Mirella e Gilberto, un rene per due vite
— di Valentina Castellano Chiodo
Una storia d’amore, la donazione del rene al marito e il futuro migliore per una “grande famiglia”
Può un rene trasformarsi in un simbolo d’amore? Per Mirella e Gilberto, anime gemelle da 26 anni e marito e moglie da quasi 18, la risposta è sì. Per entrambi non c’è solo la fede al dito a ricordare la forza della loro unione, ma c’è stata la consapevolezza di una scelta importante, del donarsi l’uno all’altro, proprio come recita la formula nuziale, in salute ma soprattutto “nella malattia”. Quella fortunata compatibilità, non solo di anime affini, si è rivelata essenziale quando Mirella ha potuto donare al marito un rene, quell’organo vitale, che oggi per loro rappresenta più che un simbolo d’amore, ma una conferma di futuro.
Dai reni malati alla strada della donazione
La loro storia è iniziata 26 anni fa, quando si sono incontrati per la prima volta e mai più lasciati. Dopo 9 anni di fidanzamento, il matrimonio e il desiderio di crescere insieme con tanti figli li porta a presentare la domanda di adozione al tribunale dei minori di Milano: poi la chiamata e la partenza con destinazione Perù per incontrare i tre piccoli che possono adottare, trasformando il sogno di creare quella “grande famiglia” in realtà.
Passano così i primi 6 mesi insieme, carichi di impegni e gioie insieme ai ragazzi, ma un giorno, inaspettatamente, dopo una delle tante donazioni di sangue, dagli esiti degli esami di Gilberto si scopre un valore preoccupante: la creatinina risulta particolarmente alta ed è necessaria una visita nefrologica di controllo, per valutare la funzionalità dei suoi reni. L’esito è grave: il medico spiega loro che i reni policistici di Gilberto prima o poi avrebbero smesso di funzionare e che sarebbe stata inevitabile ricorrere alla dialisi. Uno spiraglio? La possibilità di sottoporsi a un trapianto di rene, possibile anche grazie a un donatore vivente.
Essere “compatibili”: mano nella mano, verso il trapianto
E così ecco un’altra prova d’amore di Mirella e la spontaneità della sua domanda: “Posso essere io a donare il rene?”. Alla risposta affermativa dei medici si aggiungeva un aspetto fondamentale: il punto era di essere compatibile e in perfetta salute. Per Gilberto i dubbi erano tanti, ma arriva il momento di contattare il Centro Trapianti del Policlinico di Milano dove dal primo colloquio, i professionisti che li seguono elencano alla coppia le numerose visite da fare e la necessita di tutti gli esiti positivi degli esami, che avrebbero dovuto garantire il buono stato di salute della donatrice. È il 16 Marzo 2023 quando la funzionalità renale di Gilberto diminuisce ed è costretto a entrare in dialisi ma, qualche giorno prima, la notizia più bella gli rende tutto più leggero: Mirella è compatibile e c’è già una data del trapianto, fissata a poco più di un mese, il 24 Maggio 2023.
L’energia del rene: una battuta e un sorriso da ricordare
Arriva la sera in cui si sottopongono entrambi all’intervento: Mirella riposa in camera con gli occhi chiusi e attende fiduciosa notizie del marito, mentre Gilberto è ancora in sala operatoria. Il chirurgo terminata l’operazione esce per avvisarla, regalandogli una frase piena di adrenalina che non dimenticherà mai: “Il trapianto è andato bene, il rene è partito a bomba!”. La mattina del giorno seguente Mirella raggiunge Gilberto nella sua camera, per guardarlo negli occhi e scambiarsi un enorme sorriso. È il momento della gioia e della gratitudine, come lo è ogni giorno dal giorno del trapianto, da quando quel rene ha salvato due vite e una “grande famiglia”.
Oggi Mirella, Gilberto stano bene e raccontano la loro storia agli altri. Cos'è la donazione di organi per voi?
Mirella: “Per me significa dare la possibilità di vivere a un’altra persona".
Gilberto: “Per me è un atto di vero amore verso il prossimo”.
Un rene per due vite, il futuro per mamma e papà: come avete raccontato ai vostri bambini la storia della donazione e soprattutto la vostra scelta?
“Innanzitutto gli abbiamo spiegato la patologia di papà, poi abbiamo elencato loro le strade che avremmo potuto percorrere e infine abbiamo condiviso con loro la scelta di affrontare insieme il trapianto, come un atto di amore tra mamma e papà e una via possibile per il futuro della nostra famiglia”.
“Il rene è partito a bomba!”: la frase del vostro medico vi è rimasta impressa con una bella risata condivisa. Ora come vi sentite e cosa volete comunicare a chi è scettico o ha paura della donazione?
“Sono passati 2 anni e 5 mesi e stiamo bene: essere scettici e avere paura è umano, ma la felicità e la gioia che ci ha regalato questo grande gesto d’amore non può che infondere coraggio alle altre persone, questo ci dà la forza ora di superare ogni difficoltà con i nostri figli: donare è la strada…la donazione è vita!”.
C’è un limite di età per donare gli organi?
Non ci sono dei limiti di età, quello che conta è il perfetto stato di salute degli organi e non l’età anagrafica. I medici eseguono accurati esami per stabilire l’idoneità degli organi e dei tessuti prelevati a scopo di trapianto. In questo modo si riduce al minimo il rischio di trasmissione di malattie dal donatore al ricevente.
Scopri di più sulla pagina dedicata alla donazione degli organi.