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25/06 2023
Salute

[25.06] Giornata Mondiale della vitiligine

— Valentina Meschia, con la consulenza scientifica di Silvia Alberti Violetti

25 giugno – Giornata Mondiale della Vitiligine

È caratterizzata da chiazze bianche sulla pelle di dimensioni variabili, diffuse su tutto il corpo o localizzate in singole aree. Stiamo parlando della vitiligine, una alterazione cutanea di cui ancora non si conosce bene la causa. Di vitiligine soffrono più di 100 milioni di persone nel mondo. Può presentarsi a tutte le età senza distinzioni di sesso o etnia, e nel 50% dei casi insorge prima dei 20 anni.

Per saperne di più su questa malattia abbiamo incontrato Silvia Alberti Violetti, dermatologa esperta in vitiligine del team della Dermatologia del nostro Ospedale.


Che cos’è la vitiligine?

La vitiligine è una malattia autoimmune cronica che colpisce i melanociti, le cellule che producono melanina il pigmento da cui dipende il naturale colorito della pelle. La loro alterazione determina la formazione di macchie bianche sulla pelle, a volte associate anche a capelli o peli bianchi (leucotrichia). Non coinvolge gli organi interni ma è spesso associata ad altre patologie di natura autoimmune, in primis la tiroidite autoimmune e l’alopecia areata. La vitiligine non è contagiosa, ma ha un fortissimo impatto sociale sullo stato emotivo e psicologico del paziente, modificandone la socialità e l’autostima.

Ci sono aree più colpite?

Le lesioni possono presentarsi in ogni parte del corpo ma le sedi tipiche sono il volto (soprattutto intorno agli occhi e bocca), il dorso delle mani, i gomiti, le ginocchia e i genitali.

Come avviene la comparsa delle macchie bianche?

L’andamento è variabile: per alcune persone è molto lento con poche chiazze stabili nel tempo, per altri molto veloce e progressivo con la formazione graduale di macchie diffuse. Esistono due forme di vitiligine con decorso differente: quella classica o non segmentaria con comparsa di lesioni spesso simmetriche sul corpo e quella segmentaria che invece si presenta linearmente e spesso monolaterale.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi è principalmente clinica. In seguito alla comparsa di macchie bianche o ipocromiche (riduzione del colore rispetto al normale), il dermatologo esegue un esame clinico del tipo di lesione, le sedi ed eventuali altri segni. La valutazione clinica si avvale anche di una lampada ad ultravioletti, denominata lampada di Wood, che aiuta nella definizione della diagnosi: le chiazze di vitiligine appaiono bianco latte a differenza di altre ipocromie causate da alcune malattie infiammatorie.

Solo in quei casi in cui la visita specialistica non permette una chiara diagnosi può essere necessario ricorrere a biopsia cutanea. Infine, possono essere prescritti esami del sangue per ricercare eventuali patologie associate alla vitiligine, come la tiroide autoimmune.

Quali terapie sono disponibili?

Le linee guida europee per la cura della vitiligine indicano l’utilizzo di creme a base di corticosteroidi soprattutto nella fase attiva, quando compaiono le macchie nuove o si allargano. I cicli di terapia sono solitamente molto lunghi e quindi in zone più “sensibili” agli effetti collaterali del cortisone (come viso e genitali), viene consigliato l’uso di immunosoppressori topici. Mentre i corticosteroidi per bocca vengono prescritti solo per casi isolati ad insorgenza molto rapida e diffusa.
Accanto a questo viene utilizzata la fototerapia con il compito di ripigmentare le lesioni. Recentemente EMA, la società europea del farmaco, ha approvato  l’utilizzo di un nuovo farmaco topico per la vitiligine, il ruxolitinib, già autorizzato negli USA. Questo prodotto sembra molto promettente soprattutto in aree localizzate come il viso.
Mentre la terapia chirurgica, che consiste nel prelievo di aree di pelle pigmentata con trasferimento in zone depigmentate, è riservata in particolare alle forme segmentarie stabili da più di un anno.

Qual è la causa di vitiligine?

Definire il motivo della comparsa delle prime macchie o di una eventuale riaccensione, non è semplice, anche perché non sempre le macchie sono subito visibile, ad esempio nelle persone con la pelle molto chiara o non abbronzata. Spesso le macchie insorgono dopo una situazione di forte stress sia dal punto di vista fisico che mentale e permangono anche dopo la risoluzione dell’evento stressante. In linea generale si può dire che i meccanismi che portano alla vitiligine sono molto complessi e in fase di continua definizione.

A che punto è la ricerca?

La ricerca continua per comprenderne meglio i meccanismi e sviluppare terapie efficaci. Attualmente sono a disposizione trial clinici di nuovi farmaci soprattutto sistemici che hanno come target gli step importanti nella formazione della macchia, in particolare la via JAK-STAT coinvolta nelle risposte cellulari infiammatorie.

Quali percorsi in Policlinico?

Nella Dermatologia del Policlinico è attivo il Servizio di Fototerapia, dove dopo la prima visita, il paziente con vitiligine viene seguito con percorsi di cura personalizzati in base alla sua storia clinica. Accanto a questo, il team ha attivato alcuni trial clinici per poter offrire al paziente le migliori opportunità cliniche e terapeutiche.