
Buon sangue non mente
— di Matteo Delbue
Tutto inizia con la generosità di un nonno. Nonno Angelo per la precisione. La sua nipotina Barbara deve fare i conti fin dalla tenera età con la Malattia di Von Willebrand, un’anomalia del sangue che facilita le emorragie.
Così il nonno nella sua eredità lascia, nel 1971, un patrimonio immobiliare per aiutare la ricerca del Policlinico di Milano sull’emofilia, le malattie ereditarie della coagulazione del sangue e la trombosi. E’ la nascita della Fondazione Angelo Bianchi Bonomi, che prenderà vita nel 1977 sotto la guida dei figli di Angelo, Carla e Ambrogio (attuale presidente onorario). Da cinque anni a gestire la Fondazione è proprio Barbara, la nipote di Angelo ormai cresciuta, che sottolinea “quanto gli studi scientifici e la ricerca finanziata dalla nostra Fondazione siano stati utili a migliorare la qualità di vita di chi deve confrontarsi quotidianamente con le malattie del sangue”.
Un’attività tanto preziosa, quella della Fondazione, che il Policlinico di Milano ha intitolato proprio ad Angelo Bianchi Bonomi il suo Centro per l’Emofilia e la Trombosi. In effetti, in oltre quarant’anni di vita, la Fondazione ha donato molto in questo campo: reclutamento di ricercatori, finanziamento di cattedre universitarie e apparecchiature, sostegno di studi scientifici, come il Sippet Project su emofilia e inibitori e il 3 Winters – Ips per la creazione di un database di pazienti con Malattia di Von Willebrand di Tipo 3, per approfondirne le caratteristiche in relazione alla risposta ai trattamenti utilizzati. Ma anche la creazione e la sistemazione di ambulatori e laboratori di ricerca. Come quelli che stanno nascendo nel Policlinico, in via Pace, nel cuore di Milano.
Anche grazie al sostegno della Fondazione Angelo Bianchi Bonomi è nato il nuovo Centro di Ricerca del Policlinico in via Pace, che si dedica allo studio delle malattie rare metaboliche del fegato e patologie respiratorie, con un centro dedicato allo studio delle coagulopatie