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01/06 2023
Salute

Questione di chimica: gli ormoni e la loro importanza nell'organismo femminile

— Lino Grossano, con la consulenza scientifica di Floriana Carbone, specialista in Ostetricia e Ginecologia

   Secondo un celebre quadro di Gustav Klimt sono tre le età della donna: l'infanzia, la maternità e la vecchiaia. Ognuna ha le proprie caratteristiche fisiologiche ed è speciale a modo suo, ma è indubbio che la maternità sia quella più peculiare di tutte: il corpo della donna sta dando luogo a una nuova vita, e per farlo ha bisogno (anche) del contributo dei giusti ormoni. Cosa accade quindi nel corpo di una mamma che ha in grembo un bambino? Lo abbiamo chiesto a Floriana Carbone, specialista in Ostetricia e Ginecologia della Struttura Complessa di Ostetricia del Policlinico di Milano.

Perché gli ormoni sono importanti per il nostro organismo? 

Gli ormoni sono molecole di natura proteica o di natura steroidea (derivata cioè da grassi), prodotte da ghiandole endocrine che rilasciano il loro contenuto nel sangue. Le principali ghiandole endocrine sono l'ipofisi e l'epifisi (racchiuse nel cervello), il timo, la tiroide, il surrene e il pancreas. Inoltre, i testicoli negli uomini e le ovaie nelle donne producono gli ormoni sessuali.

Gli ormoni, trasportati dal sangue, funzionano come messaggeri chimici: portano informazioni da un tessuto all'altro e sono in grado sia di stimolare il funzionamento delle cellule sia di regolare l'equilibrio di alcuni processi vitali, come ad esempio la crescita, il metabolismo, le funzioni sessuali e riproduttive, ma anche lo sviluppo psichico e l'umore.

Gli ormoni sono prodotti in piccole quantità ma sono in grado di causare grandi cambiamenti nell'organismo. La diminuzione o l'aumento di un ormone può causare seri problemi di salute, che si ripercuotono anche sulla vita emotivo-affettiva e sessuale.

Cosa accade agli ormoni durante il periodo fertile?

I livelli ormonali sono influenzati da diversi fattori come crescita e sviluppo, stress, infezioni, cambiamenti dei sali minerali nel sangue.
Nella donna gli ormoni danno il via alla pubertà, regolano la vita adulta e si modificano di continuo durante i cicli mestruali, la gravidanza e la menopausa. Durante il periodo fertile le ovaie producono estrogeni, progesterone e una piccola quota di androgeni, ormoni che determinano la maturazione dei follicoli ovarici destinati alla procreazione. A sua volta, l'attività di questi follicoli viene regolata in maniera ciclica dall'ipofisi, che è capace di modificare continuamente la propria attività in relazione alla situazione ormonale dell'organismo.
Ecco ad esempio come funziona ogni singola mestruazione:
Durante il ciclo, a causa della produzione di grandi quantità di estrogeni nelle prime due settimane, le ovaie producono più follicoli; di questi, soltanto uno giunge a completa maturazione e libera la propria cellula uovo poche ore dopo il picco estrogenico, che compare, indicativamente, a metà del ciclo.
In questo stadio, ciò che resta del follicolo subisce una serie di cambiamenti che lo trasformano nel corpo luteo: quest'ultimo stimolerà la produzione di estrogeni e soprattutto di progesterone nella seconda metà del ciclo. Se non avviene la fecondazione, dopo qualche giorno il corpo luteo inizia a regredire fino ad esaurirsi. A quel punto, un nuovo gruppo di follicoli inizia a svilupparsi e il ciclo ricomincia da capo.

 

E quando arriva una gravidanza?

Durante la gestazione avvengono una serie di cambiamenti ormonali che hanno lo scopo di regolare processi cruciali come la crescita fetale, la preparazione dell’utero e la produzione di latte materno. I principali ormoni coinvolti sono gli estrogeni, che contribuiscono alla crescita del tessuto mammario, alla crescita dell’utero e alla formazione di una circolazione sanguigna adeguata per il feto; e il progesterone, che favorisce il rilassamento dei muscoli dell’utero, prevenendo contrazioni premature e svolgendo un ruolo fondamentale nel mantenimento della gravidanza. Inoltre hanno un ruolo importante la prolattina, che favorisce la preparazione delle ghiandole mammarie per la produzione di latte materno, e la gonadotropina corionica (hCG), responsabile della produzione di estrogeni e progesterone nelle prime fasi della gravidanza.

 

Cosa accade quando gli ormoni non sono più in "equilibrio" come dovrebbero?

Nell’organismo circolano circa 50 ormoni che influenzano tutte le funzioni del corpo: il sonno, la fame, la libido, la velocità del metabolismo. Gli ormoni sono anche l’ago biologico dell’umore, perché stimolano importanti aree del cervello: basta un lieve squilibrio nella loro produzione a scatenare tanti disturbi. Sulla base di alcuni sintomi, possiamo orientarci su quale sia l’ormone da rimettere in riga nella donna:

Brufoli e irsutismo (ovvero un eccesso di peluria) potrebbero essere la spia della sindrome dell’ovaio policistico, un disturbo ormonale dovuto a un malfunzionamento dell’ovaio: la produzione di estrogeni e progesterone è alterata al punto che il ciclo diventa irregolare. L’ovaio, inoltre, produce una maggior quantità di testosterone, primo responsabile dei problemi estetici e del sovrappeso. In presenza di questi sintomi sono necessari un controllo ginecologico con ecografia pelvica e alcuni esami del sangue per valutare i livelli degli ormoni sessuali (dosaggio dell’LH e FSH, testosterone libero e totale).

Cattivo umore e perdita di capelli, invece, potrebbero segnalare una riduzione delle funzioni della tiroide (ipotiroidismo), spesso dovuta a infiammazioni che colpiscono la ghiandola. In questo caso un prelievo di sangue per il dosaggio del TSH e quello delle frazioni libere degli ormoni tiroidei (FT3 e FT4) sono in grado di fare chiarezza. Talvolta è utile fare anche un’ecografia alla tiroide. Una volta confermata la diagnosi, il medico può prescrivere una terapia ormonale sostitutiva.

Tachicardia e agitazione possono invece essere connesse all'ipertiroidismo, che si presenta quando la tiroide lavora troppo: il metabolismo subisce una brusca accelerata e con esso tutte le funzioni sotto il controllo della tiroide, a causa di un'eccessiva quantità di anticorpi che l’organismo scatena erroneamente contro la ghiandola. I sintomi sono aritmie, irrequietezza, insonnia, sudorazione eccessiva, calo di peso improvviso e alterazioni del ciclo. Anche in questo caso sono necessari esami del sangue per valutare la funzionalità della tiroide: TSH, FT3, FT4, TRAB (anticorpi anti-recettore del TSH). La terapia consiste nell’assumere, per periodi limitati, farmaci antitiroidei a base di metimazolo, che riducono drasticamente la sintesi degli ormoni.