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15/10 2021
Salute

Fear of Missing Out: FOMO o la paura di essere tagliati fuori

— di Valentina Meschia

Una storia di due amiche, i social, i like e la paura di essere escluse

La paura di essere tagliati fuori, la cosiddetta FOMO - Fear of Missing Out, la conoscevamo bene Arianna e Gaia, non perché l’avessero provata, ma per aver ascoltato alcune lezioni a scuola con una psicologa. Per certi versi però dovevano ammetterlo: era anche interessante, nonostante sembrasse così surreale che a 16, 20 o 25 anni si potesse per così dire impazzire perché nessuno ti fila sui social come avresti voluto. E ogni volta Arianna e Gaia scherzandoci su, pensavano che fossero solo degli sfigati fuori di testa. Mai si sarebbero aspettate di caderci un giorno anche loro.

 

Ma facciamo un passo indietro: chi sono Gaia e Arianna? E cosa c’entrano i social e la FOMO con loro?

Arianna e Gaia si conoscono dall’asilo. Inseparabili amiche sono cresciute insieme condividendo tutto ed appoggiando l’una gli interessi dell’altra. Gaia amante della moda spendeva la sua paghetta per comprare vestiti e trucchi, e sperimentava nuovi look. Da lì cominciò a farsi selfie e a farsi fare foto dalle amiche o da suo fratello: così tanto per vedere come stava. Arianna invece era una sportiva, amava felpe e tuta, e da qualche anno era nella squadra di nuoto sincronizzato. Ci teneva molto al suo corpo e ogni giorno si allenava andando a correre e facendo esercizi in casa. Le due amiche, tanto diverse fra loro, in realtà si completavano e si divertivano insieme. Ogni tanto Gaia accompagnava l’amica al parco, non tanto per correre, ma per farsi dei selfie carini – diceva.

Una mattina mentre andavano a scuola Gaia entusiasta disse all’amica che aveva una sorpresa per lei e di cercare su Tik Tok e su Instagram ‘Axi & Iaia’. Arianna inizialmente confusa e sorpresa non capiva perché Gaia avesse creato quei profili dove c’erano video di lei che faceva ginnastica, foto insieme a Gaia e selfie alla moda dell’amica… Ma poi vedendo i like ed i commenti la cosa le piacque, non pensava di essere così interessante. Arianna non era mai stata social, non le interessava apparire e la stupì molto vedere i commenti di molte ragazze che le chiedevano consigli sugli esercizi da fare in casa, sull’abbigliamento sportivo, se seguisse una dieta particolare e come fosse il nuoto sincronizzato. E non mancavano apprezzamenti, cuori ed emoticon/gif divertenti. Ad Arianna non era ben chiaro perché Gaia avesse voluto mettere sui social la loro amicizia e vita personale, ma la cosa rendeva felice l’amica e quindi l’accettò. Aveva anche apprezzato la scelta del nome dei profili: solo loro si chiamavano così. Ora però a quanto pare non era più un segreto, ma non la turbò. I giorni passavano e tutto sembrava normale: Gaia con la sua passione per la moda, tra foto e video, ed Arianna con il suo sport. Quando un pomeriggio capitò una cosa inaspettata. Fuori pioveva, le amiche stavano studiando insieme, ma Gaia era molto distratta continuava a guardare le sue foto, poi i social, poi il telefonino, il computer: sembrava un’ape impazzita ed ogni minuto che passava sembrava sempre più agitata. Era entrata in un loop ansioso ossessivo, segno tipico della FOMO.

Arianna chiuse il libro e chiese a Gaia cosa la turbasse tanto e lei iniziò a biascicare che non capiva cosa non funzionasse nelle sue foto perché lei era sempre la stessa, ma il numero dei like era calato ed anche i suoi video non avevano più tante visualizzazioni. E poi il problema più grande che la bloccava era decidere cosa pubblicare nei giorni seguenti, perché NULLA sembrava andare bene e convincerla, e si lamentava di non avere neanche più soldi per comprare un nuovo maglioncino. Mentre Gaia parlava, ad Arianna ritornarono in mente le parole della psicologa: “Scegliere di condividere una foto o un video su un social può essere altamente stressante da far impazzire. Può sembrare strano ed esagerato, ma può capitare a tutti e a tutte le età poiché ogni like o commento positivo è un punto in più per l’autostima ed è per questo che scegliere cosa condividere può portare ansia”.

Arianna non poteva crederci, non si era resa conto che la sua migliore amica soffriva di FOMO. Eppure aveva dovuto accorgersene. La fissazione sempre più incalzante di fare video e foto, perché non bastavano mai, la scelta di filtri per migliorare la sua immagine, il guardare il telefonino quasi come un tick compulsivo, la titubanza nel mettere un contenuto rispetto ad un altro, l’aver aperto anche un canale YouTube per essere una Vlogger di tendenza e diventare influencer come i Fedez, le assenze a scuola per dei presunti mal di pancia, quando invece tutto dipendeva da un click, da un fottutissimo click.

“I like non sono mai abbastanza. Ogni foto, post, video o reel è a caccia di apprezzamenti, follower e commenti. E visto l’impegno che ci si mette a pubblicare, a creare contenuti, a scrivere caption accattivanti, si ritiene che sia più che dovuto ricevere un feedback da chi sta dall’altra parte. Se no perché fare tanta fatica? E questo porta a delle aspettative che se non vengono soddisfatte causano ansia. Dovete sapere ragazzi che i like sono come delle droghe. Arianna era rimasta molto colpita da questa frase. La psicologa stava sicuramente esagerando solo per spaventarli, ma la spiegazione scientifica che aveva dato in effetti sembrava avere un senso. “I like che riceviamo attivano nel nostro cervello il circuito della dopamina, un neurotrasmettitore in grado di procurarci piacere, ma anche alla base della dipendenza. Più like ricevo, più dopamina viene rilasciata e più avrò voglia di condividere ed usare i social: proprio come una droga". E mentre Arianna ripensava agli incontri con la psicologa, osservava Gaia che continuava a scrollare lo schermo del suo telefonino, fermandosi ogni tanto a leggere dei commenti.

In quegli incontri però non era stato insegnato loro la cosa più importante: come aiutare un amico in difficoltà? Arianna non sapeva proprio cosa dire anche perché sembrava che ogni parola fosse sbagliata e che l’amica non l’ascoltasse, anzi negava assolutamente di avere l’ansia da social, che non le importava dei like o di alcuni commenti poco carini, ma era chiaro che non era così: un commento negativo vale più di mille like perché il cervello memorizza immediatamente gli eventi negativi, mentre pone meno attenzione a quelli positivi. È un meccanismo innato ma sul web viene associato alla nostra reputation, a quello che gli altri pensano di noi e ha ripercussioni amplificate a livello emotivo proprio perché online ho una pubblico potenzialmente infinito. Questo va a colpire molto l’autostima soprattutto nei giovanissimi”.

Ad Arianna non restava che fare solo una cosa: parlare con i genitori di Gaia. Probabilmente l’amica l’avrebbe odiata, ma non poteva lasciar correre ed essere complice della sua autodistruzione. Era necessario che Gaia fosse seguita da dei professionisti per curare la sua ansia da social.

Passò qualche settimana e Gaia chiese ad Arianna di incontrarla. Non erano mai state lontane così tanto. L’amica aveva un’altra sorpresa per lei, ma questa volta era diverso: insieme a lei avrebbe spento tutti i profili ‘Axi & Iaiae messo da parte il telefonino per andare a fare una bella corsa al parco. Sapeva che con la complicità dell’amica sarebbe riuscita a dedicarsi al digital detox come le era stato raccomandato dai medici: e ben presto si rese conto che prendersi pause quotidiane dalla tecnologia era davvero un toccasana anche se mesi prima sembrava impossibile.