
Cambio stagione?...Che depressione!
— Di Valentina Castellano Chiodo con la consulenza scientifica di Ylenia Barone, psichiatra del Policlinico di Milano
Il freddo e il tempo grigio ci fanno rattristare, la malinconia dell’autunno ci fa sentire un po’ giù e c’è chi soffre per le stagioni più fredde o il cambio di luce. Leggi consigli e rimedi per ritrovare il sorriso anche quando piove
Esiste davvero la depressione stagionale? Finita l’estate, concluse le vacanze, passeggiando lungo i tappeti di foglie d’autunno si sente già la malinconia. Con l’inverno che incombe per tanti è facile rattristarsi e provare un senso di malumore. Ma c’è un disturbo ben più profondo da conoscere, noto come SAD, ovvero dall’inglese Seasonal Affective Disorder, traducibile in italiano come disturbo affettivo stagionale, una forma atipica di depressione che può interferire pesantemente sulla produttività delle persone e sul modo di vivere giorno per giorno, durando per settimane e persino mesi.
A volte difficile da diagnosticare (perché può essere confuso con la tristezza passeggera), il SAD colpisce la maggior parte dei pazienti che provano malessere per periodi prolungati e ciclicamente ogni anno, principalmente con l’arrivo dell’autunno e dei mesi invernali (meno spesso, con le stagioni più calde, in primavera o all’inizio dell’estate). Per capire meglio cosa accade e come affrontare questo disturbo ci aiuta Ylenia Barone, psichiatra del Policlinico di Milano, specializzata nei disturbi dell’umore.
Come si riconosce la depressione stagionale?
La depressione ad andamento stagionale (Seasonal Affective Disorder) è una forma di disturbo depressivo ricorrente che si manifesta in periodi specifici dell’anno, generalmente in autunno e inverno. Esiste però anche una forma estiva, più rara, caratterizzata da episodi depressivi nei mesi caldi. Entrambe le forme condividono un’origine biologica legata ai cambiamenti della luce solare e del ritmo circadiano, ovvero quel meccanismo biologico interno al corpo che regola, nelle 24 ore, i nostri ritmi, come quello del sonno e della fame, della temperatura e di molte altre funzioni vitali. La caratteristica principale della SAD è che l’episodio depressivo ricorrente si presenti sempre in determinati periodi dell’anno spontaneamente, senza che vi siano stati fattori stressanti di qualunque genere. Un altro elemento essenziale per la diagnosi è che questa ricorrenza si sia verificata regolarmente negli ultimi 2 anni, preferibilmente con inizio dell’episodio in autunno o inverno e termine in primavera, e che il numero degli episodi stagionali superi sostanzialmente quello degli episodi non stagionali nella vita del soggetto.
Che differenza c’è nelle due varianti del disturbo, invernale ed estiva?
Nella variante invernale, i sintomi predominanti includono umore depresso e astenia (debolezza) marcata: i pazienti riferiscono sintomatologia caratterizzata da tristezza, irritabilità, facilità al pianto, affaticamento, letargia, difficoltà di concentrazione, ipersonnia, diminuzione dell’attività motoria ed energetica, voglia irrefrenabile di assumere carboidrati e zuccheri, con conseguente aumento ponderale dovuto all’iperalimentazione. Al contrario, la forma estiva si manifesta con sintomi quali inappetenza accompagnata da perdita di peso, insonnia, agitazione psicomotoria, irrequietezza, ansia, irritabilità e talvolta episodi di comportamento aggressivo. In pazienti con disturbo bipolare, si osserva frequentemente un’alternanza stagionale dei sintomi, con episodi depressivi in autunno-inverno e manifestazioni maniacali o ipomaniacali in primavera-estate.
Perché si soffre di SAD? Chi colpisce?
Si potrebbe dire che ci sono varie cause: fattori biologici e biochimici quali neurotrasmettitori, melatonina e ritmo circadiano. In particolare la depressione stagionale invernale è causata dalla ridotta luce solare, che diminuisce la serotonina e aumenta la melatonina, causando sonnolenza e umore basso. La forma estiva, al contrario, deriva dall’eccesso di luce e calore, che sopprimono la melatonina e destabilizzano la serotonina, portando a insonnia, ansia e irritabilità. Entrambe condividono una sensibilità anomala ai cambiamenti stagionali della luce, una componente genetica che aumenta la vulnerabilità e fattori ambientali e psicologici che modulano l’insorgenza e la gravità dei sintomi: persone con una maggiore sensibilità allo stress o con tratti di personalità predisponenti (es. perfezionismo, ipercontrollo) possono sviluppare più facilmente sintomi depressivi stagionali. E poi ci sono anche le aspettative culturali: l’idea di dover per forza essere “felici d’estate” o “attivi d’inverno” può accentuare il disagio. Il disturbo colpisce più spesso le donne rispetto agli uomini, soprattutto tra i 20 e i 40 anni, e tende a essere più frequente nei paesi del Nord, dove la luce solare è più scarsa nei mesi invernali. Anche chi ha una familiarità con la depressione o trascorre molto tempo al chiuso, può essere più vulnerabile.
Com’è possibile curare e gestire il Disturbo Affettivo Stagionale?
La gestione terapeutica del SAD prevede un approccio multidisciplinare, comprendente:
- Interventi sullo stile di vita: promozione di attività fisica regolare, esposizione alla luce naturale e regolazione dei ritmi sonno-veglia, al fine di supportare i meccanismi fisiologici circadiani.
- Fototerapia: trattamento mediante esposizione quotidiana a lampade a luce intensa (circa 10.000 lux) per 20–30 minuti nelle prime ore del mattino, con evidenze scientifiche consolidate che ne attestano l’efficacia nel mitigare i sintomi depressivi stagionali.
- Psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), specificamente adattata alla SAD, ha dimostrato di ridurre la gravità e la ricorrenza dei sintomi.
- Farmacoterapia: nei casi con sintomatologia depressiva di moderata o grave entità, è indicato l’uso di antidepressivi, in particolare inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), al fine di riequilibrare i neurotrasmettitori coinvolti.
4 consigli per superare la depressione stagionale
1. Esporsi alla luce naturale: passare più tempo all’aperto, soprattutto nelle ore centrali della giornata e fare una passeggiata di 20 -30 minuti può migliorare l’umore.
2. Fare attività fisica regolare: l’esercizio fisico stimola la produzione di endorfine e serotonina. Non serve allenarsi intensamente: yoga, stretching o camminate veloci bastano.
3. Curare l’alimentazione: preferire cibi ricchi di vitamine del gruppo B, omega-3 e triptofano (pesce, legumi, frutta secca, cereali integrali). Meglio limitare zuccheri raffinati e alcol, per non peggiorare gli sbalzi d’umore.
4. Mantenere relazioni sociali attive: parlare e raccontarsi, esprimere il proprio stato d’animo, ama anche ascoltare e non “chiudersi” nel silenzio è un esercizio sano, spesso utile da condividere con amici e familiari.