Al Policlinico di Milano la Medicina di Genere entra nei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali per una cura sempre più efficace
— di Redazione
Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha evidenziato come le differenze tra i sessi influenzino l’applicazione della medicina, la risposta alle terapie e la resilienza alle patologie. Considerare queste diversità può fare la differenza non solo in termini di efficacia clinica, ma anche sull’impatto complessivo sulle risorse sanitarie.
In questa direzione si muove il Policlinico di Milano, tra i pionieri in Lombardia nell’introdurre nei propri Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) un riferimento obbligatorio alla letteratura scientifica sulle differenze di sesso e genere. Si tratta di un passo concreto verso una medicina che integra le evidenze della ricerca nella pratica clinica quotidiana.
Sono già 3 i PDTA – modelli gestionali e organizzativi che definiscono il “cammino” che un paziente dovrebbe compiere, dalla diagnosi all’assistenza terapeutica, per gestire in modo ottimale una determinata patologia – che contengono un paragrafo dedicato alla Medicina di Genere, disciplina che studia come sesso e genere possano influenzare l’insorgenza, la diagnosi, l’evoluzione e la risposta alle terapie delle malattie.
“La novità è che diventa indispensabile fare una ricerca di letteratura scientifica sull’argomento, includendo le differenze di sesso e genere in quell’ambito. Tutti i documenti, i protocolli clinici e operativi - compresi i PDTA - devono contenere un riferimento alla letteratura in questo ambito: è un passo storico perché entra a far parte integrante della pratica clinica”, spiega la Prof.ssa Roberta Gualtierotti, Referente per la Medicina di Genere, specialista della Medicina - Emostasi e Trombosi del Policlinico di Milano e docente dell’Università degli Studi di Milano.
Il Direttore Generale del Policlinico di Milano Matteo Stocco sottolinea l’impatto organizzativo e gestionale: “Integrare la Medicina di Genere nei PDTA significa migliorare la qualità dei percorsi clinici e favorire la personalizzazione dei trattamenti, ottimizzando allo stesso tempo l’uso delle risorse sanitarie”.
Dal punto di vista della Direzione Sanitaria, questa innovazione rappresenta un importante strumento per garantire l’appropriatezza delle cure e l’ottimizzazione delle risorse: “Questa innovazione consente di tradurre le evidenze scientifiche in decisioni cliniche mirate, offrendo a ogni paziente percorsi di cura più appropriati ed efficaci”, sottolinea Nicola Orfeo, Direttore Sanitario dell’Ospedale.
Si tratta di un importante passo avanti nell’integrazione della ricerca nella pratica clinica, che permette di trasformare le evidenze in azioni concrete: “La Medicina di Genere consente di tradurre i dati scientifici in decisioni cliniche più accurate, migliorando l’efficacia dei trattamenti per ogni paziente ed è lo stesso Ministero della Salute che chiede agli IRCCS una particolare attenzione a questa tematica”, aggiunge il Direttore Scientifico del Policlinico di Milano Fabio Blandini.
Infine, secondo la Direttrice della Struttura Complessa “Qualità”, la Prof.ssa Silvana Castaldi, che coordina il processo di redazione, verifica e approvazione di tutti i documenti del sistema di gestione della qualità, questa misura rafforza la cultura della sicurezza e dell’efficacia: “Integrare le evidenze di genere nei documenti del sistema qualità significa rendere i percorsi più standardizzati, sicuri e basati su dati oggettivi, migliorando l’assistenza complessiva”.
Integrare la medicina di genere in tutti i livelli della ricerca, dalla preclinica alla clinica, contribuisce quindi a una medicina di precisione più efficace ed equa. Nella ricerca preclinica, il sesso biologico influenza cellule, tessuti e modelli animali; nella ricerca clinica, sesso e genere incidono sulla fisiologia, la presentazione clinica, la risposta ai trattamenti e l’accesso alle cure. L’Italia, con il Piano nazionale per la medicina di genere del 2018, promuove l’integrazione della dimensione di genere nei protocolli diagnostico-terapeutici e nella formazione, garantendo rigore scientifico, linee guida affidabili e cure più eque per tutta la popolazione.
Con questo passo, il Policlinico di Milano consolida il suo ruolo di pioniere in Lombardia, promuovendo una medicina sempre più personalizzata, basata sulle evidenze e centrata sulla persona.
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