
SUPERNOVA
— Marina Lauro
Caro diario,
Mi fa strano scriverti, ma da quando sono ricoverato è diventato davvero il mio momento per ritrovarmi; anche a 20 anni un foglio di carta e una penna possono essere una grandissima scoperta per stare meglio.
Ho messo un po’ di musica a caso su Spotifiy e il mio telefono ha deciso di regalarmi un brano che dice tutto di come mi sento oggi:
“Ci vorrebbe un amico per dimenticare il male, ci vorrebbe un amico qui per sempre al mio fianco, ci vorrebbe un amico nel dolore e nel rimpianto”. Canta così Antonello Venditti nella sua bellissima canzone, canto così anche io mentre penso a Claudio che ieri ha salutato la nostra stanza, lasciando vuoto il letto 8b lato finestra.
“Io voglio stare in camera da solo”. Mi viene da ridere se penso che quando sono entrato - ormai più di un mese fa - è stata la prima frase che ho detto all’infermiera dell’accettazione.
All’epoca mi sembrava giusto così. Dovevo fare un intervento lungo, e contavo sugli amici che vivono a Milano per allietare le mie giornate di solitudine post operatoria.
Ospedale Policlinico di Milano, Padiglione Zonda, reparto di Chirurgia Generale, letto 8a.
Quante volte ho scritto questo messaggio, a quante persone, a quanti amici: sono stato però molto deluso dal risultato. Vivere a Milano non è una passeggiata: è una città frenetica, che ti inghiotte nel suo caos e nei suoi tempi sempre così veloci.
Lavoro, casa, spesa, uscite, contrattempi, cinema, teatro, eventi, riunioni: tra una cosa e l’altra i miei amici di sempre hanno fatto un po’ fatica a venirmi a trovare, e a passare del tempo con me. Io che di tempo, per una volta, ne avevo davvero da vendere.
Non li condanno, anche io fuori dalle mura ospedaliere faccio una vita così fitta da dimenticare a volte di fermarmi a respirare un po’. Poi però è arrivato Claudio, 22 anni, della provincia di Milano anche lui, stessa patologia, stesso intervento. E… stesso bagno, stesso tavolo per i pasti, stesso telecomando di un unico televisore, stessa stanza insomma.
Era solo un compagno di stanza quando è arrivato, ma ora che se n'è andato e che sono passati quasi due mesi posso dire di aver davvero trovato un amico. Non un amico del momento, non un amico di convenienza, non un amico solo per dire… Un amico autentico.
Abbiamo condiviso insieme il dolore della malattia, abbiamo accarezzato ognuno il dolore, il silenzio e la rabbia dell’altro.
Ci siamo conosciuti e riconosciuti in sfumature che solo noi conosciamo e a cui sappiamo dare nome e forma.
Che cosa è davvero un'amicizia? In una grande città come Milano, poi, è davvero possibile?
Sì, se questa amicizia fonda basi sul tempo insieme, quello che spesso manca nella vita di tutti i giorni.
Quante ore passiamo davanti alla tv o al cellulare?
Ecco, io e Claudio quel tempo lo abbiamo passato l'uno davanti all'altro. Nella nostra camera con vista Milano ci siamo sbizzarriti e ci siamo dedicati del tempo per noi, evento raro nella vita di tutti i giorni.
Amicizia ed energia: ecco il segreto. Una buona amicizia si basa sull’energia e sul tempo che ognuno può mettere in campo.
Proprio come un'esplosione, io e Claudio abbiamo creato una bellissima relazione che non intendiamo abbandonare. L’ospedale, che è stato il nostro cielo, ci ha permesso di incontrarci e di legarci.
Chiudo questa pagina di diario con il compito che mi ha dato la psicologa del reparto: dare ad ogni giorno una parola per descriverlo. Prendo il pennarello più bello che ho e con uno stampatello maiuscolo scrivo SUPERNOVA*.
Perché pensando a Claudio, che tra poco verrà a trovarmi, la nostra amicizia si chiama proprio così.
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* Una supernova è un evento astronomico di straordinaria intensità in cui una stella esplode violentemente, emettendo una quantità enorme di energia e generando un’intensa emissione di luce e radiazioni. Durante una supernova, una stella raggiunge il suo culmine di luminosità, spesso superando l’intera galassia in cui si trova. È uno degli eventi più spettacolari dell’universo e può essere così luminoso da essere visibile anche da grandi distanze sulla Terra.