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06/06 2025
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#RICERCA. Mieloma multiplo: My First AIRC Grant per studiare le cellule più resistenti alle terapie

— di Ilaria Coro

Tra i tumori del sangue più diffusi e in aumento, il mieloma multiplo rappresenta una grande sfida ancora aperta per la ricerca. Negli ultimi anni, sono stati fatti importanti passi avanti nel trattamento di questa neoplasia, che al momento, però non è ancora guaribile.
Un progetto quinquennale disegnato da Matteo Claudio Da Vià, specialista dell’Ematologia - diretta dal Prof. Francesco Passamonti, del Policlinico di Milano, sostenuto da Fondazione AIRC, sta studiando i meccanismi molecolari alla base della malattia con tecniche innovative come il sequenziamento del DNA e dell’RNA a singola cellula, l’analisi ad alta risoluzione dei cloni tumorali e un modello tridimensionale di midollo osseo per testare nuove immunoterapie.

 

Il mieloma multiplo colpisce le plasmacellule nel midollo osseo, le cellule che normalmente producono anticorpi in caso di infezioni. In questa malattia, tutte le cellule tumorali derivano da una sola plasmacellula alterata, ma col tempo possono modificarsi, diventare più aggressive e resistere alle cure. Alcune riescono persino a sopravvivere ai trattamenti, nascoste nel midollo, pronte a riattivare la malattia anche dopo le terapie, per cui non è possibile una guarigione definitiva.

Per comprendere meglio questa complessa patologia, Matteo Da Vià sta conducendo un progetto di ricerca finanziato da Fondazione AIRC attraverso il bando “My First AIRC Grant (MFAG)”. In collaborazione con Francesca Lazzaroni – ricercatrice sanitaria del Policlinico di Milano – e con il team del Laboratorio dell'Ematologia, guidato dal Prof. Niccolò Bolli, sta studiando diverse popolazioni di cellule tumorali, geneticamente correlate ma fenotipicamente diverse, già nelle fasi iniziali della malattia. Le analizza con tecnologie di sequenziamento avanzate per mappare nel dettaglio le mutazioni e le alterazioni molecolari alla base del mieloma.
Grazie all’uso combinato di tecnologie all’avanguardia come sequenziamento dell’intero genoma, RNAseq a singola cellula, sorting citofluorimetrico, super-Rolling Circle Amplification (superRCA), approccio per lo screening ultrasensibile di mutazioni o riarrangiamenti, e l’implementazione di modelli 3D di midollo osseo, è possibile intercettare e studiare precocemente le cellule più resistenti, che sfuggono alle terapie, per prevenirne la ricomparsa.

Definire il background molecolare di questi cloni è fondamentale per monitorare ed individuare in anticipo quali pazienti rimarranno positivi per la cosiddetta malattia minima residua (MRD), cioè le tracce invisibili del tumore che possono rimanere anche dopo le terapie. L’utilizzo del sequenziamento dell’intero genoma e trascrittoma a singola cellula associato all’implementazione di metodiche ultrasensibili di monitoraggio non invasivo della MRD, basato su marcatori molecolari paziente-specifici, permetterà di impostare percorsi di cura sempre più personalizzati. Inoltre, l’uso di tecnologie altamente sofisticate permetterà anche di implementare modelli cellulari 3D per lo studio della malattia minima residua, riproducendo in vitro la 'nicchia' emopoietica del midollo osseo del Mieloma Multiplo in cui 'resistono' le cellule refrattarie alle terapie e su cui poter eseguire studi di farmacogenomica per colpire le specifiche vulnerabilità farmacologiche di tali cellule” spiega Matteo Da Vià.

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