Prostata



Tumore della prostata: sempre più frequente ma sempre meno “imbattibile”

In Italia il tumore della prostata è il più frequente tra i maschi e rappresenta quasi il 20% di tutte le neoplasie che colpiscono gli ultracinquantenni.

Negli ultimi decenni c’è stato un costante incremento della sua incidenza: l’aumento delle diagnosi è dovuto principalmente alla maggiore adesione ai programmi di screening. Individuando precocemente questo tumore, la percentuale della sopravvivenza dei pazienti ha raggiunto oltre il 90% a 5 anni dalla diagnosi.

Per capire quali altri fattori influenzano la sopravvivenza e quali sono i percorsi diagnostici e terapeutici di questa neoplasia, ne abbiamo parlato con gli specialisti dell’Urologia del Policlinico di Milano.


Tumore alla prostata: diagnosi precise con la biopsia per fusione

Il carcinoma alla prostata è il tumore più diffuso negli uomini e secondo i dati più recenti, in Italia, colpisce 1 uomo su 8. Uno dei principali fattori di rischio è l’età: dopo i 50 anni, ogni uomo dovrebbe iniziare a rivolgersi allo specialista per tenersi sotto controllo. Altri fattori predisponenti sono la familiarità, alti livelli di testosterone, l’obesità e la sedentarietà.

Poter diagnosticare precocemente la presenza di cellule tumorali, anche quando non si ha un massa bene evidente è fondamentale per poter intervenire tempestivamente. E la tecnologia viene in aiuto dei professionisti: grazie a un software sofisticato al Policlinico di Milano il team della urologia, diretta da Emanuele Montanari, effettua diagnosi mirate utilizzando la biopsia per fusione.

Ma in cosa consiste questa tecnica? Quando viene utilizzata?

Ne abbiamo parlato con Fabrizio Longo, urologo-andrologo esperto nell’utilizzo clinico di nuove tecnologie come il Robot Da Vinci*, applicate alla diagnosi e alla chirurgia oncologica dell’apparato urinario (tumore prostata, reni e ureteri).


Tumore alla prostata: contro una malattia subdola, al Policlinico di Milano l'arma vincente del robot

Il tumore della prostata è tra i più frequenti negli uomini, e il rischio di svilupparlo è maggiore una volta superata la soglia dei 50 anni. Gli esperti lo descrivono come una malattia subdola, spesso asintomatica - almeno nelle fasi iniziali. La prevenzione è indispensabile, così come è fondamentale potersi affidare a un Ospedale che sappia come trattarlo al meglio.

Al Policlinico di Milano l'approccio più utilizzato è il robot chirurgico: una tecnica ultra-precisa che permette di evitare i problemi di continenza e la necessità di trasfusioni, tipiche degli interventi più tradizionali. Del resto, proprio il Policlinico è un centro di riferimento per la chirurgia robotica in Italia sin dai primi anni 2000.

Gli strumenti robotici lavorano all'interno di cannule di pochi millimetri inserite nell'addome attraverso piccole incisioni. Una particolare telecamera consente ai chirurghi di operare guardando le immagini ricostruite in 3D, ingrandite di 10 volte rispetto all’occhio umano. Quindi è possibile eseguire movimenti estremamente accurati, garantendo una maggiore attenzione nella conservazione dei nervi che permettono all’uomo di avere un'erezione.

Nell'Unità operativa di Urologia al Policlinico è attivo uno specifico percorso per i pazienti che vanno incontro alla prostatectomia radicale, ovvero la rimozione chirurgica della prostata: qui gli specialisti seguono ogni persona sia in un ambulatorio Andrologico dedicato alla riabilitazione sessuale, sia nell'ambulatorio di Uro-Oncologia dove vengono curati gli aspetti più funzionali e terapeutici.

Rispetto al passato, i nuovi approcci di intervento alla prostata impiegati al Policlinico di Milano permettono al paziente di muoversi da solo già il giorno dopo l'intervento, e di tornare a casa dopo soli 3 giorni. Più in generale, grazie all'uso del robot chirurgico il dolore è molto più contenuto, e anche la convalescenza è più breve rispetto all'intervento tradizionale.


Ipertrofia prostatica: cos'è, come si previene, come si cura

Dopo i 50 anni, capita che molti uomini abbiano difficoltà a fare pipì e a trattenerlavadano più spesso a urinare e che il getto della pipì diventi più sottile. In Europa ogni anno circa 30 milioni di uomini presentano questi sintomi. Chi ne soffre spesso pensa che siano solo fastidi legati all'età. In realtà questi sintomi potrebbero essere causati da una condizione: l'ipertrofia prostatica benigna (IPB). Per capire meglio cos’è l’IPB ne abbiamo parlato con Fabrizio Longo, urologo del Policlinico di Milano.



Aggiornato alle 15:35 del 24/11/2021