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17/06 2025
Cultura

“InsegnaMI l’arte 2”, le nuove generazioni in visita al Policlinico di Milano

— di Valentina Castellano Chiodo

Oltre 1100 piccoli studenti di oltre 34 nazionalità, alunni delle scuole primarie delle periferie milanesi, hanno visitato il Museo I tesori della Ca’ Granda e partecipato ai laboratori artistici.

Conoscere la storia della propria città e dei più illustri benefattori dell’Ospedale Policlinico di Milano, ma anche riconoscersi fra i volti delle opere e partecipare a un laboratorio artistico, lasciando la “propria impronta” come segno di passaggio e identità speciale. Questo e molto altro è accaduto dentro e fuori dal Policlinico di Milano, che per due anni consecutivi ha ospitato oltre 1100 bambini delle scuole elementari che hanno partecipato al progetto InsegnaMI l’arte 2, una iniziativa promossa dall’Associazione Mirasole - Istituto di Antropologia per la Cultura della Famiglia e della Persona, per accompagnare i piccoli studenti delle periferie milanesi, alla scoperta del Museo I tesori della Ca’ Granda, studiando non solo i luoghi e i simboli dell’antico ospedale, ma anche scoprendo la sua importanza come luogo di cura per tutti e di formazione medica e universitaria per i futuri dottori e ricercatori che verranno.

Un progetto che coniuga arte e solidarietà, educazione e senso civico
Chi sono questi signori eleganti e queste dame coi vestiti vaporosi?” domandano i piccoli studenti in visita dentro le sale dei ritratti dei benefattori, oppure “Perché ci sono bambini scalzi e poveri ammalati davanti a quella ragazza?”, chiedono i bambini incuriositi di fronte all’allegoria della Carità: sono queste alcune domande spontanee a cui risponde l’operatrice didattica Laura Ferrara, guida turistica di Ad Artem, che ha accompagnato i ragazzi e partendo dalla morbida mascotte, la colombina che richiama il simbolo dell’Ospedale, fra le colonne dei chiostri universitari, ha spiegato le nobili motivazioni della famiglia Sforza e raccontato la forte impronta milanese attraverso i ritratti dei benefattori, che da oltre cinque secoli uniscono la città del potere alla città degli ultimi, uno spunto per raccontare la Milano del futuro, sempre più multietnica attraverso la sua storia solidale, che ha aperto loro le braccia.

“Il patrimonio artistico-culturale diventa uno strumento di inclusione e di consapevolezza civica per le generazioni del futuro e in particolare per i bambini di diverse origini che vivono nelle nostre città senza conoscerle realmente- commenta Paola Tettamanzi, Responsabile dei progetti di ricerca dell’Associazione Mirasole-Istituto di Antropologia- Negli ultimi anni abbiamo coinvolto le scuole dei quartieri Gratosoglio, Abbiategrasso e Chiesa Rossa, ma anche Ripamonti e Vigentino, Affori e Bovisa, Bovisasca, Famagosta e Barona e classi con bambini fra i 6 e gli 11 anni di ben 34 nazionalità diverse, affiancati da oltre 100 insegnanti, che hanno potuto conoscere il patrimonio artistico della Ca’ Granda, l’Ospedale Maggiore di Milano, da sempre simbolo per eccellenza di una metropoli aperta all’accoglienza, alla cura e alla carità”.

Alla festa di conclusione del progetto, tenutasi all’Anteo Palazzo del Cinema, i ragazzi e le loro famiglie coinvolte hanno potuto rivedere i lavori artistici (che in occasione della Design Week sono stati esposti in mostra a Palazzo Lombardia): fra i lavori dei ragazzi ci sono i ritratti personali e la riproduzione delle loro mani, per lasciare una impronta tangibile (realizzata con diversi materiali riciclabili), un rimando alla cura dei medici e a quel “dare una mano” con il cuore, che da sempre è un fine dei donatori del Policlinico di Milano, una vera lezione di storia, civiltà e solidarietà per le giovani generazioni. "I ritratti della Quadreria del Policlinico di Milano ci hanno ispirato per spiegare ai ragazzi il principio dell'inclusione attraverso il linguaggio del corpo. I ragazzi hanno rapresentato il loro viso e le loro mani - conclude Paola Tettamanzi - nostri strumenti importantissimi di linguaggio non verbale, che sono capaci di generare empatia e accoglienza".

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