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22/05 2023
Salute Ricerca

Un tesoro sottovalutato

— di Ilaria Coro

Avere l’acquolina in bocca, leccarsi le ferite, restare a bocca asciutta, un bacino e ti passa la bua. Sono tutte frasi fatte che hanno in comune un elemento. Quale? La saliva. Quattro modi di dire nati dalla saggezza popolare che hanno individuato le proprietà di questa sostanza molto prima della scienza moderna. Tempo fa, per valutare lo stato di salute di una persona la saliva non veniva nemmeno considerata. Gli scienziati invece hanno dimostrato di recente che contiene un patrimonio di molecole utili per individuare in fase precoce e in modo non invasivo numerose malattie e condizioni: e in futuro potrebbero addirittura utilizzarla come esame clinico, proprio come facciamo con i comuni esami del sangue.

Ma quanto ne sappiamo sulla saliva? E che ruolo gioca sulla nostra salute? Ne abbiamo parlato con Gianluca Tartaglia, specialista della Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia del Policlinico di Milano.
 

A cosa serve la saliva

Le ghiandole salivari si trovano nell’area della bocca e producono la saliva, un liquido incolore composto per il 99% da acqua e per l'1% da proteine e sali minerali. Il suo ruolo principale è quello di idratare la mucosa orale, consentendoci di masticare, deglutire e parlare. Permette anche di percepire i gusti e favorire la digestione, ma non solo. Il detto "leccarsi le ferite" nel linguaggio comune significa cercare di consolarsi dopo una sconfitta. In realtà, il gesto istintivo di bagnare i tagli con la saliva ha un fondamento scientifico: aiuta infatti a formare una barriera contro l'invasione di batteri e virus, ha proprietà antimicrobiche e contiene fattori di crescita che aumentano la velocità di guarigione. Anche il “bacio sulla bua” ha una base scientifica. È stato dimostrato che la saliva contiene una molecola, la opiorfina, che ha un'attività antidolorifica 6 volte più potente di quella della morfina.

 

Altro che bocca asciutta!

Ogni giorno le ghiandole salivari producono fino a 1-2 litri di saliva. Se ne produce di più quando si mastica o ad esempio si succhia una caramella. La sua produzione dipende però anche da altri fattori, come ad esempio lo stato emotivo. L’idea di stare per mangiare un cibo fortemente desiderato fa venire infatti "l’acquolina in bocca": in pratica, l’intensa salivazione consente di prepararsi alla masticazione. All’opposto, quando si dice "restare a bocca asciutta" ci si riferisce a una situazione che provoca una delusione. In determinate circostanze stressanti, infatti, il corpo rallenta alcune funzioni, tra cui la produzione di saliva. La bocca secca però potrebbe essere un campanello d’allarme di alcuni disturbi, come malattie delle ghiandole salivari, squilibri ormonali, diabete mellito, arteriosclerosi, condizioni neurologiche e malattie autoimmuni. Ovviamente, quando persistono eventuali problemi di salivazione o si hanno dei dubbi è indispensabile rivolgersi al proprio medico di fiducia.

 

Un patrimonio di informazioni

Dato che contiene numerose molecole, e che alcune di queste sono delle 'spie' della nostra salute, è possibile considerare la saliva come la base per alcuni esami di laboratorio. La raccolta della saliva è facile, non è affatto invasiva e si può ripetere in modo molto semplice. La ricerca di specifiche molecole (come proteine, DNA, RNA, fino all’intero genoma umano), con l’uso di tecnologie appropriate e già disponibili, potrebbe consentirci di capire se determinate persone sono più a rischio di sviluppare alcune condizioni come il cancro orale e le malattie cardiache, ma anche di controllarne l’evoluzione nel tempo. E' un tesoro di dati paragonabile a quello che si trova nel sangue: dopo la genomica e la proteomica, che studiano proprio il nostro genoma e le proteine, potrebbe anche aprirsi l’era della salivomica, e nella nostra struttura di Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia sono già in corso studi scientifici proprio in questa direzione.

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