
Il futuro è dei bambini: l'eredità virtuosa di Daniela Iandola
— di Valentina Castellano Chiodo
Dal suo ricordo sempre vivo è nata una fondazione per aiutare i bambini in cura al Policlinico di Milano
La morte può significare la fine, ma nel caso di Daniela Iandola il destino crudele, la malattia e il ricordo della sua giovane esistenza sono diventati un motore di vita, una ragione per il futuro di tanti bambini, una seria missione per la ricerca e per la Cura.
Non tutte le storie dei Benefattori del Polilcinico di Milano sono uguali: c'è chi dona i suoi risparmi di una vita perché è stato assistito in ospedale e intende ringraziare per il sostegno, c'è chi ha fatto fortuna, ma non possiede eredi e decide sul testamento di destinare la sua ricchezza agli ammalati come sua ultima generosa volontà e c'è chi, nel ricordo di un caro, della sua vita spezzata, dona senza riserve in suo nome e, come nel caso della piccola Daniela, continua a farlo per amore di tutti i bambini sofferenti, che hanno bisogno di un sostegno continuo e concreto sin dalla nascita.
La sua storia
La piccola Daniela era allegra e gioiosa e le foto del tempo la mostrano col viso rotondo, le guance rosse, gli occhi vivaci e un sorriso spensierato. Poi la triste diagnosi di un tumore del sangue: affetta da leucemia linfoblastica acuta, è stata curata alla Clinica pediatrica De Marchi, dove è deceduta a soli 6 anni nella notte della Vigilia di Natale, il 24 dicembre 1970. Considerata la tenera età ha affrontato la malattia con forza e coraggio fino alla fine, abbracciando stretta la sua famiglia e con dolce cura anche la sua bambolina del cuore.
Una eredità per la cura dei bambini
A seguito di questo doloroso evento e per lasciare una traccia d’amore incondizionato dedicato alla sua giovane vita, la madre Adele Padovani, ha voluto creare un’associazione, in seguito diventata Fondazione De Marchi ETS, che ha lo scopo di supportare i piccoli pazienti colpiti da gravi malattie croniche, ricoverati nella stessa clinica milanese, per offrire loro la migliore assistenza. Ancora oggi, dopo oltre 30 anni, la Fondazione lavora presso la Clinica pediatrica De Marchi del Policlinico di Milano ed è impegnata nella lotta alle più gravi malattie dell’infanzia, quali tumori, leucemie, talassemie e altre malattie del sangue. Oggi è possibile guarire per molti bambini, ma le cure sono lunghe, costose, spesso pesanti e caratterizzate da frequenti ricoveri e controlli.
Ieri, oggi e domani: la Fondazione De Marchi ETS
Per accompagnare i bambini e le loro famiglie in questo difficile percorso la Fondazione si impegna a migliorare le strutture e acquistare moderne apparecchiature, istituisce borse di studio per giovani medici e per incentivare la ricerca, fornisce assistenza psicologica per i piccoli pazienti e le loro famiglie, ma anche per medici e infermieri, organizzando e coordinando attività ricreative e formando numerosi volontari, che si dedicano all’intrattenimento dei bimbi. Tra i progetti c’è anche il finanziamento di vacanze assistite per i piccoli ammalati, con l’accompagnamento del personale sanitario.
In ricordo della piccola Daniela le è stato anche dedicato il Day Hospital della clinica pediatrica, che la Fondazione ha ristrutturato, rendendolo più efficiente e gradevole per il soggiorno. Continua così la sua eredità virtuosa: ogni giorno in ricordo della sua vita si rinnova l’impegno per salvare tante altre vite e quella bambolina rivive in ogni stretto abbraccio, il suo sorriso innocente in ogni bimbo che torna felice a sorridere.
Il suo ritratto è stato presentato al pubblico in occasione della Festa del perdono 2025 ed è esposto in mostra nella prima sala del Museo del Policlinico I tesori della Ca' Granda insieme agli altri cinque dipinti degli ultimi Benefattori.
L'opera che ritrae Daniela Iandola è stata realizzata dalla giovane artista Agnese Introini, diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, che ha commentato: “Realizzare il ritratto di Daniela è stata un’esperienza speciale che mi ha regalato splendide emozioni ed è un grandissimo onore per me. Questo dipinto mi ha fatto conoscere una bambina che riusciva a sorridere di fronte a tutto: così ho lavorato al suo ritratto ogni giorno cercando di conoscerla sempre di più e farla rivivere”.