notizia
16/04 2024
Salute

Per salvare la voce al Policlinico di Milano tecniche all'avanguardia

— Lino Grossano e Valentina Meschia, con la consulenza scientifica di Lorenzo Pignataro e Giovanna Cantarella, otorinolaringoiatri

La voce è una componente essenziale di ogni persona, che le dà modo di esprimersi, di comunicare e di interagire col mondo. La cura delle patologie della voce, proprio per questo, ha bisogno di accortezze sempre maggiori: al Policlinico di Milano tecniche sempre più all’avanguardia grazie all’expertise del team dell’Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale diretta da Lorenzo Pignataro.

Lipofilling, rigenerare le corde vocali con il tessuto adiposo

Per il trattamento di alcune patologie della voce che determinano rigidità delle corde vocali, come avviene nel caso di alcune malattie congenite (sulcus e vergeture) o per lesioni dovute a intervento chirurgico, sono disponibili tecniche rigenerative mediante l'iniezione di tessuto adiposo dello stesso paziente prelevato in modo mininvasivo. La stessa tecnica può essere applicata anche per il trattamento della atrofia della muscolatura cordale in seguito a paralisi della corda vocale.

"La tecnica di lipofilling nasce dalla chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica ed è nota come lipostruttura. - spiega Giovanna Cantarella, chirurgo specializzato in patologie della voce - La ricerca negli ultimi anni ha scoperto che il tessuto adiposo rappresenta la maggior fonte di cellule staminali mesenchimali pluripotenti, cioè in grado di produrre diversi tipi cellulari, come cartilagine, ossa e grasso. Le cellule staminali e i fattori di crescita presenti nel tessuto adiposo determinano un processo di rimodellamento cordale che porta all'aumento di volume della corda vocale e al miglioramento della sua elasticità, fondamentale e per la vibrazione e conseguente produzione della voce".

Laser CO2 ultrapulsato, per migliorare la qualità della voce

Gli interventi chirurgici sono per loro natura sempre molto delicati. Quelli alle corde vocali, in qualche modo, lo sono ancora di più. L'utilizzo di laser CO2 ultrapulsato consente di eseguire in microscopia interventi chirurgici conservativi anche in caso di patologie neoplastiche; di ridurre al minimo il danno termico e di operare con la massima precisione permettendo di salvaguardare il tessuto sano delle corde vocali e preservare al massimo la funzione vocale. 

"Si tratta di una tecnica innovativa basata sull’utilizzo di un braccio robotizzato – commenta Cantarella, chirurgo specializzato in patologie della voce - che attraverso una console muove con estrema precisione un esoscopio. Questo è un dispositivo dotato di una telecamera ad altissima definizione, che consente la visione in 3D del campo operatorio, ed è addirittura in grado di sostituire il microscopio normalmente utilizzato in questo tipo di interventi, permettendoci di fare interventi ancora più precisi e mirati”.

I professori Pignataro e Cantarella hanno già eseguito al Policlinico di Milano interventi con questa tecnica su varie patologie benigne e maligne delle corde vocali: tra cui voluminosi polipi, cisti, papillomi e paralisi della laringe. “In tutti questi interventi, basati sulla tecnica cosiddetta ‘a freddo’ o con l’ausilio di laser CO2 ultrapulsato - aggiunge Cantarella – è stato possibile migliorare la qualità della voce del paziente con un’operazione ancora meno invasiva potendo contare su una maggiore precisione di intervento: l’esoscopio robotizzato infatti consente di visualizzare le strutture anatomiche con elevata profondità di campo e con una maggiore definizione di tutti i dettagli anatomici”.

Nel dettaglio, l’intervento viene eseguito dal chirurgo visualizzando direttamente sul monitor le corde vocali del paziente; tutta l’equipe della sala operatoria può seguire le fasi dell’intervento in tempo reale, sfruttando lo stesso campo di visione dell’operatore. Le corde vocali hanno normalmente una lunghezza di circa 1,5 centimetri, ma grazie a questa innovazione è possibile vederle in ultra-definizione con tecnologia 4K su schermi da 55 pollici. Inoltre, tutta l’equipe indossa occhiali specifici per la visione tridimensionale e può interagire con l’operatore sfruttando la stessa visuale del chirurgo: questa condizione facilita il supporto durante la procedura.

“Lo scopo della fonochirurgia – conclude Lorenzo Pignataro - è quello di migliorare la qualità della voce e, di conseguenza, la qualità di vita relazionale del paziente che soffre di patologie alle corde vocali; anche per questo la procedura con esoscopio 3D è una condizione ottimale per la realizzazione dell’intervento microchirurgico e per l’ottimizzazione del risultato funzionale. A tutti questi vantaggi va inoltre aggiunta la possibilità di una migliore interazione con il team della sala operatoria, la possibilità di facilitare l’insegnamento ai medici in formazione e soprattutto una migliore gestione delle problematiche inerenti a Covid-19 e altre infezioni respiratorie: non dovendo più utilizzare il microscopio e anzi indossando occhiali 3D, il chirurgo può proteggersi meglio e può ridurre drasticamente i rischi di infezione e di contaminazione, che pur estremamente rari vanno sempre e comunque tenuti in grande considerazione”.

 

16 Aprile, Giornata Mondiale della Voce