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20/06 2025
Salute Chirurgia Oncologia

Il tumore al rene fa paura, ma si può guarire e tornare a una vita attiva come quella di Marco

— Rosy Matrangolo, con la consulenza scientifica di Giancarlo Albo, Urologia, e Fiorella Ruatta, Oncologia Medica

Marco ha 42 anni. È un uomo attivo, lavora, fa sport, non ha mai avuto particolari problemi di salute. Fin qui, la sua storia è pressoché identica a molte altre. Un giorno però, quasi per caso, il suo medico gli consiglia un'ecografia dell’addome, come controllo di routine. Marco non ha sintomi: nessun dolore, niente febbre, neanche una traccia di sangue nelle urine. Eppure, quell’esame rivela qualcosa del tutto inaspettato.

L’ecografia mostra una piccola massa di circa 2 centimetri posta al polo superiore del rene destro. Se ne stava lì, indisturbata e minacciosa, se non fosse stato per questo riscontro incidentale. Nessun segno di allarme, se non quel “bozzetto” evidenziato dall’ecografista.

Segue una TAC con mezzo di contrasto, che conferma la presenza della lesione: è ben delimitata, non ha invaso i tessuti circostanti, non coinvolge le vie urinarie né i vasi del rene. L’alterazione sospetta, è stata individuata precocemente. Fortunatamente. Come accade in più del 50% dei casi, in cui la diagnosi di tumore renale arriva in modo accidentale.

Ma torniamo alla storia di Marco. Dopo una attenta valutazione multidisciplinare, al giovane è prospettato un trattamento chirurgico mini-invasivo di nefrectomia parziale robotica (RAPN), che consente di rimuovere completamente la massa tumorale preservando il resto del rene.

Le preoccupazioni di Marco e della sua famiglia sono comprensibili, cosa può aver causato l’insorgenza di questa patologia? Davvero si tratta di una malattia così silente?

La probabilità di sviluppare un tumore del rene è aumentata dalla presenza di alcuni fattori di rischio: nei fumatori infatti il rischio di sviluppare un tumore renale è maggiore del 50% rispetto alle persone non fumatrici. Gli stessi valori riguardano anche i tumori della pelvi renale – spiega Fiorella Ruatta, specialista dell’Oncologia Medica diretta da Ornella Garrone -. Un secondo importante fattore di rischio è rappresentato dall'obesità. È stato stimato infatti che, per ogni aumento di 5 punti dell’indice di massa corporea (BMI), ci sia un incremento del rischio di sviluppo di un tumore del rene pari al 24% negli uomini e al 34% nelle donne. Anche la presenza di ipertensione arteriosa non controllata dalla terapia medica ha un ruolo nell'insorgenza del tumore renale; le persone ipertese hanno un rischio del 60% superiore di sviluppare un tumore renale. Altre possibili cause sono rappresentate dall'esposizione a sostanze chimiche (come amianto, arsenico e cadmio) o a radiazioni ionizzanti, dall'utilizzo prolungato nel tempo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), dalla presenza di malattia cistica renale e di rare sindromi genetiche (ad esempio Sindrome di Von Hippel Lindau)”.

L’intervento viene eseguito con tecnica robotica, una tecnologia che ha rivelato grandissimi benefici anche nella chirurgia urologica. Il ricovero di Marco dura soli tre giorni e il ritorno alla quotidianità fatta di lavoro, sport e vita sociale arriva presto. Persino sul suo corpo i segni non sono così impattanti: nessuna cicatrice evidente, una convalescenza breve.

Il robot chirurgico permette ai medici di operare con precisione millimetrica, grazie a strumenti sottilissimi che imitano il movimento della mano umana ma con sette gradi di libertà, superando i limiti del polso umano. Questo consente di asportare il tumore in modo preciso, riducendo al minimo il rischio di sanguinamento e preservando il più possibile la funzione del rene, grazie a tempi chirurgici più brevi e a una sutura molto accurata della zona trattata – spiega Giancarlo Albo, chirurgo specialista in Urologia, diretta dal prof. Emanuele Montanari -. Oggi, inoltre, la chirurgia robotica si avvale di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Il verde di indocianina, ad esempio, è un colorante che aiuta a visualizzare meglio i vasi del rene, permettendo di interrompere temporaneamente il flusso di sangue solo alla parte interessata dalla malattia, risparmiando il resto dell’organo”.

La realtà aumentata e l’ecografia intraoperatoria aiutano il chirurgo a identificare anche tumori molto piccoli o poco visibili, rendendo l’intervento ancora più sicuro ed efficace.

L’esame istologico a seguito dell’intervento ha poi confermato la diagnosi: carcinoma a cellule renali a cellule chiare, grado II, stadio pT1a. Una forma iniziale, circoscritta, completamente rimossa con margini liberi da malattia. Nessuna ulteriore terapia si è resa necessaria: solo controlli periodici, come previsto dalle linee guida internazionali.

Come sta oggi Marco? A distanza di tempo da una diagnosi inaspettata e difficile, oggi Marco sta bene e continua a vivere pienamente ogni suo giorno, consapevole di quanto sia stato importante quel controllo “di routine”. Il tumore al rene è una malattia da cui si può guarire e tornare alla normalità.

 

Il tumore del rene: una malattia subdola ma affrontabile

Nel 2024, in Italia, sono state stimate circa 13.282 nuove diagnosi di tumore del rene (8.891 negli uomini, 4.391 nelle donne). Nel 2022, si sono verificati circa 4.600 decessi (2.900 uomini e 1.700 donne). È un tumore che colpisce prevalentemente gli uomini e che, molto spesso, non dà sintomi nelle fasi iniziali: oltre la metà dei casi viene infatti diagnosticata casualmente durante accertamenti per altri motivi.

Eppure, oggi più che mai, affrontare questa malattia è possibile. I dati lo dimostrano:

  • Sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi: 71% negli uomini, 71% nelle donne.
  • Probabilità di vivere ulteriori 4 anni dopo il primo anno: 83% negli uomini, 85% nelle donne.
  • Prevalenza: in Italia, 154.800 persone vivono dopo una diagnosi di tumore del rene (100.200 uomini e 54.600 donne).

 

Per il tumore del rene non esistono programmi di screening dedicati, la diagnosi precoce, le tecnologie avanzate, la competenza dei professionisti fanno oggi del tumore renale una battaglia sempre più vincibile.

Raramente può esserci una sintomatologia caratterizzata da dolori addominali e sanguinamenti nelle urine. In questi casi e in tutti i casi di sintomatologia sospetta, è importante rivolgersi al proprio medico curante per un'accurata valutazione clinica e strumentale che preveda l'utilizzo di un'ecografia addominale.

 

Si può prevenire il tumore al rene?

La principale forma di prevenzione è rappresentata dalla modifica del proprio stile di vita. Smettere di fumare è la misura preventiva più importante, con riduzione del rischio fino al 60%. Il beneficio inizia già nei primi anni dopo aver smesso di fumare e continua ad aumentare nel tempo. Inoltre è fondamentale mantenere un sano peso corporeo, attraverso una dieta bilanciata (aumentando il consumo di frutta e verdura e riducendo quello di carni rosse e processate) e una regolare attività fisica. L’attività fisica contribuisce a controllare il peso, la pressione arteriosa e migliora il sistema immunitario. Bisogna inoltre evitare l’abuso di analgesici e l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per periodi prolungati senza controllo medico.


 

20 GIUGNO: GIORNATA MONDIALE DEL TUMORE DEL RENE

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