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10/06 2025
Cultura

#SCATTIDIUNTEMPO I 90 anni del Gonfalone d’onore dell’Ospedale Maggiore

— di Valentina Castellano Chiodo

Prezioso e dalla storia affascinante, quest’anno festeggia i 90 anni dalla sua realizzazione: disegnato da Giò Ponti, mostrato in pubblico per la prima volta alla Festa del Perdono del 1935 e benedetto dal cardinale Schuster.

Il suo valore è inestimabile, la sua storia è ricca di donazioni e collaborazioni prestigiose sin dalla sua progettazione e lo si ammira ancora oggi, in tutto il suo splendore, lì dove accoglie i visitatori proprio davanti al Museo I Tesori della Ca’ Granda: è il Gonfalone d’onore dell’Ospedale Maggiore, l’insegna istituzionale utilizzata nelle grandi cerimonie ufficiali e durante i funerali dei benefattori, festeggia quest’anno ben 90 anni, rappresentando uno dei pezzi più pregiati delle raccolte dell’Ospedale Policlinico di Milano.

Realizzato nel 1935 su progetto dell’architetto Giò Ponti, col suo ricamo definito “monumentale” coinvolse anche la Ditta Fratelli Bertarelli per i raffinatissimi ricami in oro e argento su seta e l’orefice Alfredo Ravasco, che donò tutte le pietre preziose di cui è adornato. Custodito in una teca protettiva che gli conferisce un aspetto ancora più maestoso e imponente, questo prezioso manufatto dedicato all’Annunciazione della Vergine, si trova oggi nell’atrio del Palazzo degli Uffici, in via Sforza 28, interamente restaurato e riportato agli antichi splendori nel 2011, grazie alla donazione di Franca Chiappa, in occasione dei 50 anni a capo dell’Ufficio Stampa dell'Ospedale.

La storia del Gonfalone: dall’idea fino alla minuziosa realizzazione
Il Gonfalone d’onore dell’Ospedale Maggiore venne ideato nel maggio del 1927 dal Consiglio degli Istituti Ospitalieri (che amministrava l’allora Ospedale Maggiore, l’antica Ca’ Granda, l’ospedale Policlinico, il Dermosifilopatico di via Pace, il costituendo ospedale di Niguarda e alcuni altri enti sanitari della Lombardia) per la necessità di un’insegna che servisse sia per i funerali dei benefattori che nelle grandi cerimonie ufficiali. Nel 1932 la sua realizzazione fu affidata a quello che diventerà un’archistar, l’architetto e artista milanese Giò Ponti, allora poco più che quarantenne, che lo progettò e sovrintese alla realizzazione conferendogli preziosità nei materiali e nelle tecniche impiegate: a lui si devono oltre alla definizione dell’oggetto, alle scelte stilistiche e iconografiche, la cura meticolosa dei materiali e la realizzazione dei lavori (ma anche stilose scelte come le divise dei portatori o l’incisione sulle palmette delle aste con i nomi dei benefatori). Si trattò di un lavoro complesso che coinvolse, per la sua esecuzione, importanti nomi dell’artigianato locale: il raffinatissimo ricamo in oro e argento su seta fu eseguito dalla ditta Fratelli Bertarelli, mentre le parti metalliche e di gioielleria furono realizzate dal famoso orefice Alfredo Ravasco, che donando tutte le pietre preziose (ovvero rubini, topazi, granati e perle), contribuendo quindi a dare al gonfalone un valore inestimabile.

Stemmi e simboli
Sul lato frontale campeggia la scena dell’Annunciazione: l’angelo benedicente porge un giglio a Maria inginocchiata e con le mani incrociate sul petto in segno di umiltà, la Vergine Annunciata, a cui l’Ospedale è dedicato sin dalla fondazione nel 1456, per volere del duca Francesco Sforza e della consorte Bianca Maria Visconti. Al centro c’è la colomba dello Spirito Santo, il simbolo prescelto per la rappresentazione araldica: la tortora bianca nel tondo raggiante e fiammante regge il cartiglio con la scritta "Ave Gratia Plena", nel becco regge il ramo d’ulivo. Ma sono tanti gli stemmi che appaiono sul retro che ricordano famiglie di benefattori e personalità illustri che hanno sostenuto nel tempo l’Ospedale: oltre allo stemma degli Sforza c’è quello dell’imprenditore tessile Francesco Ponti e della duchessa Del Sesto, del notaio Giuseppe Macchi (il “terzo fondatore dell’ospedale”) e del marchese Secco Comneno, del medico Lamberto Parravicini e persino del Comune di Milano; fra gli illustri ecclesiastici c’è la sfilza dei papi Pio II, Pio IV e Pio XI, poi San Carlo Borromeo, il Cardinale Schuster e infine l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.   

L’inaugurazione del Gonfalone
L’insegna, connotata da un carattere di particolare solennità e da un forte valore simbolico, fu inaugurata durante la Festa del Perdono il 24 marzo 1935, nel corso di una funzione solenne in Duomo celebrata dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, quindi riportata in Ospedale in processione, “scortata” dai cavalieri dell’ordine del Santo Sepolcro e collocato all’interno della grande sala dell’Archivio. Il manufatto viene subito richiesto per mostre ed eventi, come la Prima Mostra degli ospedali italiani (tenutasi a Roma nel maggio ‘35), addirittura vola a Buenos Aires scelta fra le “opere d’arte decorative più insigni” per l’arte del Novecento, nel 1939-40 viene esposta nell’allora nuovo Ospedale Niguarda, poi a causa della guerra verrà conservato e nascosto per i decenni seguenti.

Dal 1938 esiste anche una versione più piccola, che ancora oggi viene utilizzata nelle occasioni ufficiali.

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