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05/11 2025
Cultura

#Benefattori Annamaria Sangregorio: il lascito dedicato alla Ricerca che abbraccia il cerchio della vita

— di Valentina Castellano Chiodo

Le strade di un benefattore spesso sono piene di ferite lontane e lotte personali, di intraprendenza e valori intoccabili, ma di un finale che lascia sempre il segno. È questa la storia di Annamaria Sangregorio (1925-2022), un’imprenditrice milanese, la cui vita è stata segnata da un passato duro da ricordare, da un carattere di ferro che ne ha agevolato l’ascesa e l’emancipazione femminile, protagonista di un riscatto personale che l’ha resa indipendente e sicura. Annamaria ha deciso di diventare benefattrice del Policlinico di Milano: le sue ultime volontà abbracciano l’intero cerchio della vita, la sua fortuna ora è motore per la ricerca sulla fine vita e nuova linfa per i neonati più fragili che potranno, anche grazie al suo contributo, ricevere la migliore Cura.


La vita in Eritrea e il ritorno a casa
Dopo il diploma in ragioneria si trasferisce ad Asmara, in Eritrea, dove il padre, appassionato pilota da corsa e amico del campione Gigi Villoresi, dirige la concessionaria italiana delle Officine Meccaniche (OM). La famiglia per anni è parte dell’estesa colonia italiana che caratterizza la popolazione eritrea, ma nel 1942 viene rimpatriata in Italia su una nave della Croce Rossa. È il momento per i suoi genitori, il padre Antonio e la madre Luisa (che il marito chiamerà sempre “la mia leonessa”) di ricominciare da zero nella Milano della ricostruzione: Annamaria ricorderà per sempre quel difficile periodo lontano da casa, il dolore e il tempo dei cambiamenti, e per quello non vorrà mai più tornare in Africa.


Una nuova vita, il riscatto e una raggiante carriera
Poco più che ventenne lavora nella concessionaria paterna col fratello minore Alberto, a cui è concesso (contrariamente a lei) di frequentare l’università. Nel 1950 a un ballo conosce Lino Razzetta, ingegnere ligure, dirigente della Fabbrica Italiana Tubi (FIT) che sposerà. Con il sostegno dei suoceri, spiccheranno il volo, fondando la loro concessionaria a Milano: Annamaria sarà l’esperta della gestione immobiliare, Lino diventerà presidente dei concessionari italiani IVECO. Intanto nascono le loro due figlie (nel 1954 e 1957), entrambe indirizzate agli studi scientifici. Il matrimonio durerà ben 47 anni, un legame in cui saranno sempre uniti, condividendo l’amore per la Liguria, i viaggi e persino le accanite discussioni giocando a bridge. La secondogenita Francesca regalerà loro due nipoti, Carlo e Andrea, i maschietti sempre desiderati.
 

Una generosa donazione per due mondi: la Ricerca per i malati terminali e la cura per i neonati più fragili
Imprenditrice rigorosa, madre e nonna “implacabile”, Annamaria ha scelto la generosità nel testamento (condiviso felicemente da tutta la famiglia), sostenendo l’inizio e la fine della vita: un lascito è per la Clinica Mangiagalli, l’altro per una fondazione milanese che sostiene i malati terminali. La donazione, unita a quella dei coniugi Pugni, ha permesso l’istituzione del Centro Clinico e di Ricerca di Infettivologia e Immunologia Neonatale Sangregorio-Pugni per la Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano, con l’intento di potenziare la ricerca sulle infezioni neonatali (fra le cause più frequenti di mortalità nei neonati) e di diventare punto di riferimento per le neonatologie lombarde e nazionali.

 

L'opera che ritrae Annamaria Sangregorio è stata realizzata da Kumi Cristina Watanabe, un’eclettica artista, cantante, autrice, compositrice, musicista e sound designer che studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, che ha commentato: “Ho accolto con orgoglio e grande entusiasmo questo incarico impegnativo e coinvolgente: Annamaria Sangregorio è una donna raffinata, dal viso elegante e con un sorriso solare, ma al tempo stesso una imprenditrice di grande carisma e autorevolezza. È un onore per me poter ritrarre una benefattrice come Lei, che ha lasciato per il futuro il suo segno indelebile”.

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