Donazione organi. Il primo Natale con una sedia vuota e il simbolo dell’albero
— di Valentina Castellano Chiodo
L'incontro annuale per ringraziare le famiglie dei donatori di organi e tessuti al Policlinico di Milano, condividere insieme le emozioni e commemorare i loro cari con un piccolo abete che rappresenta la vita che continua
Quando una madre perde inaspettatamente un figlio o quando un infarto, dopo una vita trascorsa insieme, si porta via un marito, oppure quando quel malore stronca la vita di una sorella o del padre di un bambino piccolo, la vita che resta è difficile da affrontare per chi si sveglia ogni mattina, guarda la realtà e prova improvvisamente quella fortissima assenza. Il Natale arriva, bussa alle porte di ogni casa, anche dove c’è un dolore che a volte sembra insuperabile e in quei letti vuoti, in quelle stanze che poco prima erano piene di vita e allegri ricordi subentra un vuoto, troppo difficile da affrontare da soli.
Al Policlinico di Milano il Coordinamento Ospedaliero per la Donazione di Organi e Tessuti di organi e tessuti (COP) conosce bene queste sensazioni e le emozioni di chi ha perso un proprio caro, perché il team che lavora al fianco dei medici accoglie le famiglie, le segue nel loro percorso di perdita e attraverso l’ascolto, tramite l’aiuto di psicologi, infermieri e rianimatori, si adopera per trovare strade per superare la mancanza e dedicarsi al senso della donazione, un gesto che permette alla vita di continuare in altre forme: attraverso le cornee per guardare con occhi nuovi, dove le valvole del cuore fanno battere un altro petto, quando i polmoni ridonano l’aria e il respiro a una persona gravemente ammalata che aspettava un trapianto per sopravvivere.
Le feste natalizie sono un momento in cui ogni famiglia si riunisce attorno a una tavola e quest’anno guardare quella sedia vuota in qualcuno provoca rabbia e rinforza quel “dolore che graffia”. Ecco perché dal Policlinico di Milano arriva la proposta di appendere al proprio abete un piccolo albero di pezza, un regalo fatto a mano con cura e affetto, e consegnato alle famiglie dei donatori come simbolo del ricordo e del seme di vita, morbido come un cuscino per lenire le ferite. Questo alberello piccolo, ma presente vuole dare una nuova immagine a quell’assenza e ricordare la vita che continua, quella donazione così potente che supera la morte, quegli organi che sopravvivono e tengono in vita quel figlio e quel marito, quella sorella e quel padre che hanno lasciato sulla terra il loro segno per sempre.