I vaccini sono importantissimi: sfatiamo i "falsi miti"



vaccino

 

I vaccini sono una delle armi più importanti che abbiamo contro molte malattie infettive, e da quando sono stati disponibili hanno letteralmente rivoluzionato la storia della nostra salute. I vaccini proteggono dalle patologie tipiche dell'infanzia, come morbillo, parotite, rosolia (ma ce ne sono tante altre, prima su tutte la meningite), contrastano il tetano, che se non è trattato correttamente può provocare danni gravi e addirittura la morte, e sono ogni anno un importante baluardo contro l'influenza stagionale, che mette a rischio soprattutto i bimbi, gli anziani e in genere le persone più fragili.

I vaccini, purtroppo, sono accompagnati anche da falsi miti e da credenze che non hanno alcun fondamento scientifico. Abbiamo voluto sfatare i sei dubbi più comuni insieme a Paola Marchisio, direttore della Pediatria - Pneumoinfettivologia del Policlinico di Milano e Past President della Società Italiana di Pediatria in Lombardia.


È vero che vaccinarsi non è importante, perché si è più protetti prendendosi direttamente la malattia?

Falso! La vaccinazione è importantissima: è uno dei principali sistemi di prevenzione attiva delle malattie infettive. Contrarre la malattia in realtà può causare una serie di complicanze anche gravi, e conseguenze permanenti che possono essere prevenute soltanto dalla vaccinazione. Nessuno di noi può sapere a priori se, infettandosi con una determinata malattia, avrà un decorso tranquillo oppure se rischia di andare incontro a conseguenze anche gravi. Anche per questo è fondamentale vaccinarsi: si protegge sé stessi e coloro a cui vogliamo bene o che frequentiamo abitualmente.

I dati sul morbillo parlano chiaro: per ogni 1.000 bambini che contraggono l'infezione naturale, uno va incontro a una grave encefalite e da 1 a 3 possono morire per complicanze neurologiche o respiratorie. Al contrario la vaccinazione combinata morbillo-parotite-rosolia (MPR) può provocare una grave reazione allergica solo in 1 bimbo ogni 1.000.000 di vaccinati. I benefici dell'immunità acquisita con le vaccinazioni raccomandate, quindi, superano di gran lunga i gravi rischi a cui si va incontro con l'infezione naturale.

 

È vero che vaccinarsi non serve, perché tanto poi l'influenza la si prende lo stesso?

È falso! L'influenza è una delle malattie a maggiore impatto sociale, perché provoca ogni anno in Italia da 5 a 8 milioni di contagi, con circa 8mila morti e alti costi per la sanità pubblica. La pandemia da SARS-CoV-2 , responsabile di COVID-19, nel 2020 ha mostrato bene quale può essere l'impatto di una malattia virale a così alta diffusione quando non abbiamo mezzi per controllarla adeguatamente e, peraltro, come si è modificato il suo andamento grazie alla diffusione della vaccinazione specifica.

Il vaccino contro l'influenza stagionale è un validissimo strumento di prevenzione e ha una duplice funzione nel proteggere le persone più fragili: direttamente, se queste persone sono vaccinate; e indirettamente, perché tante più persone nella popolazione sono vaccinate, tanto meno circola il virus.

Va poi ricordato che ci sono molti altri virus che possono provocare una malattia simile all'influenza: rhinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali, metapneumovirus, lo stesso coronavirus che comprende diversi tipi di virus. Le persone che dicono di aver sviluppato l'influenza nonostante si siano vaccinati, in realtà hanno contratto una malattia diversa. Ma probabilmente, il vaccino le ha già aiutate ad affrontarla in forma più lieve.


È vero che si corrono rischi con la vaccinazione?

Falso! I vaccini in commercio sono assolutamente sicuri. Prima di essere commercializzato un vaccino segue, di solito per anni, una serie di test e controlli molto rigidi che servono proprio a verificarne non solo l'efficacia, ma anche la sicurezza. La valutazione viene fatta su migliaia di soggetti con caratteristiche diverse tra loro, in modo da esplorare più aspetti possibile. Inoltre, è sempre attivo un sistema di farmacovigilanza che monitora nel tempo eventuali effetti collaterali, in modo da poter intervenire immediatamente in caso di problemi: esattamente come avviene per qualsiasi altro farmaco.

Nel dettaglio, i vaccini contro le malattie tipiche dell’infanzia contengono: un microrganismo attenuato o inattivato, acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile, sali di alluminio che permettono di stimolare la risposta immunitaria e di renderla duratura, stabilizzanti come albumina e gelatina, e antibiotici in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica. I vaccini, invece, non contengono mercurio, completamente abbandonato nel 2002. Le minime quantità di sostanze che contengono non sono tossiche, e possono causare eventuali reazioni allergiche solo in un caso ogni 2 milioni di somministrazioni.

 

È vero che i vaccini provocano l'autismo?

Falso! Su questo la letteratura scientifica ha lavorato tantissimo, ed è stato già dimostrato che non vi è alcun rischio di autismo associato ai vaccini. Questa presunta associazione tra vaccini e autismo risale ad una pubblicazione del 1998 che legava il vaccino del morbillo ai sintomi dell'autismo, e che in seguito è stata dimostrata completamente fraudolenta: lo studio è stato smentito, e il suo autore è stato radiato dall'Ordine dei Medici nel Regno Unito.

Oggi tutto il mondo scientifico è concorde nel dire che non vi è alcuna evidenza di associazione tra vaccini e sviluppo dell'autismo. Sono state effettuate ulteriori ricerche, e hanno dimostrato tra le altre cose che non vi è alcun rischio di autismo per i bambini né quando sono sottoposti al vaccino anti-morbillo, né con qualsiasi altro tipo di vaccino. Ciò è stato dimostrato anche nei fratelli di bambini autistici, che per ragioni genetiche presentano un rischio più alto di sviluppare l'autismo a loro volta: anche in questi piccoli, la vaccinazione non è mai stata correlata con l'autismo.


È vero che troppi vaccini possono essere dannosi per il sistema immunitario?

Falso! Un antigene è una molecola caratteristica di una certa sostanza, o di una certa patologia: il nostro sistema immunitario riconosce i singoli antigeni e crea gli anticorpi, cioè delle vere e proprie armi in grado di distruggere la sostanza o il microrganismo estraneo.

Ogni giorno ciascuno di noi è esposto a migliaia di antigeni contemporaneamente, che provengono dall'ambiente in cui siamo immersi. Ogni vaccino, invece, contiene di fatto un singolo (o pochi tipi di) antigene, caratteristico di una determinata malattia: per questo, anche quando somministriamo più vaccini contemporaneamente la quantità di antigeni che iniettiamo è una parte infinitesimale rispetto a ciò che incontriamo in ogni istante nella vita quotidiana.

Il nostro sistema immunitario è assolutamente capace di produrre una risposta immunitaria protettiva a fronte della somministrazione anche di più vaccini; e in seguito sarà in grado di riconoscere quegli stessi antigeni per combatterli, nel caso in cui la persona venga a contatto con la malattia vera e propria.

 

È vero che i bambini con patologie croniche non possono vaccinarsi?

Falso! I bambini con patologie croniche hanno bisogno di essere vaccinati più degli altri.
In generale, in molte patologie croniche sono raccomandate con forza due particolari vaccinazioni: la vaccinazione anti-influenzale e quella anti-pneumococcica. Questo è vero soprattutto per i bambini che hanno patologie respiratorie croniche, malattie cardiache croniche, problematiche neurologiche o immunodeficienze (difetti del sistema immunitario).

In questi bambini è importante garantire una protezione che permetta loro di avere una vita il più normale possibile, anche all'interno della comunità che frequentano: per questo è fondamentale che siano adeguatamente vaccinati pure i loro familiari. In questo modo, oltre alla protezione 'diretta' del vaccino entra in gioco anche quella 'indiretta', chiamata 'immunità di gregge': più persone sono vaccinate, meno è probabile che circoli una determinata patologia.

Per cui è importante che i genitori di bambini con malattie croniche si rivolgano ai Centri di riferimento dove i piccoli sono in cura per la loro patologia, centri di cui il Policlinico di Milano è ricco: qui gli esperti sapranno cosa è più opportuno fare per ciascun paziente, seguendo le migliori evidenze scientifiche, che possono davvero proteggere al meglio quei bambini che sono sicuramente più fragili di altri.



Aggiornato alle 09:09 del 26/10/2022