
Piacere sono Ezio Belleri, il nuovo direttore generale
— di Monica Cremonesi
Ha guidato gli Spedali Civili di Brescia, il più grande ospedale della Lombardia con 4 presidi e oltre 6 mila dipendenti, dove ha dovuto gestire il caso Stamina, uno degli eventi mediatici più controversi della sanità internazionale. Una gatta da pelare che avrebbe fatto impallidire chiunque, ma non un bresciano cresciuto a pane e determinazione. Regione Lombardia dal primo gennaio lo ha chiamato a dirigere il nostro Policlinico, primo Istituto pubblico in Italia per qualità della ricerca. E lui cosa fa? In solitaria, prima di prendere servizio viene a Milano, fa un giro dentro e fuori i padiglioni e l’area di cantiere su cui sorgerà, anche col suo aiuto, il Nuovo Policlinico nel 2023.
La solitudine del capo. Quella solitudine che cerca anche in montagna dopo ore di riunioni e incontri.Non lo ammetterebbe mai, ma a modo suo è un manager social: oltre ai vertici vuole conoscere tutte le prime linee per condividere le scelte di governo aziendale. Ci vorrebbe parlare di persona! Già perché lui ha il mito di Oriali, sì, proprio quello lì, quello che Ligabue canta in una sua famosa canzone: "Una vita da mediano con dei compiti precisi / a coprire certe zone a giocare generosi. Lì sempre lì, lì nel mezzo / finché ce n’hai stai lì…"
Ben arrivato e buon lavoro. Ci aiuti a conoscerla meglio, anche come persona. Quali sono i momenti più importanti della sua vita?
Un incidente in moto a 19 anni ha cambiato il mio modo di vedere e pensare. Da allora, da giovane esuberante con idee ribelli mi sono ricollocato e la mia vita è cambiata. Senza quell’episodio non sarei quello che sono oggi. Ho apprezzato le persone su cui contare sempre, in primis la mia famiglia. Poi direi la nascita di mio figlio Gianluca, ora 27enne: mi hanno messo questo piccolino in braccio e ho provato nello stesso istante una gioia immensa e una grande responsabilità. Ho pensato “lui mi accompagnerà per il resto dei miei giorni e dovrò proteggerlo e costruire per lui una vita felice”. E poi la perdita del mio papà, esattamente 20 anni fa. Troppo presto.
E in ambito professionale?
Il primo incarico di direttore amministrativo a 38 anni. Una svolta. Lì ho imparato che quando sei alla guida gestionale, dove le certezze non ci sono mai, gli aspetti tecnici non bastano, devi fare la scelta dei collaboratori e valutare le persone, prima di tutto. E poi la nomina al Policlinico di Milano, un riconoscimento che cercherò di onorare al meglio.
Fa sport?
A livello amatoriale ho giocato a basket e a calcio; ora amo la montagna, faccio trekking, soprattutto in estate. In solitaria. Competo con me stesso. Gioco da “solo”, dopo tante ore tra persone e riunioni.
Un libro che ha letto?
Sono appassionato di fantascienza e fantasy, mi piace Asimov e la Trilogia della Fondazione sono i libri che consiglio di leggere.
Ultima mostra?
Tintoretto, qualche settimana fa a Venezia.
Ha un cane?
In famiglia abbiamo una “cagnolina” di 30 kg, Laila, viene in montagna con me.
Cucina?
Poche volte; io e mia moglie siamo un team vincente nell’ospitalità, lei fa ricerca culinaria e io sono attento ai dettagli.
Quale squadra di calcio tifa?
L’inter.
Che mi dice di Oriali, una vita da mediano, come canta Ligabue?
Mi fa venire in mente chi fa il lavoro pesante di tutti i giorni, oscuro e faticoso e non viene visto, ma di per sé è insostituibile. Apprezzo queste persone e tendo ad andare a scovare gli “Oriali” all’interno dell’organizzazione. Non voglio conoscere solo i vertici ma tutte le prime linee. Se non ci riesco di persona confido nei team dei dirigenti per far arrivare a tutti le motivazioni delle scelte che governano il nostro ospedale.
Se un bambino le chiedesse “che lavoro fai”, che cosa risponderebbe?
Sarei in difficoltà, direi che “cerco di mettere a disposizione di chi lavora in ospedale tutto ciò di cui c’è bisogno per curare i malati nel miglior modo possibile”.
Ai medici, infermieri e collaboratori quale idea di Direttore Generale vuole trasmettere?
Chiedo disponibilità, onestà intellettuale e volontà nel comprendere e condividere le decisioni: solamente così sarà possibile attuare scelte gestionali nell’interesse dell’ospedale e della collettività.
Cosa distingue una azienda da un’altra?
Il contesto, la storia, ma soprattutto le persone che ne plasmano le caratteristiche e ne definiscono quotidianamente l’evoluzione.
Il suo metodo di lavoro che ritiene vincente per creare un sistema che funzioni?
Dialogo e condivisione con tutti i collaboratori, finalizzato ad ottenere un obiettivo comune che deve essere quello di offrire le cure e l’assistenza migliori ai malati. E poi è fondamentale avere idee con un disegno condiviso e portare avanti interventi graduali con sistematicità. “Mangiare l’elefante a piccoli pezzi”, come insegnano in ambito universitario. Non amo i grandi proclami e all’entusiasmo devono corrispondere i risultati.
Tutti ricordano il caso Stamina*, quale è stato il suo ruolo?
Per semplifi care una situazione molto complessa, direi di aver cercato di svolgere, e confi do di esserci riuscito, la funzione di garante di un sistema sanitario che pone il paziente al centro ed opera nella certezza del fatto che la medicina è una scienza e non un’opinione.
Quali sono state le prime impressioni sul Policlinico di Milano?
Ho avuto molte conferme e piacevoli sorprese. Per esempio l’entusiasmo delle persone che ci lavorano e le moltissime prestazioni di grande qualità, che certamente superano l’ottima reputazione che già il Policlinico possiede e sulle quali dobbiamo continuare ad impegnarci
Ora che cosa l’aspetta?
Una grande sfi da. Diversi progetti, tra cui il Nuovo Policlinico da costruire. Lavorerò passo dopo passo consapevole di poter contare su un’ottima squadra.
La riforma della sanità regionale ha portato diverse novità, per esempio la presa in carico per il paziente cronico e l’integrazione con i servizi del territorio. Il Policlinico quale ruolo ha?
Ciò che il Policlinico sa fare molto bene è erogare prestazioni specialistiche di alto livello e qualità. I nostri specialisti, oltre a curare i pazienti cronici e fragili che sono già in carico al Policlinico, sono gli alleati ideali per i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta, che sono i professionisti più indicati per esercitare le funzioni di Clinical Manager, e quindi seguire in modo completo il paziente nei suoi molteplici percorsi di cura. Il tutto, per contribuire allo sviluppo del percorso di presa in carico previsto dalla legg e di evoluzione del Sistema Sanitario Regionale.
Un giro a Milano, dove ama andare?
In Centro per le vie della Storia della città, ma anche dello shopping.
Benvenuto direttore, in bocca al lupo!