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25/01 2022
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#RICERCA Mieloma multiplo, da AIRC 163mila euro al progetto guidato da Niccolò Bolli per studiare i meccanismi della malattia

— di Lino Grossano

Ematologo del Policlinico di Milano e professore di Ematologia all’Università degli Studi di Milano, Bolli guiderà un nuovo studio sulle cause di questo tumore del sangue e sui meccanismi con cui si sviluppano le ricadute

Il mieloma multiplo è un tumore del sangue che colpisce ogni anno circa 8 nuove persone ogni 100mila italiani. Uno studio quinquennale del Policlinico di Milano guidato da Niccolò Bolli, medico dell’Unità Operativa di Ematologia, approfondirà i meccanismi con cui si scatena la malattia, ma anche quelli che provocano una sua ripresa dopo una risposta apparentemente completa alle terapie iniziali. Lo studio è sostenuto da Fondazione AIRC, con 163.000 per la prima annualità, e sfrutterà tra le altre cose nuove tecniche d’indagine come il sequenziamento da singola cellula.

Il mieloma multiplo “è un tumore del sangue sempre più trattabile ma non ancora guaribile – spiega Bolli – ed è una sfida per la ricerca. Spesso insorge come rara complicanza di una condizione frequente, chiamata gammopatia monoclonale di significato ancora incerto, e spesso è difficile prevedere chi effettivamente svilupperà la patologia. Alla luce di queste considerazioni assume quindi una valenza ancora più importante il competitivo e generoso grant assegnato da AIRC”.

Obiettivo del gruppo di ricerca è focalizzarsi “non solo sulle cellule tumorali, ma anche sulle cellule del microambiente che con queste interagiscono e che hanno un ruolo sempre più riconosciuto nello sviluppo della malattia – prosegue Bolli –. Vogliamo farlo con nuovi approcci, come quello del sequenziamento da singola cellula all’esordio della malattia, per capire come questo dialogo possa promuovere lo sviluppo del mieloma multiplo. Inoltre, dopo la risposta alla terapia, vogliamo indagare le poche cellule tumorali residue prima che possano dar luogo alla recidiva, per capire come prevedere o addirittura prevenire questo fenomeno”.

Lo scopo ultimo è comprendere meglio cosa causi la trasformazione delle cellule in senso tumorale, e sfruttare queste conoscenze per ideare terapie più efficaci. “Queste informazioni potranno poi essere usate per lo sviluppo di test genetici in grado di valutarne il rischio di evoluzione verso una forma aggressiva. Ciò ci permetterebbe di migliorare la prognosi di questi pazienti attraverso interventi più precisi, messi a punto in base alle caratteristiche individuali della malattia".

Questo nuovo progetto parte da risultati preliminari ottenuti da una ricerca in corso, resa possibile grazie a un finanziamento europeo da parte dello European Research Council (ERC). I risultati dello studio internazionale, coordinato da Bolli, sono stati da poco pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications. “In questo caso abbiamo analizzato il genoma di pazienti con gammopatia monoclonale di incerto significato – conclude l’ematologo –. Confrontando i risultati delle analisi nelle diverse fasi abbiamo osservato come, anche nelle forme inizialmente asintomatiche ma destinate a diventare mieloma multiplo in futuro, il tumore abbia già tutte le caratteristiche genetiche delle forme sintomatiche. Questi risultati rappresentano il punto di partenza del nuovo progetto di ricerca, dove invece ci proponiamo di indagare la malattia al momento di iniziare la terapia".