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08/05 2025
Attualità Salute

Talassemia un secolo dopo: la rivoluzione dell’editing genomico per le forme più complesse

— di Redazione, con la consulenza scientifica di Giovanna Graziadei, ematologa e internista

È passato un secolo da quando, per la prima volta, è stata osservata una particolare malattia del sangue: la talassemia, una patologia ereditaria che colpisce i geni dell’emoglobina – la proteina chiave per il trasporto dell’ossigeno nel corpo umano. Le forme più gravi necessitano di terapie trasfusionali per tutta la vita. Oggi, però, grazie alla ricerca, sono disponibili terapie avanzate – come il gene editing – che offrono una concreta possibilità di guarigione.
Per approfondire le ultime frontiere terapeutiche, ne abbiamo parlato con Giovanna Graziadei, responsabile del Centro di Riferimento e di Coordinamento Regionale per la Diagnosi e la Cura della Talassemia della Medicina ad Indirizzo Metabolico, diretta dalla Prof.ssa Fracanzani, del Policlinico di Milano.

 

Era il 1925 quando negli Stati Uniti fu osservata per la prima volta una rara malattia del sangue: il Morbo di Cooley, una forma di anemia emolitica cronica che attualmente rappresenta una delle malattie genetiche ereditarie più frequenti nel bacino del Mediterraneo. È caratterizzata dalla presenza di globuli rossi alterati per forma e grandezza ed è causata dall'alterazione dei geni coinvolti nella sintesi dell'emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi responsabile del trasporto dell’ossigeno ai tessuti. I primi casi descritti riguardavano bambini di origini italiane e greche e, col tempo, si confermò una maggiore diffusione della malattia nell’area del Mar Mediterraneo, motivo per cui la patologia fu denominata Talassemia (dal greco thàlassa – mare, e haîma – sangue), o Anemia Mediterranea.
Esistono diverse forme di Talassemia, Trasfusione-Dipendente (Major) e Non Trasfusione-Dipendente (Intermedia). In Italia le persone affette da Talassemia sono più di 7.000; si stima che i portatori sani di Talassemia siano circa 2.000.000. I pazienti affetti dalle forme più gravi di Talassemia, per poter sopravvivere, devono essere sottoposti cronicamente a regolari trasfusioni di sangue; questa terapia costituisce pertanto una terapia salvavita ed è quindi fondamentale che le donazioni di sangue siano sempre attive. Le trasfusioni di sangue forniscono globuli rossi ricchi di emoglobina “sana” e correggono temporaneamente l’anemia; ciò permette di migliorare la qualità della vita e prevenire complicanze gravi, come l’insufficienza d’organo o il ritardo di crescita nei bambini. Tuttavia, le trasfusioni comportano rischi a lungo termine, come il sovraccarico di ferro, che richiede terapie ferro-chelanti necessarie per proteggere organi vitali come cuore e fegato.

Fino a pochi anni fa, l’unica opzione terapeutica volta alla guarigione della patologia era il Trapianto di Midollo Osseo, gravato dalle difficoltà dovute al reperimento del donatore compatibile e dalle potenziali complicanze relate alla procedura trapiantologica stesssa. Negli scorsi anni la Gene Therapy “additiva”, oggetto di studio ed applicazione in Trials Clinici ed oltre, ha offerto una valida alternativa al Trapianto di Midollo Osseo per quei pazienti per i quali non era disponibile un donatore compatibile.
Le nuove frontiere terapeutiche che utilizzano tecniche avanzate di gene editing, si basano sulla tecnologia CRISPR/Cas9 e agiscono inducendo la riattivazione della sintesi di emoglobina fetale – normalmente presente solo durante la vita intrauterina – che può compensare, almeno in parte, il deficit dell’emoglobina adulta.
Rispetto al trapianto tradizionale, questa terapia prevede una prima fase di “mobilizzazione” delle cellule staminali del paziente, che vengono prelevate, modificate geneticamente in laboratorio e reinfuse nel paziente preventivamente sottoposto a chemioterapia mieloablativa, come avviene negli autotrapianti di midollo.

Si tratta di un percorso impegnativo sotto diversi punti di vista e, per ora, rivolto a un numero limitato di pazienti che presentano le determinate caratteristiche cliniche,” spiega Giovanna Graziadei. “Questa terapia rappresenta una grande opportunità: consente ai pazienti di non dipendere più dalla terapia trasfusionale; tuttavia resta fondamentale un corretto follow-up.”
È una terapia avanzata e innovativa, resa possibile dagli ottimi risultati ottenuti nei Trials Clinici eseguiti a livello Nazionale ed Internazionale. È ammessa nel programma PRIME in quanto terapia ad elevato interesse per la salute pubblica; in questo contesto, l’EMA - Agenzia europea per i medicinali offre un supporto precoce allo sviluppo di tali terapie con potenziale innovativo, al fine di facilitare e accelerare l’iter autorizzativo e l’accesso precoce tramite il Fondo Nazionale AIFA solo per pochi pazienti nei quali, oltre ad essere presenti corrette indicazioni cliniche, siano individuabili caratteri di urgenza” aggiunge. “Grazie alla preziosa sinergia con l’équipe del Centro Trapianti di Midollo Osseo dell’Ematologia, diretta dal prof. Francesco Passamonti, stiamo rendendo concreto anche per i nostri pazienti l’accesso a questa nuova possibilità terapeutica.

Nel Centro avviene la presa in carico in toto del paziente talassemico e la gestione clinica e terapeutica delle comorbidità relate alla Talassemia, mediante l'attività di un team multidisciplinare altamente specializzato.
Il team del Centro è impegnato anche nell’attività di Ricerca, sia di base, sia clinica, di tipo osservazionale e sperimentale, a livello nazionale e internazionale nell’ambito di studi multicentrici. In particolare il Centro è stato ed è il Coordinatore Internazionale di numerosi Studi Clinici Multicentrici, che hanno portano alla registrazione di farmaci ferro-chelanti orali e farmaci attivi sull'eritropoiesi extramidollare; il Centro è stato inoltre coinvolto in uno Studio Clinico Internazionale di Terapia Genica, terapia basata sulla correzione del difetto genetico a livello delle cellule staminali che danno origine a tutte le cellule del sangue (cellule ematopoietiche). I risultati di questi studi sono stati pubblicati e sono consultabili su autorevoli riviste scientifiche.
Il Centro è parte delle Reti Europee dedicate alle Malattie Rare (ERN), in particolare è inclusa nella Rete EuroBloodNet; in questo contesto collabora ed è coinvolta nell’organizzazione di eventi formativi di medici e biologi/biotecnologi provenienti da tutto il mondo, quali Preceptorship di settore, clinici e di laboratorio.

08 Maggio - Giornata Mondiale della Talassemia
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