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12/08 2020
Attualità Salute Avvisi

Basilio Tiso va in pensione. Grazie Basilio!

Basilio Tiso va in pensione. Questa è una notizia. Si, perché chi lo conosce sa che in quasi 20 anni di Policlinico si sarà assentato una manciata di giorni. Sempre presente, sempre sul pezzo.
Il Dott Tiso  è un medico ma è stato soprattutto una personalità nel panorama della sanità milanese in continua trasformazione e nonostante i suoi diversi incarichi e trascorsi, citiamo solo come esempio la direzione del Poliambulatorio di Andrea Doria,  lui è una bandiera del Policlinico.

E’ lui, in qualità di Direttore Medico, che nel 2003 ha celebrato  le nozze tra la Mangiagalli e il Policlinico. E’ sempre lui che ha visto e coordinato la trasformazione strutturale di questo grande Ospedale che ora va verso il nuovo. Le sue competenze gestionali, organizzative, igienico-sanitarie e medico legali lo ineriscono di diritto tra manager  della Sanità pubblica degli ultimi 30 anni.

Qui di seguito vi raccontiamo, in breve, la storia di Basilio Tiso, unica anche nel suo lato più biografico personale. Dal 1 settembre sarà “collocato a riposo”. E’ per noi l’occasione di ringraziarlo per l’esempio, la dedizione, la cura che sempre ha messo nella sua attività a favore dei colleghi e dei pazienti.

Grazie Basilio, ora inizia un’altra era.

Il saluto del Direttore Generale, Ezio Belleri: 
" Saluto il Dott Tiso, augurandogli altri traguardi personali, tanti quanti ne ha potuti raggiungere nella sua lunga carriera nella Sanità.
Con dedizione, tenacia e forte senso di appartenenza è stato alla guida della Direzione Medica di questo Ospedale per quasi due decenni, in situazioni spesso complesse, ma che hanno sempre fatto emergere il Policlinico come un ospedale pubblico di riferimento.
Ha saputo intercettare i bisogni di tanti, ed è sempre stato in ascolto delle esigenze delle varie Istituzioni, che in Città riconoscevano al nostro luogo di cura un ruolo primario.
In questi pochi anni di lavoro insieme, ho potuto constatare la Sua instancabile dedizione al lavoro, il serio rispetto delle regole, accompagnato sempre da uno spirito critico e da forti convinzioni, in un reciproco dialogo acceso e costruttivo.

Ora alla guida della Direzione Medica di Presidio arriverà la Dr.ssa Alessandra Piatti, che avremo modo di presentare nei prossimi giorni.

 

 

INTERVISTA

di Monica Cremonesi - Nino Sambataro

Sentirlo raccontare la sua storia professionale, è un po’ come ascoltare la cronaca della Sanità Pubblica degli ultimi 40 anni. Con la differenza che il suo non è un racconto noioso, fatto di articoli e codici di legge, ma quello di una persona che crede profondamente nel proprio lavoro e che lo ha sempre svolto in modo appassionato. Anche pagando in prima persona per le proprie convinzioni.

Dal 2003 e fino all’agosto del 2020 è stato Direttore Medico del Policlinico, ma la sua storia professionale inizia molto tempo prima, agli Istituti Clinici di Perfezionamento, dove ha lavorato fino al 1998.

Un altro anno cruciale è il 1978, quando si laurea a Roma in medicina allergologica. Sarà solo una coincidenza, ma il 1978 è anche l’anno in cui viene istituito il Sistema Sanitario Nazionale, che Basilio Tiso vede nascere, contribuisce a far crescere, anche in qualità di sindacalista, insieme a Savino Pezzotta, e, in tempi di crisi, fa il possibile per salvaguardare, perché lo considera una delle conquiste più importanti della società civile del nostro tempo.

A colpirci però non sono soltanto gli aspetti professionali della sua lunga carriera, ma moltissimi aneddoti della sua vita privata. A cominciare dal particolarissimo percorso di studi liceali, in Vaticano, presso il Seminario Papale, dove venivano ammessi i ragazzi svegli di famiglie numerose.

“Ho servito messa con Paolo VI e mi sarebbe piaciuto, col tempo, prenderne il posto” – ammette.

Poi ha dovuto leggermente ridimensionare le sue aspettative.

E’ nato in un delizioso paese arroccato su un colle del sub-appennino pugliese, Ascoli Satriano, in provincia di Foggia. Figlio maggiore di quattro fratelli, rimasti orfani di madre da bambini e cresciuti con molti sacrifici dal solo padre, verso il quale, a distanza di molti anni dalla scomparsa, provano tutti ancora un profondissimo affetto e rispetto. Da lui hanno imparato le cose più importanti. A cominciare dalla dignità del lavoro e dalla serietà che ci vuole in tutte le circostanze della vita. Ma anche il senso religioso, che Basilio Tiso conserva fortissimo.

“Ogni domenica vado a messa in bici a Viboldone. La chiesa è bellissima, con gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi. Ma ci vado soprattutto per l’aria familiare che si respira. E’ una piccola comunità e il tempo sembra essersi fermato. Le monache cantano durante la funzione e alla fine offrono un the caldo a tutti quelli che si fermano.”

In questa frase ci sono almeno due delle grandi passioni della sua vita, dopo la famiglia e le figlie: il ciclismo e l’arte.

“Amo soprattutto la pittura italiana. E poi adoro la musica classica. Ho più di duemila dischi, rigorosamente in vinile. Non basterebbe una vita per ascoltarli tutti.”

Ma che cosa fa il Direttore Medico di un Ospedale? La risposta questa volta è tecnica:

“Ha la responsabilità igienico – organizzativa. E come tale è responsabile per tutto ciò che riguarda la sicurezza del paziente. Da questo punto di vista è l’interlocutore principale dell’ATS, ma anche della magistratura.”

Il che significa che se qualcosa non va come deve andare, il responsabile ultimo per l’autorità giudiziaria è lui.

Se potesse tornare indietro, adesso, a fine carriera, lo rifarebbe o sceglierebbe di fare il medico che cura e che opera?

“Lo rifarei sicuramente, perché per me è stato un lavoro bellissimo. Sono stato molto fortunato a fare una professione che mi piaceva e che mi permetteva di aiutare concretamente chi ne ha bisogno” – risponde senza esitazioni."

Dal 2003 ad oggi sono trascorsi quasi vent’anni. Com’è cambiato in questo tempo il Policlinico?

“La Ca’ Granda è una realtà in continua evoluzione, sin da quando è stata istituita 500 anni fa. Io personalmente ho assistito alla demolizione di 9 padiglioni, all’edificazione dei tre nuovi già ultimati – il Monteggia, l’Invernizzi e il Guardia – e mi sono occupato anche della messa a regime di tutti i reparti, le cui stanze ora sono tutte a due letti. Da un punto di vista organizzativo è stato un lavoro importante, ma credo che i risultati siano sotto gli occhi di tutti.”

E poi c’è stato il COVID … L’ultima grande sfida, forse la più impegnativa, di tutta la sua carriera.

“Si, il Policlinico, l’Ospedale pubblico più importante della Lombardia, che si occupa della prevenzione e della cura di ogni aspetto della vita, dalla maternità, a tutte le specialità mediche e chirurgiche, sino ai trapianti, nel giro di pochissimo tempo è diventato un Ospedale per infettivi. Quasi tutti i reparti, 900 posti letto, si sono dovuti attrezzare per fronteggiare l’emergenza COVID. Con tutto ciò che questo ha comportato, anche da un punto di vista organizzativo. Da noi hanno portato molti tra i pazienti più critici. Siamo passati da 24 letti di rianimazione a quasi 100. Chi conosce l’organizzazione ospedaliera, sa che questo è qualcosa di enorme, eccezionale. Voglio ricordare ancora una volta il grande sacrificio di tutto il personale, che ogni giorno portava un carico emotivo, oltre che fisico, pesantissimo. Purtroppo, questa malattia si è portata via gran parte delle persone che hanno fatto l’Italia: uomini e donne anziani o molto anziani. I familiari non potevano neanche portargli un saluto. E allora abbiamo munito i reparti di Tablet: mi commuovo ancora, quando ripenso a queste persone anziane, che accarezzavano lo schermo dove vedevano i volti dei loro cari. Non smetterò mai di ringraziare tutti i colleghi che si sono esposti e hanno rischiato in prima persona, per il bene di tutti.”

E adesso, da pensionato,  che cosa farà nel tempo libero, non ha paura di annoiarsi?

“Volete sapere che cosa farò da grande? Sono in contatto con un’associazione che assiste le persone disabili, che le accompagna dove non possono andare da sole. Mi piacerebbe dedicargli più tempo.”

Come si dice, il lupo perde il pelo …