notizia
29/07 2025
Attualità

Tre generazioni di donatori: quando il dono è un "vizio" di famiglia

— di Valentina Castellano Chiodo

Dalla donazione di sangue al midollo osseo, dalle cellule staminali del cordone ombelicale durante il parto e al “sì” alla donazione di organi

Roberto, Valentina e Rebecca sono nonno, figlia e nipotina. Sorridono guardando in camera per una foto ricordo insieme mentre sono in vacanza e sognano una vita felice per tutti, più facile e accessibile se si sceglie di donare. Questo perché la loro famiglia ha accolto la donazione quasi come una missione: diventare “supereroi” non è impossibile, perché i donatori possono davvero salvare la vita!

Il messaggio è chiaro: tutti possono donare. Basta iniziare a informarsi e conoscere i primi passi. Documentandosi è possibile capire come poter donare in modo semplice. A volte infatti non si conosce abbastanza il mondo della donazione di organi, di sangue e tessuti, elementi vitali che possono essere cruciali per chi si trova in fin di vita o soffre di gravi malattie e necessita di nuova linfa il prima possibile.

Oggi a raccontare la sua storia dei suoi “sì” alla donazione è Roberto, un semplice donatore di sangue (come ama definirsi lui), in realtà un vero e proprio testimonial che ci racconta un intreccio di “buone notizie” e con la sua costanza e ironia ci invita a fare un passo verso gli altri, ricordando che tutti potremmo un giorno averne bisogno.

Roberto C., milanese doc, classe 1954, come sei arrivato a diventare un donatore?
Ho iniziato a donare il sangue da ragazzo non ancora maggiorenne, perché all’epoca si poteva fare con il consenso di un genitore. Mio papà firmò, anche se era un po’ scettico, perché allora non se ne parlava ancora tanto. Per fortuna oggi molti ragazzi che donano sono già preparati, hanno letto tutto, sanno per esempio che devono pesare almeno 50 chili e non aver viaggiato in paesi extraeuropei negli ultimi 6 mesi. Ho donato sangue fino ai 40 anni, effettuando ben 50 donazioni in poco più di 20 anni, un appuntamento costante più o meno ogni 3 mesi, perché godevo di buona salute e poi a metà della mia “carriera” di donatore di sangue venni a conoscenza, tramite un volontario, del registro potenziali donatori di midollo osseo e mi feci tipizzare, cioè attraverso una semplice “fialetta” di sangue in più è stato effettuato il controllo della mia compatibilità genetica (oggi chi vuole può anche farsi tipizzare più semplicemente con il tampone salivare). Dopo pochi mesi risultai compatibile con un paziente francese, a me perfettamente sconosciuto, diedi il mio consenso alla donazione e aspettai che lui fosse pronto a ricevere il mio midollo!

Quindi come sei arrivato alla donazione del tuo midollo osseo?
In realtà per me non è stato nulla di che: psicologicamente ero pronto, però nei mesi d’attesa guidai con più prudenza la mia fedele moto per non mancare all’appuntamento. Avevo un pochino d’ansia, certo non lo nego, perché avevo appena comprato casa e mia figlia era una ragazzina di 11 anni, ma non si può esitare quando una persona rischia di morire se non riceve la donazione dall’unico donatore compatibile! Tutto filò liscio e tutto fu curato nei minimi dettagli nel reparto del Policlinico: trascorsi alcuni mesi di pausa e poi ripresi a donare sangue regolarmente finché ho potuto. Purtroppo non sono riuscito, per il limite d’età a 65 anni, a tagliare il traguardo delle 100 volte: con orgoglio sono arrivato al mio record di 97 donazioni di sangue e ora regolarmente dono il mio tempo come volontario.

Come ti senti sapendo che hai un "sosia" in Francia?
È singolare sapere di avere un “gemello a livello genetico” in Francia, senza averlo mai conosciuto…Io sono pelato e mi spiace per lui se ha perso i capelli come me, però l’importante è che stia bene ora e sia vivo e vegeto.

Anche tua figlia ha seguito le tue orme e ha scelto di donare il sangue del cordone ombelicale che contiene le cellule staminali.
Certamente! Mia figlia Valentina da maggiorenne è diventata anche lei donatrice di sangue e si è fatta tipizzare per la donazione delle cellule del midollo osseo, però sinora non è stata mai chiamata. Poi quando mi ha reso felicemente nonno, con la nascita di Rebecca, ha donato le cellule staminali del cordone ombelicale. Prima si è informata, nell’ospedale in cui avrebbe partorito poteva effettuare questa procedura e con enorme soddisfazione di tutti noi le cellule sono arrivate al Policlinico di Milano ed è rientrata in quel 10% di casi che vanno a buon fine, una splendida notizia, perché un bimbo malato ne ha potuto beneficiare!

Così anche la tua nipotina è diventata una donatrice. Cosa Le racconterai di questo gesto generoso, di cui è stata protagonista non appena nata?
Ora che è cresciuta ha preso consapevolezza del concetto di solidarietà e conserva in cameretta il suo diploma di “mini donatrice” ricevuto dal Policlinico di Milano. La strada è tracciata, perché in 5° elementare ha convinto la sua insegnante che il nonno doveva diffondere “il messaggio del Dono” anche nella sua classe. Lo faccio regolarmente nelle scuole di tutti i livelli, dall’elementari all’università e negli anni sono arrivato a parlare con ben 1000 studenti all'anno, potenziali donatori di domani crescono.

Le tue passioni? La montagna, la moto e l'ironia...come quando hai voluto esprimere il consenso con il “sì” alla donazione degli organi
Tutta la nostra famiglia, da mia moglie Pia, a mia figlia Valentina e suo marito Matteo (entrambi donatori di sangue e tipizzati con ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) abbiamo dato il consenso per la Donazione di Organi ad AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi). Sia chiaro la nostra intenzione è il più tardi possibile…però una volta morti ci siamo detti: “Perché buttare via tutto ciò che ci sarà di buono, quando ad oggi oltre 8000 pazienti sono in attesa di trapianto di organi?”. E se c’è qualche scettico o superstizioso che ha paura di iscriversi perché secondo lui porta male, sappia che io e mia moglie abbiamo detto sì alla donazione degli organi ben 50 anni fa, abbiamo girato mezza Europa in moto, io sono anche un subacqueo e quest’anno ho fatto canyoning in montagna e siamo ancora qui…quindi diciamolo pure: il sì alla donazione porta fortuna. Unitevi a noi e avanti tutta, nuovi “supereroi”!
 

Vuoi diventare donatore?

Per donare il sangue leggi qui  
Per donare il sangue del cordone ombelicale leggi qui
Per donare il midollo osseo leggi qui

Creative Commons BY-NC-ND

© - Tutti i contenuti sono rilasciati con una licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate. Puoi condividere i post contenuti indicando autore e fonte, inserendo sempre link di collegamento. Più info qui.