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16/03 2022
Salute

Voler bene al cuore: come prendersene cura attivamente

— di Gaia Gualco, con la consulenza scientifica di Stefano Carugo (cardiologo)

Nel momento in cui decidiamo di rimetterci in forma iniziamo anche a scegliere meticolosamente gli esercizi del nostro allenamento, l’abbigliamento giusto e gli eventuali attrezzi utili. Eppure in questo elenco non includiamo mai chi davvero fa la differenza nella nostra preparazione fisica: il nostro cuore. Per farlo funzionare bene bisogna infatti mantenerlo in buono stato con la prevenzione, ma anche con controlli periodici. Quali attenzioni avere e quali esami sono consigliati lo abbiamo chiesto a Stefano Carugo, direttore della Cardiologia del Policlinico di Milano.

 

Non è mai troppo presto per prendersi cura del proprio cuore. Quali sono i consigli per proteggerlo?

Il nostro cuore, proprio come un “motore”, permette al corpo di muoversi e per questo è fondamentale mantenerlo il più possibile sano e in forma. Certamente bisogna scegliere uno stile di vita che preveda attività fisica regolare e alimentazione sana, ed è essenziale impararlo fin da giovanissimi. Capita spesso, però, che i pazienti in terapia farmacologica facciano affidamento esclusivamente sulla “pastiglietta” senza voler modificare in alcun modo il proprio stile di vita.

 

Non c'è solo l'infarto. Chi è più a rischio di un problema cardiaco?

Oggi, soprattutto in Occidente, le malattie cardiovascolari hanno un grande impatto negativo sulle condizioni di vita dei pazienti e rappresentano la prima causa di decesso in assoluto. I principali fattori di rischio sono noti: ipertensione, diabete, fumo, obesità, sedentarietà e colesterolo alto. Inoltre sappiamo che avere una pressione alta (oltre 90-140 mmHg) non porta solo all’infarto, ma aumenta la possibile comparsa di altre complicanze gravi come la fibrillazione atriale, lo scompenso cardiaco e l’ictus. Invece ci sono cardiopatie congenite, cioè malattie presenti alla nascita, che non sono immediatamente riconoscibili perché hanno sintomi scarsi o assenti: tra queste ci sono ad esempio la sindrome del QT lungo o il forame ovale pervio, cioè malfunzionamenti nella capacità di contrarsi o difetti nella struttura del cuore.

 

A quali campanelli d'allarme bisogna sempre prestare attenzione?

Se avvertite mal di testa, palpitazioni, se vedete delle macchioline come ‘dei moschini’ davanti agli occhi o fate fatica fare le scale perchè vi manca il respiro, è necessario farsi misurare la pressione e valutare col proprio curante degli esami mirati.

 

Il cuore degli sportivi: perché è diverso, ci sono accorgimenti diversi da adottare quando si fa sport (a livello amatoriale, ma anche semi-professionale)?

Fare attività fisica è sicuramente un ottimo modo per garantire il benessere del nostro cuore, riducendo il peso così come alcuni dei fattori di rischio. Bisogna sempre tenere conto da quale livello di forma si parte per adattare al meglio il tipo di allenamento. Ad esempio, chi vuole riprendere gradualmente inizi a camminare per 10.000 passi al giorno e preferisca le scale all’ascensore; mentre chi vuole fare uno sport, o tornare a praticarlo più seriamente, dovrebbe sottoporsi ad un test da sforzo, all’elettrocardiogramma (ECG), all’ecocardiogramma, oltre naturalmente alle analisi del sangue.

 

Il cuore delle mamme: a cosa è opportuno stare attente?

Nelle donne in gravidanza capita a volte un aumento improvviso della pressione a partire dalla ventesima settimana di gestazione. Questa condizione, chiamata pre-eclampsia (o gestosi), è accompagnata anche dalla presenza di proteine nelle urine. Per questo è fondamentale per le future mamme controllare regolarmente la pressione e valutare col proprio medico di riferimento eventuali ulteriori esami.

 

Covid-19 può mettere a rischio anche il cuore? Quali strascichi potrebbe lasciare?

Ormai sappiamo che Covid-19 aggredisce i polmoni dando, tra i vari sintomi, tosse in forma lieve fino a gravi problemi respiratori, ma non dobbiamo dimenticarci che il cuore è il secondo organo più colpito dal coronavirus. Quindi se dopo la negativizzazione si ha affaticamento con una sorta di “fiato corto”, è meglio effettuare una visita dallo specialista affiancando l’esame ECG e l’ecocardiogramma.

 

Teniamolo sotto controllo. Quali sono gli esami utili?

La prevenzione cardiovascolare è molto semplice: bisogna fare una visita almeno una volta all’anno dal proprio medico curante, che valuterà l’esecuzione di ECG e/o ecocardiogramma ed esami del sangue per verificare i livelli di glicemia (zuccheri) e colesterolo. Inoltre è bene misurare la pressione ogni 15 giorni andando in farmacia o con dispositivi appositi da utilizzare comodamente a casa propria.

 

Facciamo prevenzione: sì, ma come? Ci sono alimenti salva-cuore?

È buona norma tenere controllato il proprio girovita cercando di seguire una alimentazione sana, ricca in fibre, frutta e verdura. Sicuramente sono da evitare bibite zuccherate, alimenti che contengono grassi saturi (salumi e prodotti a base di burro), così come il consumo degli alcolici, anche se è concesso un bicchiere di vino rosso a pasto. Invece il consumo di quattro noci al giorno e bere succo di melograno hanno effetti positivi sul cuore.

 

Ho un problema cardiaco: e adesso?

La Cardiologia del Policlinico di Milano mette a disposizione non solo percorsi di cura rivolti agli adulti ma si occupa anche dei pazienti pediatrici. Qui vengono diagnosticate e trattate sia le principali patologie cardiovascolari sia quelle cardiache ereditarie grazie alla stretta collaborazione con il Laboratorio di Analisi genetica. Per questo, il nostro è un servizio di eccellenza dove il paziente è sempre messo al centro da tutta la squadra di professionisti.