notizia
01/10 2018
Attualità

Maionchi Factor

— di Mara Maionchi, a cura di Valentina Meschia

Chi è Mara Maionchi? Be', me lo sto chiedendo da 77 anni. Per i miei nipotini sono la nonna famosa che esce dalla TV quando meno te l’aspetti, scatenando risate contagiose. Per i miei fan o per chi mi odia, è l’istess, sono quella che scova artisti, fa talent show e ha la voce squillante e un po’ invadente. Per i miei amici di burraco spero di essere una buona avversaria, ma in realtà è solo questione di fortuna. Però, prima di tutto, sono una donna: figlia, moglie, mamma, nonna... vecchia… perché la notorietà non ti dà mica i super poteri!
Ho un ginocchio sgangherato che fa quel che vuole, ho appena fatto la cataratta perché se no altro che pubblicità degli occhiali, e tre anni fa ho combattuto contro un tumore al seno. Il destino ha voluto che anticipassi la mammografia ed è stata la mia salvezza perché, questa volta, eccolo lì, quello che mai vorresti sentirti dire. Sembra piccolo ma poi non lo è mai così tanto, e l’unica cosa da fare è intervenire al più presto senza cadere nello sconforto e nella paura. Ho cercato in me quel famoso brio; questa volta per me stessa, e non per far ridacchiare gli altri.


La mia esperienza ha insegnato alle mie figlie l’importanza della prevenzione. Il cancro arriva all’improvviso e non importa quanto ti senti bella, giovane e forte. Spero di fare qualcosa di buono nel raccontare la mia storia: vorrei che tutte le donne non sottovalutassero mai la propria salute perché non sempre tutto è visibile con una semplice palpazione, meglio farsi controllare e scoprire che non hai nulla, piuttosto che non farlo. Un tumore è uno spettro che aleggia sempre in te e va tenuto sotto controllo con visite ed esami regolari: per il momento è andata bene, cerco di affrontarlo con coraggio e serenità, ma bisogna sempre stare allerta, perché è fondamentale prenderlo in tempo.
Non sentirsi soli dà quella spinta in più per andare avanti. Mettere in rete medici, pazienti e associazioni è importante per offrire sostegno e informazioni utili, che si tratti di tumore al seno, malattie pediatriche o patologie rare. Al Policlinico di Milano, dove mi è capitato di andare diverse volte per curare gli acciacchi della giovinezza e una calcolosi renale molto dolorosa, ci sono più di 80 associazioni che grazie ai volontari portano assistenza e supporto a pazienti di tutte le età e alle loro famiglie, dimostrandosi un grande esempio di solidarietà. Tra queste c’è il GILS, il Gruppo Italiano Lotta alla Sclerodermia. La curiosità verso questa malattia rara autoimmune di cui ancora si sa poco, e l’importanza della ricerca e di una sua diagnosi precoce per rallentarla mi hanno spinto a entrare in questa associazione per poter aiutare anch’io.


Mettere la faccia in tv è facile: hai un tuo ruolo e un’identità, puoi far ridere, dire qualche parolaccia, far arrabbiare. E per chi ti guarda diventi un personaggio da amare od odiare. Nel volontariato tutto cambia. Essere testimonial richiede un impegno in più, ma ciò che mi spinge a farlo è il poter dare voce agli ammalati, l’essere d’aiuto e il contribuire a migliorare la vita dei pazienti. Chi mi vede cerca in me quel personaggio un po’ chiassoso dalla parolaccia facile. Ma non sono un jukebox di parolacce, le dico solo se vengo istigata: è una risposta a una specifica azione. Non mi sottraggo mai a un selfie e mi fermo ad ascoltare le storie di donne che ogni giorno lottano contro la sclerodermia. La speranza è che la ricerca possa un giorno trovare una cura ed è per questo che ogni anno partecipo alla Giornata del Ciclamino, per raccogliere fondi e far fiorire la ricerca. La sclerodermia ti mangia letteralmente dentro e fuori. Ti cambia i lineamenti del viso e le abitudini. Dormire, mangiare, camminare… niente è più come prima. Colpisce soprattutto le donne, privandole non solo della propria bellezza, ma anche dell’autonomia. Immunologi, pneumologi, dermatologi, gastroenterologi, ginecologi, nefrologi, nutrizionisti, psicologi: medici diversi, accomunati da una sola malattia. Come in un’orchestra, solo la perfetta armonia fra tutti i suoi componenti genera una buona musica: e questo è quello che fanno ogni giorno gli specialisti della Scleroderma Unit del Policlinico di Milano.
E sono fiera di far parte di tutto questo, c@**o.