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07/11 2025
Cultura Attualità

#ScattidiUnTempo. I primordi dei raggi X, un’invenzione che festeggia 130 anni

— di Valentina Castellano Chiodo

Una gallery dalla Fototeca dell’Archivio storico, nell’anno in cui ricorrono anche i 180 anni dalla nascita dell’inventore Röentgen.

Ci sono scoperte che cambiano la storia dell’uomo, migliorandone la Cura e il futuro.
Nel 2025 ricorrono due importanti anniversari legati a una di queste fortunate intuizioni: ben 180 anni fa il 27 marzo 1845 nasceva nella città tedesca di Lennep il fisico Wilhelm Conrad Röntgen, a cui si deve la scoperta dei raggi X esattamente 130 anni fa, in data 8 novembre 1895, che da lì a poco sarebbero state usate in tutto il mondo permettendo di ottenere immagini interne del corpo umano, consentendo così diagnosi più precise. Con grande nobiltà d’animo infatti Röntgen non volle brevettare la rivoluzionaria scoperta, affinché diventasse di utilità per tutti, decisione che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1901, il primo scienziato nella storia a vincere.

Il Policlinico di Milano è sempre stato aggiornato e ha saputo recepire rapidamente le più recenti innovazioni: per esempio la scoperta di Röntgen vide una precoce applicazione ospedaliera già nell’aprile 1897, grazie agli esperimenti di radiografia eseguiti da Carlo Luraschi, fra i primi a comprendere l’importanza della scoperta e lo stesso medico che applicò le apparecchiature sui feriti nei moti del 1898, precorrendo la radiologia interventistica. Più avanti applicazioni radioterapiche mediante raggi X furono adottate anche per le cure dermatologiche (già dal 1904), su impulso del dottor Ambrogio Bertarelli, che creò all’interno del proprio reparto un impianto radioterapico con apparecchi Finsen.

Perché si chiamano raggi X?
L’inventore li chiamò così perché la loro scoperta avvenne in modo casuale, mentre faceva esperimenti per nel campo dei raggi catodici: x come l’incognita quindi, non conoscendone inizialmente né il meccanismo di produzione, né le loro proprietà.

Nelle immagini della Fototeca dall’Archivio Storico si vedono i pazienti nei locali in cui si eseguivano i raggi X, trattati da intere équipe per sfruttare al meglio le moderne attrezzature del tempo. Fra le immagini anche vari esempi di tubo termoionico, sorta di antiche lampade conservate nel Museo I tesori della Ca’ Granda, che mostrano nel dettaglio i vari componenti che generano l’immagine.

Ancora oggi i raggi X permettono importanti indagini e analisi, che spaziano anche oltre la medicina: ne è un esempio l’uso designato al mondo dell’arte, come nel caso dei rilevamenti su antiche tele per verificarne lo stato della conservazione, proprio come avvenuto per il quadro dell’Annunciazione, il dipinto di Pier Francesco Mazzucchelli (detto il Morazzone), che dopo attente analisi radiografiche è stato restaurato e grazie allo scan che ne ha rivelato le parti danneggiate è stato minuziosamente riparato e riportato al vecchio splendore.   

Per celebrare questi anniversari, il Museo “I Tesori della Ca’ Granda” ospita due iniziative speciali:

 

  • Martedì 11 novembre, la conferenza Dalla scoperta dei raggi X alle applicazioni diagnostiche e tecnologiche, che ripercorrerà l’evoluzione delle tecniche radiografiche dagli albori della scoperta fino alle più moderne applicazioni cliniche.
     

  • Dall’11 al 28 novembre, una piccola esposizione di antiche lastre radiografiche — gentilmente prestate dalla Diocesi di Chiavari — accompagnate da storiche apparecchiature radiogene appartenenti al Liceo scientifico “Marconi-Delpino” di Chiavari.
     

La mostra è realizzata grazie alla collaborazione con la Società Economica di Chiavari ETS, fondata nel 1791, che da oltre due secoli promuove cultura, arte, istruzione e tutela dell’ambiente nel territorio.

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