cardiache genetiche sopra citate (cardiomiopatie, canalopatie, aortopatie genetiche e ipercolesterolemia familiare) possono essere individuate precocemente grazie alla cardiogenetica. Il test genetico permette infatti di identificare, soprattutto nei familiari di primo grado, soggetti a rischio in fase molto precoce o addirittura prima che la malattia si manifesti clinicamente.
Nel Laboratorio di Genetica Medica del Policlinico di Milano i campioni di sangue, inviati per il test, vengono processati per ottenere molecole di DNA che, seguendo le specifiche indicazioni cliniche, vengono successivamente analizzate mediante NGS Newt generation Sequencing). Tale approccio permette di identificare molteplici varianti, che una attenta valutazione da parte del genetista molecolare, permetterà di selezionare e individuare la variante genetica "definita patogenetica” in grado di spiegare la condizione clinica del paziente.
La cardiogenetica al servizio della cura delle malattie rare
In Policlinico di Milano seguiamo inolte pazienti affetti dalla rara malattia genetica di Anderson-Fabry responsabile di una forma specifica di cardiomiopatia da accumulo di glicosfingolipidi e che ci consente di lavorare in ottica multidisciplinare in stretta collaborazione con internisti, neurologi e nefrologi.
In cosa consiste il test genetico?
L’esame consiste in un semplice prelievo di sangue venoso periferico, che si può effettuare in qualunque momento della giornata e non richiede il digiuno. È sempre preceduto da una consulenza clinica pre-test, in cui si spiegano al paziente significato, limiti e possibili implicazioni dell’esame.
Chi si può sottoporre a questo tipo di esame?
Il test genetico va sempre eseguito per primo nel probando, cioè nel primo membro della famiglia a cui viene diagnosticata la malattia o nel familiare con la forma clinicamente più grave. Una volta identificata un’ alterazione genetica causativa, la stessa può essere ricercata nei familiari di primo grado, per verificare chi sia effettivamente portatore e quindi potenzialmente a rischio di sviluppare la patologia.
Cardiogenetica e bambini: si può fare?
In generale, si tende a proporre il test genetico nei minorenni dopo i 12–14 anni, quando il soggetto può comprendere meglio il significato dell’esame e partecipare a una scelta consapevole e informata. Fanno eccezione le forme a esordio molto precoce e particolarmente gravi (<12 anni), in cui conoscere tempestivamente lo stato genetico può permettere di adottare strategie preventive e terapeutiche potenzialmente salva-vita.
Come si interpreta l’esito del test genetico per le malattie cardiache ereditarie?
Generalmente, i tempi di risposta sono di 3–6 mesi per il probando e di 2–4 settimane per i familiari. L’esito viene sempre discusso di persona con il team medico (consulenza post-test), perché la sua interpretazione non è mai banale e ha importanti implicazioni cliniche e familiari.
Il percorso di Cardiomiopatie e Cardiogenetica in Policlinico di Milano
Il servizio di Cardiomiopatie e Cardiogenetica del Policlinico di Milano è un ambulatorio di III livello: l’accesso, tramite Servizio Sanitario Nazionale, avviene solo su invio di un cardiologo che ritiene necessario l’approfondimento iperspecialistico ed è per questo motivo che non può essere il medico di Medicina Generale a prescrivere la visita. Lo specialista invia la documentazione clinica via mail e - se il caso è ritenuto appropriato - il paziente viene contattato per una prima visita in cui si valuta la storia personale e familiare e, quando indicato, si eseguono nella stessa seduta la consulenza genetica pre-test e il prelievo per il test. In altri casi è prima necessario completare alcuni esami diagnostici e solo successivamente procedere al test genetico. Il servizio di Cardiogenetica è reso possibile dalla stretta collaborazione con il Laboratorio di Genetica diretto da Palma Finelli, tramite il supporto di Paola Castronovo, e dall’integrazione con le metodiche di imaging cardiologico avanzato disponibili nel nostro ospedale.
Il team italiano che “divulga” la cardiogenetica ai cardiologi della comunità scientifica internazionale
Andrea Faggiano è primo autore di un articolo, realizzato insieme ai colleghi del Policlinico di Milano e al gruppo di ricerca di Trieste, da anni punto di riferimento internazionale nel settore, dal titolo “What should a clinical cardiologist know about cardiogenetics?" pubblicato sulla prestigiosa rivista JAHA - Journal of the American Heart Association. In questo articolo, tramite 20 domande chiave, gli autori rispondono in modo pratico e concreto ai dubbi più frequenti dei cardiologi che non si occupano abitualmente di cardiogenetica.
Un altro articolo mette in risalto, ancora, l'importanza della Rete tra in vari Centri Italiani quando si tratta di malattie rare come la Malattia di Anderson Fabry