
Ad un passo da te... La vista di una finestra, può cambiare tutto
— Marina Lauro
Non si vede più. Il duomo con la sua splendente madonnina non si vede più. Non potrò più avere la scusa di far vedete “qualcosa di bello” ai miei pazienti; Avevo trovato molto tempo fa questo stratagemma per invogliarli ad alzarsi dal letto nonostante i primi dolori da intervento chirurgico. Ma stamattina, mi sono accorta che la nuova costruzione ha coperto la nostra visuale. Stanno costruendo l’ospedale Policlinico nuovo, e dal reparto di chirurgia primo piano il centro di Milano non si vede più. In che zona e’ l’ospedale dove lavori? Ma sei tanto vicina al duomo? Quante volte nel corso di questi anni mi hanno fatto questa domanda. Quante volte nel rispondere ho pensato alla crepa dentro di me di una Milano così diversa: da una parte il centro sfarzoso, a pochi passi un ospedale enorme pieno di sofferenza e di finestre con la luce sempre accesa. Luci delle vetrine vs luci delle stanze di degenza. Non credete a chi vi dice che in ospedale non esiste giorno notte, vi sta dicendo una bugia. In ogni reparto esiste sia il giorno che la notte. In ogni reparto ci sono vite, cuori e pensieri. La mattina si aprono le finestre: il collegamento sul mondo, soprattutto per i pazienti che non possono uscire così agevolmente dalle loro stanza. E come se aprendo quelle finestre buttassimo fuori un po’ di dolore e sofferenza e prendessimo dalla bella Milano un po’ di energia, un po’ di colore. Quante volte nel mio giro letti mattutino ho rubato emozioni e profumi a via della commenda e a via della marmora: due vie stupende di Milano che cullano i nostri letti. Un abbraccio tra bellezza e sofferenza. Questa mattina ho assistito il signor Gino, 70 anni, in terza giornata post chirurgica per un intervento abbastanza importante. Mi ha accolto con il sorriso perché la promessa di oggi era arrivare dalla camera 1 alla camera 9, obiettivo: madonnina del duomo. Non è stato facile portarlo fuori con l’asta con le flebo e i drenaggi, ci siamo fermati diverse volte, abbiamo chiacchierato. 15 minuti. Ci abbiamo messo 15 minuti per raggiungere in sicurezza la finestra migliore per la nostra visuale. “Mi spiace tantissimo! Non mi ero accorta nella fretta di questi giorni che i lavori hanno superato la nostra altezza e non si vede più il duomo”. Gli ho detto queste parole, gli ho stretto la mano… Mi sono preparata al peggio… Invece questo paziente mi ha sorpreso…. “ signorina, ci ho messo 15 minuti ad arrivare qui… anche se io non lo vedo, il duomo e’ esattamente lì. Non bisogna vedere con gli occhi sempre, a volte basta sapere che le cose belle ci sono e ci fanno compagnia”. Gli ho sorriso, a volte le parole non servono. Gli ho sorriso, e ho ringraziato la bellissima Milano che da sempre ci protegge e non ci fa sentire soli in questi immensi corridoi. Traffico, tram, negozi, voci: anche queste cose fanno parte della terapia. La Milano che scorre con la Milano immobile. La Milano che pulsa, con la Milano che combatte. Mi sento fortunata, c’è chi viaggia per anni, io in 15 minuti ho raggiunto questa felicità. Ho preso per mano il mio paziente, e siamo ritornati nella nostra stanza. A volte la felicità è’ ad un passo da te.