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27/10 2021
Attualità

#SOCIAL. L’alba in terapia intensiva... Quando la medicina diventa poesia

Milano, 6.00 am.

Controllo il paziente, l’emogas, i drenaggi, i bilanci.

Tutto in automatico.

Mi fermo

guardo fuori  

nello spiraglio tra il monitor e le infusioni.

È l’alba.

L’alba in terapia intensiva è un simbolo

un segno che qualcosa potrebbe cambiare.

È un turno che finisce   

per altri comincia.

La luce dell’alba porta via il buio e i dolori

i volti nascosti da maschere.

Arriva la speranza.

È il risveglio dalla sedazione

è respirare di nuovo.

L’alba in terapia intensiva è emozione.

Sono le occhiaie di chi ha lavorato tutta la notte  

per quel paziente che a volte non ce la fa.

È la stanchezza dopo una notte insonne di una famiglia che aspetta notizie.

È il dolore quando quella famiglia è la tua.

Uomini si incontrano

mani si stringono

lacrime scorrono 

telefoni squillano

persone corrono

mentre tutto fuori per un attimo si ferma.

Milano, 6.10 am.  

L’alba in terapia intensiva è tante cose

tocca solo a noi scegliere quali.

 


Questa poesia di Alessandro Galazzi infermiere del Policlinico di Milano e Michele Stellabotte infermiere all'Ospedale Niguarda è stata pubblicata sulla rivista scientifica Intensive Care Medicine.
Leggi il testo in inglese, clicca qui




 


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