
Quando torni? Intervista al chirurgo Luigi Boni
— di Monica Cremonesi
È la domanda che spesso sua moglie e le sue figlie gli rivolgono, perché Luigi Boni è un globetrotter della chirurgia mininvasiva e robotica. Se non si muove fisicamente, lo fa virtualmente. Basti pensare che la "Chirurgia in diretta" del Policlinico è il video più visto del 2023 dagli specialisti internazionali.
Prof. Boni, quali sono stati i suoi ultimi viaggi di lavoro?
A Maastricht, per il Congresso della Società Europea di Chirurgia Endoscopica, e in Cina, dove sono stato invitato per valutare un nuovo sistema robotico da un'azienda cinese che ha sviluppato una tecnologia avanzatissima in soli due anni. Siamo in una epoca di sfide molto interessanti perché questa velocità di sviluppo tecnologico non sempre si allinea con quella degli enti regolatori che devono approvare i dispositivi e metterli a disposizione dei chirurghi e soprattutto dei pazienti.
La tecnologia negli ospedali cinesi è così avanzata come si dice?
Sì, ma a caro prezzo. In Cina, la tecnologia avanzata è spesso disponibile solo per chi può permettersela ma certamente hanno una visione che fa strada per altri Paesi, anche gli Stati Uniti.
Parlando di innovazione, come vede la telechirurgia. È recente il caso di un intervento eseguito da un chirurgo cinese su un paziente... a 3.000 miglia di distanza?
La telechirurgia è un’idea molto affascinante ma per adesso non del tutto applicabile, il primo intervento fu eseguito il 9 settembre del 2001, due giorni prima dell’attacco alle torri gemelle da uno studio del chirurgo proprio davanti al World Trade Center e la paziente che si trovava a Strasburgo. Sono passati 23 anni per poter fare un secondo caso tre l’altro su modello animale e non su paziente! L’idea è affascinante e magari potrebbe risolvere la carenza di chirurghi, piaga attuale e decisamente preoccupante, e rendere expertise altamente specializzate accessibili a più pazienti ma c’ è ancora molta strada da fare per garantire sicurezza e precisione a certe distanze.
Cosa porta del Policlinico nei suoi viaggi?
Porto sempre il video di presentazione del Nuovo Padiglione Sforza che aprirà fra poco, come esempio di Arte e Cura, binomio Made in Italy molto apprezzato e una diapositiva con le foto del mio staff, perché il lavoro di squadra è fondamentale sia per la nostra attività clinica che di ricerca e formazione.
Quanto è importante confrontarsi con la comunità scientifica internazionale?
È essenziale. Porto un esempio pratico: di recente durante una conferenza all'estero, ho modificato un programma chirurgico dopo aver visto un approccio più intelligente ed efficace eseguito da un collega. Nel mio campo non c’è nulla di peggio che la frase “abbiamo sempre fatto così!” standardizzare le procedure è importantissimo ma confrontarsi con altri è fondamentale per migliorarsi, rimanendo sempre aperti alle novità anche quando gli anni passano ed è difficile uscire dalla propria "comfort zone”.
In una scala da 1 a 10, quanto conta la tecnologia in chirurgia?
Direi 7. La chirurgia tradizionale ha lasciato il campo alla chirurgia mininvasiva o laparoscopica, per poi lasciarsi fortemente coinvolgere dalla chirurgia robotica. Insomma, abbiamo a disposizione tutte le tecniche e gli strumenti per ridurre il più possibile i traumi dell’intervento e garantire una più rapida ripresa ma non dobbiamo mai dimenticare che la tecnologia deve essere al servizio nostro e soprattutto del paziente e non viceversa
Di recente ha portato nelle sale operatorie del Policlinico, per la prima volta in Italia, un'innovativa telecamera a fluorescenza robotica, in grado di permettere vedere “l’invisibile”
La telecamera a fluorescenza robotica che abbiamo utilizzato permette di mantenere una visione 3D ad alta definizione, che grazie alla fluorescenza permette al chirurgo una "visione aumentata" che migliora la precisione del gesto. I primi due interventi di chirurgia robotica con questa tecnologia hanno riguardato una colecistectomia e un intervento al pancreas, con ottimi risultati. Essere i primi in Italia non è solo un vanto, ma un modo per rendere l'innovazione accessibile a tutti.
Non sarei sul pezzo se non le chiedessi dell’intelligenza artificiale.
Già. L'AI potrebbe aiutarci a distinguere con sempre più precisione le strutture anatomiche da preservare durante gli interventi, distinguere tessuti sani da quelli malati. Come un'auto che ti avvisa quando esci dalla corsia, l’AI associata ad altre tecnologie come la robotica, potrebbe impedirci di fare errori critici. Al Policlinico stiamo già lavorando su due protocolli di ricerca che ci consentono, grazie ad algoritmi di AI, di eseguire interventi con sempre maggiore precisione. Si tratta di una cosa di cui sono particolarmente orgoglioso perché i centri di ricerca e le aziende leader nel campo di AI (tra cui Harvard e l’Università di Strasburgo) hanno scelto il nostro centro come uno dei partner!
Ma l'intelligenza artificiale in chirurgia è ancora agli inizi, invece è molto più avanzata in altre specialità come radiologia e anatomia patologica. E sa perché? Perché mancano ancora tanti dati come, per esempio, i video degli interventi, cosa che invece è più facile avere nel mondo della radiologia dove si possono confrontare milioni di immagini.
La chirurgia rimane fondamentale nonostante i progressi farmacologici?
Assolutamente. Nonostante i progressi in immunoterapia, la chirurgia è ancora essenziale per molti tipi di tumori e patologie funzionali
Cosa intende per patologie funzionali?
Le porto alcuni esempi. Collaboriamo con i colleghi della gastroenterologia per le malattie infiammatorie croniche intestinali, per esempio il Morbo di Chron o la rettocolite ulcerosa, ma anche con gli specialisti che seguono le patologie alimentari in particolare l’obesità, problema sociale che coinvolge i giovani: in questo caso, quando è necessario interveniamo, con la chirurgia bariatrica non sempre offerta nel servizio pubblico. Ma lavoriamo anche con il team dell'endocrinologia per le patologie del surrene, È di qualche mese fa il caso di una donna che scopre di avere un tumore raro al surrene durante la gravidanza che avrebbe messo a rischio sia il feto che la madre. Grazie ad un lavoro multidisciplinare enorme, abbiamo rimosso una massa di 8 cm, un feocromocitoma cioè un tumore raro delle ghiandole surrenali, che colpisce solo 7 gravidanze su 100.000. La gravidanza è proseguita con successo così come il parto. Il bello del Policlinico è che ospita tutti gli specialisti che si possono confrontare e intervenire sul singolo paziente.
Facciamo un gioco. Prendiamo le "6 lezioni per il nuovo millennio" di Italo Calvino e vediamo come queste parole, collegate a valori, si interfacciano con la chirurgia?
La leggerezza… per lavorare in serenità. Il piacere di fare ciò che si fa. Non per superficialità ma per dedizione, io la mattina mi sveglio e non vedo l’ora di venire al lavoro, vorrei che fosse così per tutti, anche se so che è impossibile!
La rapidità… capire che per i pazienti la cosa più importante è la propria malattia e rispondere al loro bisogno.
L’esattezza... è sinonimo di precisione chirurgica ma anche di consapevolezza che nulla è replicabile. Ogni paziente è diverso dall’altro.
La visibilità... ci rende esposti e quindi ancora più necessario essere credibili professionisti;
e la concretezza… saper misurare la propria esperienza non solo facendo la somma dei casi trattati ma valutando la loro complessità.
Dammi 6 parole - Il 6 giugno 1984 Italo Calvino viene invitato dall'Università di Harvard a tenere un ciclo di lezioni, che tuttavia non si svolgerà a causa della morte dello scrittore avvenuta nel settembre del 1985. Il tema da lui scelto è quello del nuovo millennio e di come affrontarlo. Decide così di proporre sei parole chiave ("leggerezza", "rapidità", "esattezza", "visibilità", "molteplicità" e "coerenza"), ognuna legata ad un valore.
Un paziente che ricorda?
A proposito di complessità, ricordo un uomo di 82 anni con un tumore all'esofago considerato inoperabile. Dopo chemio e radioterapia, lo abbiamo operato e ora sta bene. Sua figlia mi manda foto di lui che gioca con i nipoti e visita il Museo del Milan, il suo sogno realizzato. Lo abbiamo nominato capo tifoso del Club Milan del nostro Policlinico.
Qual è l'ultimo libro che ha letto?
"Le parole in chirurgia" del mio maestro e storico Renzo Dionigi, e la biografia di Adriano Galliani, ex Amministratore del Milan.
Ahh diavolo di un chirurgo!
Chirurgia “in diretta”
Con oltre 18 mila visualizzazioni in 9 mesi da 169 diversi Paesi, la "Chirurgia in diretta" del Policlinico di Milano è stata premiata come il video più visto del 2023 dal sito Advance in Surgery Channel.
L'intervento più visto è stato eseguito nel Marzo 2023 da Luigi Boni, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Generale e Mininvasiva, e dalla sua equipe. "Il nostro intervento - commenta Boni - è stato trasmesso in live attraverso quello che oggi è considerato il sito educazionale di chirurgia più importante al mondo. Il premio per il video più visto è quindi un importante riconoscimento al nostro lavoro in Policlinico: desidero ringraziare tutto il team di sala operatoria, che dà sempre il massimo durante questo tipo di eventi, tutto il gruppo degli anestesisti e naturalmente i miei collaboratori, senza i quali nulla di tutto questo potrebbe avvenire".
Il video premiato, "Fluorescence Guided Laparoscopic Sigmoid Resection for Complicated Diverticular Diseases"