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10/10 2025
Salute

Al via il posizionamento dei primi impianti cocleari con la chirurgia robotica al Policlinico di Milano

— Rosy Matrangolo, con la supervisione scientifica di Diego Zanetti, audiologo

Il Policlinico di Milano si conferma tra i centri italiani di eccellenza nella riabilitazione della sordità grazie a interventi personalizzati, mini invasivi e orientati al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

Hanno iniziato la fase di riabilitazione uditiva i primi pazienti sottoposti all'intervento di posizionamento dell'impianto cocleare tramite chirurgia robotica al Policlinico di Milano. Un grande passo in avanti nell'ambito dei trattamenti oggi disponibili per curare la sordità grave che prevedono oggi il ricorso a tecniche sempre più mini invasive, di precisione e personalizzate.

L'impianto cocleare è, infatti, il dispositivo d'elezione in grado di restituire l'udito in persone affette dalla nascita o più in là negli anni da sordità grave. La collocazione di questo strumento elettronico richiede il ricorso alla chirurgia al fine di posizionare all'interno della coclea un piccolo stimolatore del nervo acustico, un elettrodo in grado di trasmettere i suoni dal mondo esterno: si tratta di un intervento estremamente delicato a causa delle dimensioni microscopiche delle parti anatomiche in cui il chirurgo opera.

I primi interventi sono stati eseguiti con successo dall'équipe di Audiologia diretta dal professor Diego Zanetti, docente all'Università degli Studi di Milano.

"Il sistema robotico utilizzato in queste settimane rappresenta un salto di qualità in termini di precisione, controllo e sicurezza - spiega il direttore dell'Audiologia dell'Ospedale - garantendo allo specialista una maggiore stabilità e precisione durante la manipolazione dell’elettrodo dell’impianto cocleare, contribuendo a minimizzare le variazioni di pressione intracocleare. Il modulo regolabile permette di definire una traiettoria ottimale di inserimento dell’elettrodo, consentendo un’inserzione lenta e controllata, tra 0,1 e 1,0 mm al secondo, senza traumi".

Nello specifico, la nuova tecnologia in disponibilità del Policlinico di Milano è composta da un braccio robotico in grado di migliorare sensibilmente la qualità della traiettoria delle manovre chirurgiche e da un “drive”, un ulteriore apparecchio che migliora il grado di precisione preservando tutte le strutture dell’orecchio. I pazienti affetti da ipoacusia neurosensoriale profonda che sono stati operati con chirurgia robotica appartengono a fasce d'età molto diverse: è stato infatti possibile intervenire efficacemente su bambini sotto l'anno di età così come su pazienti adulti.

"I pazienti sottoposti a chirurgia robotica hanno già ripreso a percepire i suoni e potranno tornare a vivere la loro vita appieno - ha aggiunto Zanetti -. È un momento emozionante e un grande passo verso un udito più naturale, attraverso procedure sempre più sicure in quanto si riduce sensibilmente il rischio di trauma intracocleare, ossia di danni alla coclea dovuti all'inserimento dell'elettrodo. Una migliore preservazione delle delicate strutture dell’orecchio interno potrà eventualmente consentire di poter sfruttare nuove terapie future".

La ricerca, infatti, guarda alla terapia genica come prossima frontiera nel trattamento definitivo della sordità profonda bilaterale.

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