Influenza 2025-2026: sintomi, prevenzione e consigli per non avere “complicanze”
— di Valentina Castellano Chiodo, con la consulenza scientifica di Alessandra Bandera, infettivologa
Febbre, tosse e dolori, ma anche brividi e mal di testa: questi e molti altri possono essere i sintomi dell’influenza di stagione. Ma come si può combatterla e come è meglio prepararsi per non avere le cosiddette “ricadute”? Lo abbiamo chiesto ad Alessandra Bandera, Direttrice delle Malattie infettive del Policlinico di Milano, che spiega l’andamento epidemiologico di quest’anno e raccomanda le buone pratiche di prevenzione, semplici e utilissime regole da seguire quando si attende il picco di contagi e pazienti a letto con l’influenza.
Qual è il virus influenzale predominante quest’anno?
Secondo la Circolare del Ministero della Salute sulla prevenzione dell’influenza per la stagione 2025-2026, il virus maggiormente circolante è un virus influenzale di tipo A, (prevale il ceppo A (H1N1) pdm09, affiancato dal ceppo A(H3N2) ). Il vaccino stagionale, aggiornato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è stato formulato su questi specifici ceppi per garantire una migliore protezione. Ma secondo un report aggiornato al 20 novembre 2025 dell’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), durante la stagione autunnale in corso è stata individuata una nuova variante del ceppo A(H3N2), rinominato sottoclade K, non ancora individuato quando è stato progettato il vaccino stagionale 2025/2026. Nonostante questo, dati provenienti dal Regno Unito dove la variante K è dominante, sono tranquillizzanti in quanto mostrano che il vaccino attualmente disponibile ha garantito un’efficacia simile agli anni precedenti per ricoveri e forme cliniche gravi associate all’influenza.
Quali sono i sintomi tipici dell’influenza di questa stagione?
I sintomi sono simili a quelli causati da altre infezioni virali: si manifestano in modo improvviso, con febbre elevata, dolori muscolari diffusi, tosse e intensa sensazione di stanchezza, a cui potrebbero aggiungersi mal di testa, brividi, perdita di appetito e mal di gola. Nei bambini a volte si presenta nausea e diarrea. Nei soggetti più fragili le complicanze possono richiedere l’intervento medico, per lo sviluppo di polmonite, difficoltà a respirare, confusione mentale con possibile coinvolgimento del sistema nervoso centrale, fino a complicanze cardiache.
Quanto dura l’influenza e quale “picco” di influenza ci si aspetta?
L’andamento epidemiologico varia e il picco può verificarsi in momenti differenti del periodo autunno-inverno: quest’anno il periodo di incubazione è breve e si manifesta nel giro di 2 giorni dal contagio, con possibilità di infettare già da 24 ore prima della comparsa dei sintomi. La durata dell’influenza invece è di 7–10 giorni, anche se la stanchezza può persistere oltre, soprattutto negli anziani o nei soggetti con patologie pregresse. L’attività dei virus influenzali stagionali in Italia inizia durante l’autunno e raggiunge di solito l’apice nei mesi invernali e si riduce in primavera ed estate: secondo il Ministro della Salute, lo scorso inverno il picco è stato registrato nella quarta settimana di gennaio, con circa 17,6 casi per mille assistiti.
Perché il virus influenza cambia ogni anno e perché si usano definizioni come “influenza australiana”?
Il virus influenzale è soggetto a frequenti modificazioni delle sue caratteristiche per “ingannare” il nostro sistema immunitario già esposto nella stagione precedente: questo processo è noto come deriva antigenica e rende necessaria la riformulazione annuale del vaccino per mantenerne l’efficacia e ridurre i sintomi associati all’infezione. Definizioni come “influenza australiana” o “asiatica” individuano semplicemente il luogo in cui quel ceppo è stato identificato per la prima volta o dove se ne è osservata una significativa diffusione, non l’origine del virus.
Parliamo di vaccini e prevenzione: cosa si raccomanda di fare e come evitare le complicanze?
La vaccinazione antinfluenzale è la principale misura preventiva per evitare un’evoluzione grave dei sintomi associati all’influenza e complicanze per i più fragili, scongiurando la necessità di andare in ospedale. Per la stagione 2025-2026 sono stati autorizzati diversi vaccini da AIFA, selezionati sulla base dei ceppi virali circolanti secondo le raccomandazioni OMS. Come già anticipato, anche se il virus va incontro rapidamente a varianti, i vaccini sono comunque protettivi per le forme gravi che si sviluppano nei soggetti fragili.
La vaccinazione è raccomandata a partire dai 60 anni, per donne in gravidanza, bambini dai 6 mesi ai 6 anni, persone con malattie croniche, operatori sanitari e categorie professionali di interesse collettivo.
La campagna vaccinale inizia a ottobre, dato che l’immunità si sviluppa circa due settimane dopo la somministrazione. Altre misure di prevenzione utili per ridurre la diffusione sono il corretto e regolare lavaggio delle mani, una buona igiene respiratoria (coprirsi naso e bocca quando si starnutisce e tossisce, utilizzo di fazzoletti monouso prontamente smaltiti, utilizzo di disposizione delle vie respiratorie come per esempio l’uso di mascherine quando si presentano sintomi respiratori), evitando di toccarsi occhi, naso e bocca. Le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono contribuire a ridurre le infezioni tra i contatti stretti.
È utile ricordare che:
- Una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per le persone di tutte le età, con esclusione dell’età infantile.
- Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale da somministrare a distanza di almeno quattro settimane.
- Nei pazienti a rischio è opportuno valutare tempestivamente, da quando si sviluppano i primi sintomi, l’impiego di farmaci antivirali per ridurre il rischio di complicanze respiratorie, cardiache o neurologiche.
- I farmaci, la cui prescrizione è medica, sono nella maggior parte dei casi delle compresse che differiscono dai comuni antibiotici utilizzati per le infezioni batteriche.
- La durata del trattamento può variare da 5 a 10 giorni in base a vari parametri.
- Se un soggetto fragile sviluppa i sintomi dell’influenza è necessario far riferimento al proprio medico.