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05/08 2025
Salute Chirurgia Oncologia

Tumore dell’endometrio e chirurgia: cos’è la tecnica del linfonodo sentinella?

Con questo approccio si riducono le complicanze post operatorie e si agevola la scelta più appropriata del percorso successivo all’intervento.

Tra le patologie oncologiche ginecologiche, particolare attenzione riveste il tumore dell’endometrio, determinato dalla crescita delle cellule situate in quella parte interna dell'utero dove si localizza ogni gravidanza.

La maggior parte dei tumori del “corpo” dell’utero, ossia della componente a forma “conica” e più ampia, hanno origine proprio da una proliferazione o un danneggiamento delle cellule dell’endometrio.

Endometrio

Le donne che sono colpite da questa forma tumorale hanno spesso un’età adulta e la menopausa è un periodo della vita in cui spesso può arrivare la prima diagnosi. Purtroppo il tumore dell’endometrio è piuttosto diffuso e riguarda, secondo dati italiani del Registro Nazionale Tumori aggiornato al 2023, circa il 5% di tutti i tumori femminili. Valutare precocemente i sintomi e affidarsi a professionisti con esperienza su questa specifica patologia sono di grande aiuto, così come conoscere i fattori di rischio e quei i comportamenti che, quando evitati, corrispondono a un’indispensabile forma di prevenzione. Ne parliamo con Drusilla Rollo, ginecologa del Policlinico di Milano.

Tumore dell’endometrio, da cosa è causato?

Parliamo di possibili cause e queste possono essere diverse, come ad esempio un alterato equilibrio ormonale tra estrogeni e progesterone. Questi due ormoni sono prodotti dalle ovaie e in un contesto fisiologico sono in un rapporto di equilibrio: ci sono però situazioni in cui gli estrogeni prevalgono sul progesterone come nell’obesità, in caso di diabete, di cicli anovulatori o in presenza di alcuni rari tipi di tumori ovarici che producono estrogeni in abbondanza.

Altri fattori associabili sono la comparsa del primo ciclo mestruale sotto i 12 anni e una menopausa tardiva, oltre i 55 anni.

Ulteriori possibili cause si associano al non aver avuto gravidanze, all’avanzare dell’età oppure a una mutazione genetica ereditaria detta Sindrome di Lynch, associata a un aumentato rischio di tumore del colon. L’endometriosi non è una condizione direttamente collegata alla comparsa di questo tumore.

Come si arriva alla diagnosi?

La diagnosi si effettua attraverso una biopsia dell'endometrio che può essere fatta, a seconda dei casi, in ambulatorio o in sala operatoria. Fondamentale è valutare i sintomi che possono costituire il campanello d'allarme per tale patologia e questi sono: perdite di sangue dopo la menopausa, sanguinamenti tra una mestruazione e l'altra, dolore pelvico. Il pap test non serve nel diagnosticare i tumori dell'endometrio.

Quale percorso seguono le pazienti che hanno scoperto di avere un tumore dell’endometrio?

L'ecografia ginecologica costituisce il primo step diagnostico volto a individuare le pazienti a rischio di tumore dell'endometrio. Pazienti con endometrio ispessito, ad esempio, hanno un aumentato rischio per questa patologia. Nella Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano abbiamo recentemente aperto un ambulatorio per le pazienti a elevato rischio di tumore dell'endometrio, osserviamo soprattutto donne in menopausa con sanguinamenti vaginali e con riscontro di ispessimento endometriale cui si aggiunge un indice di massa corporea superiore a 30. Le pazienti con almeno due di queste caratteristiche (ispessimento endometriale, BMI>30, sanguinamento in post- menopausa) possono contattare gli specialisti del Policlinico di Milano.

Il tumore dell'endometrio può intaccare anche alti organi?

Negli stadi avanzati il tumore dell'endometrio può estendersi ad altri organi come i linfonodi iliaci e lomboaortici, le ovaie, il collo dell'utero, il retto e la vescica.

Come si interviene sul tumore dell’endometrio?

La chirurgia rappresenta il principale percorso di cura del tumore dell’endometrio: l’équipe di professionisti del nostro ambulatorio segue le pazienti dalla fase di diagnosi fino all’intervento e nella fase post operatoria. L’approccio mini-invasivo è qui disponibile grazie all’utilizzo della chirurgia robotica attraverso la quale sono ridotti i tempi di ripresa e il dolore post operatorio così come sono meno frequenti le complicanze post operatorie inferiori. La procedura prevede l’asportazione dell’utero, delle ovaie e dei linfonodi sentinella attraverso 4 incisioni inferiori ai 10 mm sull’addome. In alternativa alla chirurgia robotica, abbiamo la possibilità di effettuare la chirurgia laparoscopica sempre con incisioni minime sull’addome. Il ricovero per intervento di isterectomia robotica e laparoscopica con asportazione dei linfonodi sentinella dura tre giorni.

Recentemente sono stati pubblicati degli studi che dimostrano che l'immunoterapia in associazione alla chemioterapia nei tumori in stadio avanzato o in caso di recidiva, migliora la sopravvivenza libera da malattia. Questo trattamento è maggiormente efficace nei casi in cui il tumore presenti delle particolari mutazioni genetiche.

Cosa sono i linfonodi sentinella?

Come indicato dalle più recenti linee guida, utilizziamo la tecnica del linfonodo sentinella, ovvero l’asportazione di due linfonodi localizzati a destra e a sinistra dell’utero, preventivamente colorati da uno speciale colorante. Anche questa tecnica innovativa permette di evitare l’asportazione di tutti i linfonodi con una conseguente riduzione delle complicanze post operatorie e allo stesso tempo ci dà delle importanti indicazioni sull’eventuale trattamento post-operatorio

Cosa comprende il follow up?

Il follow up comprende visite ginecologiche inizialmente quadrimestrali poi semestrali e infine annuali associate ad esami strumentali (tac torace addome e pelvi, ecografia addome, RX torace) e dosaggio ematico del CA 125.

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