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22/06 2023
Salute

Sulla nostra pelle. Gli ormoni e l'impatto che hanno sul nostro benessere dermatologico

— Lino Grossano, con la consulenza scientifica di Angelo Marzano, direttore Dermatologia

   Gli ormoni sono forse una delle componenti più invisibili del nostro corpo. Talmente microscopici da non poter essere visti ad occhio nudo, e talmente numerosi e importanti da avere un impatto su quasi ogni funzionalità del nostro organismo. Influenzano in modo importante anche la salute della nostra pelle, e quindi non solo il benessere fisico e psicologico ma anche il nostro aspetto. Per approfondire il tema abbiamo rivolto alcune domande ad Angelo Marzano, direttore della Dermatologia del Policlinico di Milano.

 

Che legame c'è tra i nostri ormoni e la salute della nostra pelle?

Gli ormoni, in particolare quelli della tiroide e quelli sessuali, contribuiscono all'omeostasi, ovvero all'equilibrio e al buon funzionamento della pelle e dei cosiddetti annessi cutanei, come peli, capelli, ghiandole sebacee e sudoripare. Si tratta di un legame molto stretto che cambia nelle varie età della vita e che, come succede in molti casi, rivela tutta la propria importanza in situazioni di patologia.

Senza voler banalizzare, possiamo pensare agli ormoni tiroidei come a dei direttori d’orchestra, capaci di dare il giusto ritmo al fisiologico ricambio della pelle. Nel momento in cui un’alterazione della tiroide ne modifica, in eccesso o in difetto, i livelli, osserveremo cambiamenti corrispondenti a livello di pelle e annessi. Ad esempio, nel caso dell’ipotiroidismo potremo vedere una pelle secca e magari con una sfumatura un po’ aranciata. O ancora, nel caso di forme più gravi, una pelle 'imbevuta' di liquido, perché incapace di ricambiare correttamente quelle molecole che attraggono l’acqua a livello del derma. Nell’ipertiroidismo, invece, la pelle sarà calda, arrossata e raramente potremo anche osservare delle lesioni eritematose a livello della superficie anteriore delle gambe (il cosiddetto mixedema pretibiale).

 

Come cambia il rapporto pelle-ormoni in base al sesso?

Quello degli ormoni sessuali è un altro importante capitolo, specialmente per quanto riguarda il sesso femminile. Gli estrogeni contribuiscono infatti in modo determinante alla funzione di barriera della pelle e di conseguenza al mantenimento di una buona idratazione. All'arrivo della menopausa gli estrogeni si riducono, e venendo meno questa loro azione fisiologica potremo avere una maggiore secchezza della pelle e predisposizione al prurito. Inoltre, in parallelo assistiamo a un rapido declino del contenuto in collagene ed elastina del derma: questo spiega anche le alterazioni della texture cutanea che contraddistinguono il fisiologico processo di invecchiamento. Oltre alle ben note vampate di calore, ci sono anche manifestazioni dermatologiche poco comuni ma caratteristiche della menopausa: ad esempio il cheratoderma climaterico, che comporta un ispessimento della pelle a livello delle piante dei piedi.

 

Viceversa, anche un eccesso di estrogeni ha importanti risvolti sulla pelle delle donne. Si pensi a condizioni comuni come le fisiologiche iperpigmentazioni cutanee che si osservano durante la gravidanza, come ad esempio il melasma/cloasma (o 'maschera gravidica') o lo scurimento della linea mediana dell'addome. In questi casi non parliamo di vere e proprie patologie ma di inestetismi che impattano sull'aspetto estetico, che è comunque di assoluto rilievo.

 

Ci sono poi aspetti più patologici: un esempio è quello di una rara e grave patologia autoimmune, il pemfigoide gestazionale, per cui la Dermatologia del Policlinico è Centro di riferimento a livello regionale e nazionale. Colpisce le donne proprio durante la gestazione, manifestandosi in maniera drammatica con bolle ed estremo prurito. Questa patologia può dare recidive dopo il parto in caso si assumano estroprogestinici, ed è solo uno dei tanti esempi di quanto possa impattare l’assetto ormonale sulla nostra pelle.

 

Anche gli ormoni maschili giocano un ruolo simile?

Senza dubbio: un eccesso di androgeni (che sono presenti anche nelle donne, anche se in quantità minori) può provocare un quadro di acne resistente ai trattamenti topici, e questo è ancora più vero quando si sommano condizioni anche piuttosto comuni come una micropolicistosi ovarica, in cui le ovaie hanno una funzionalità sregolata.

E non solo, la pelle può fare da spia anche per altre eventuali alterazioni endocrine. Si pensi per esempio alla vitiligine o all’alopecia areata, che spesso si associano a problematiche della tiroide come la tiroidite di Hashimoto, che vanno quindi opportunamente ricercate rivolgendosi a uno specialista.

 

Quali sono i consigli utili per prenderci cura della nostra pelle, in caso avessimo problemi di tipo ormonale?

Purtroppo non è possibile formulare una terapia o un consiglio che valga nella generalità dei casi, essendo ciascuna problematica ormonale una vicenda a sé stante. Quando possibile la problematica ormonale andrebbe discussa con l’endocrinologo o, in casi specifici, con il ginecologo, e trattata di conseguenza. In generale possiamo dire che una buona emollienza, magari con dei prodotti fluidi e non troppo untuosi, rappresenta un ottimo aiuto per contrastare la perdita di idratazione della pelle e prevenire l’insorgenza di pruriti aspecifici. Questo vale in particolar modo per le donne in menopausa ma è un concetto che si può estendere a molti altri casi. Vale la pena ricordare anche l’importanza della fotoprotezione, non solo a scopo preventivo nei confronti del melanoma e degli altri tumori della pelle, ma anche come strumento fondamentale nella prevenzione delle iperpigmentazioni cutanee, in cui gli ormoni possono giocare un ruolo.

 

A chi rivolgersi per gestire un problema dermatologico nel modo più corretto?

La visita dermatologica è il momento più importante per inquadrare correttamente un problema cutaneo ed eventualmente richiedere, quando necessario, una valutazione endocrinologica. Il dermatologo può essere infatti colui che per primo viene in contatto con il paziente, potendo indirizzarlo alla diagnosi di una patologia fino a quel momento ignota. 

Il primo passo per una corretta diagnosi consiste in alcuni semplici esami del sangue, con i quali si possono eventualmente escludere problematiche relative all’assetto ormonale. Tuttavia non dobbiamo creare allarmismo: molto spesso le problematiche per cui i pazienti vengono in visita sono unicamente cutanee, mentre il riscontro di una problematica dovuta a un problema endocrinologico è assolutamente non comune.

Da un punto di vista pratico, potremo richiedere il cosiddetto TSH-reflex e il dosaggio degli anticorpi anti-tireoglobulina, anti-tireoperossidasi e anti-recettore del TSH per una valutazione della funzionalità tiroidea e dell’eventuale reattività autoimmune nei confronti della tiroide. Una volta riscontrata una possibile anomalia, questa dovrà essere discussa con lo specialista endocrinologo o ginecologo

Quando invece il problema è relativo agli ormoni sessuali, occorrerà interfacciarsi fin da subito con il ginecologo, perché in questo caso è necessario utilizzare anche esami strumentali specialistici come l'ecografia, che sono determinanti nel fare la diagnosi: un esempio è l'ecografia addominale o transvaginale per diagnosticare una sindrome dell’ovaio policistico in una donna con un quadro di acne moderato-grave.

Una volta fatta la diagnosi, le terapie a nostra disposizione si dividono in curative e sintomatiche. Le terapie curative vanno a correggere l’alterazione da un punto di vista endocrinologico: è il caso di quando si prescrive la levotiroxina a un paziente con diagnosi di ipotiroidismo, ed è una prescrizione che spesso è fatta dall’endocrinologo o dal ginecologo. Con le terapie sintomatiche interveniamo invece sui sintomi, ad esempio indicando una buona crema emolliente. Per quanto quest’ultimo aspetto possa sembrare secondario è spesso di grande rilievo nel vissuto quotidiano della persona. Ed è proprio qui che interviene il dermatologo, il quale ha nel suo arsenale terapeutico diverse opzioni: basti solo pensare all’eflornitina per il trattamento dell’irsutismo nelle donne con iperandrogenismo o ai retinoidi per il trattamento delle forme di acne refrattaria.

Come sempre, il suggerimento più importante è quello di affidarsi al medico e al centro con la migliore esperienza sul proprio problema: solo così si può garantire un percorso specifico ed efficace alla persona.