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13/03 2024
Salute

Diagnosi precoci per proteggere la salute dei reni

— di Redazione

Grandi poco più di un pugno, nascosti dietro la schiena, lavorano instancabilmente 24 ore su 24 e 7 giorni su 7: stiamo parlando dei reni, gli spazzini del nostro organismo ma non solo. Oltre a eliminare le sostanze di rifiuto con l’urina, filtrano il sangue e riassorbono le varie sostanze mantenendole in un giusto equilibrio. Spesso diamo per scontato il loro lavoro e ce ne accorgiamo solo quando si ammalano. Eppure, basta poco per valutare la loro salute così da intervenire tempestivamente in modo mirato.

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Castellano, direttore della nostra Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene e professore associato dell'Università degli Studi di Milano.

 

Perché l’insufficienza renale viene definita killer silenzioso?

Le malattie renali spesso si sviluppano in modo silenzioso, senza dare segnali chiari soprattutto nelle fasi iniziali della patologia. Proprio per questo, l'insufficienza renale cronica viene infatti in molti casi scoperta quando ormai i reni hanno perso quasi completamente la loro capacità di ripulire l’organismo dalle sostanze di scarto evitando che si accumulino nel sangue. Basterebbero semplicissimi esami per riconoscerla prima così da intervenire in modo mirato per rallentarne l'evoluzione

 

In che modo possiamo mantenere in salute i reni?

Il primo passo è adottare uno stile di vita sano. Un altro aspetto fondamentale è quello dei controlli periodici, soprattutto dopo i 40 anni quando i reni tendono a perdere la loro normale funzione. Superata questa età tutti dovrebbero sottoporsi a uno screening della funzione renale. Quando però sono presenti fattori di rischio - come fumo, ipertensione, obesità e sedentarietà - o familiarità per le malattie renali, è importante anticipare i controlli. Inoltre, è fondamentale non sottovalutare possibili campanelli d'allarme come sangue nelle urine, affaticamento intenso, prurito, gonfiore alle caviglie. Con un esame delle urine e della creatinina nel sangue è possibile capire come stanno i propri reni.

 

Quali sono le terapie per l'insufficienza renale cronica?

Una volta stabilita la sua presenza, bisogna intervenire sulla causa quando è possibile. Nel caso, ad esempio, dell’ipertensione ci sono diversi farmaci che rallentano la progressione del danno renale, come gli ace-inibitori e i sartani, che riducono la pressione arteriosa. Di recente, si sono aggiunte le glifozine, nate come farmaci anti-diabetici, ma poi rivelatesi protettive nei confronti sia degli eventi cardiovascolari sia di quelli renali, e non solo nei pazienti diabetici. Quando la terapia farmacologica non è più sufficiente, bisogna ricorrere alle terapie sostitutive, ovvero la dialisi e il trapianto renale.

 

A che punto è la ricerca in Policlinico per questa patologia?

Nel nostro laboratorio di ricerca è attivo un progetto per valutare il ruolo di alcune molecole che contribuiscono allo sviluppo di infiammazione, aterosclerosi e stress ossidativo, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e accelerando la progressione della malattia renale cronica.