Le splendide sale che ospitano l’Archivio Storico furono edificate nel 1637, durante l’ampliamento dell’antico complesso ospedaliero intrapreso grazie ai fondi giunti con l’eredità di Giovan Pietro Carcano. Si tratta di due ambienti, destinati ad accogliere le riunioni del "Capitolo" ovvero il consiglio d’amministrazione ospedaliero che si riunì in questi luoghi fino al 1796.

archivio storico

Il salone maggiore, o “Capitolo d’estate”, era fra i più vasti ambienti ad uso profano presenti a Milano nel XVII secolo. La sala è caratterizzata da una copertura a volta divisa in lunette, dipinta nel 1638 da Paolo Antonio de’ Maestri detto “il Volpino”. La decorazione è peculiare e si ispira alle allegorie mariane descritte nell’antico testamento e alle litanie lauretane, con un chiaro richiamo alla dedicazione dell’Ospedale all’Annunciata. Si tratta di quattro simboli vegetali e altrettanti astronomici illustrati dalle scritte nei cartigli: “electa ut sol, pulchra ut luna, signum foederis, stella maris”, e “lilium convallium, rosa mistica, sicut palma, sicut cedrus”. Nel 1808, a seguito dell’unione di numerose opere pie milanesi e del conseguente afflusso di abbondantissima documentazione, fu reso necessario l’allestimento di una scaffalatura lignea a due ordini di ballatoi, ancora oggi esistente, il cui sviluppo è pari a 985 metri lineari.

La sala minore detta “Capitolo d’inverno” o “Capitoletto” è ortogonale alla prima ed è più raccolta. Essa è impreziosita da un arredo fisso in noce, sobrio ed elegante, realizzato tra il 1767 e il 1770 per contenere i documenti. La rivestitura lignea rendeva inoltre fruibile l’ambiente nei mesi più freddi offrendo uno spazio più confortevole per le riunioni dei deputati. Entrambi i locali sono anticipati da un vestibolo monumentale in pietra verso il cortile d’onore, oggi il chiostro principale dell’Università.

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I documenti dell’Archivio storico

L’archivio custodisce tutti i documenti amministrativi prodotti o ricevuti dall’Ospedale Maggiore dalla sua fondazione: le serie cominciano con le pergamene relative agli ospedali medievali di Milano e del suo Ducato aggregati a metà Quattrocento, fino ad oggi.
Qui si trova tutto quello che riguarda l’amministrazione, la contabilità, il personale, l’edificazione e la manutenzione degli edifici ospedalieri, gli acquisti, gli appalti e gli approvvigionamenti, la gestione del patrimonio immobiliare in città e in Lombardia, nonché i carteggi della direzione medica. Non è conservata però la documentazione sanitaria, fatta eccezione per i registri dei ricoveri dal 1899 al 1972.


La consultazione dell’Archivio e della Biblioteca, e l’accesso alle Collezioni è possibile su appuntamento.
– 02 5503.6626
archivio@policlinico.mi.it

L’archivio custodisce tutti i documenti amministrativi prodotti o ricevuti dall’Ospedale Maggiore dalla sua fondazione: le serie cominciano con le pergamene relative agli ospedali medievali di Milano e del suo Ducato aggregati a metà Quattrocento, fino ad oggi.

Qui si trova tutto quello che riguarda l’amministrazione, la contabilità, il personale, l’edificazione e la manutenzione degli edifici ospedalieri, gli acquisti, gli appalti e gli approvvigionamenti, la gestione del patrimonio immobiliare in città e in Lombardia, nonché i carteggi della direzione medica. Non è conservata però la documentazione sanitaria, fatta eccezione per i registri dei ricoveri dal 1899 al 1972.

All’archivio ospedaliero in senso stretto si affiancano singoli fondi inerenti a istituzioni, enti o pii legati amministrati dall’ospedale, a cui si aggiungono quelli prodotti da uffici o emanazioni dell’ospedale o residui di enti amministrati in passato. Nel corso dei secoli l’Ospedale Maggiore ha acquisito un vasto patrimonio immobiliare, esteso a tutta la Lombardia, documentato negli archivi di beni feudali o ecclesiastici uniti e incrementati successivamente; così come gli archivi privati o singoli documenti derivanti dalle donazioni e dalle eredità dei benefattori che nel tempo aiutarono l’Ente. Lo sviluppo complessivo delle scaffalature è di circa 3.000 metri lineari.

La caratteristica della gestione documentale presso l’Ospedale Maggiore è la prassi della Registratur di impianto austriaco e tedesco, ancora diffusa e rispettata anche in altri enti ospedalieri e assistenziali milanesi e lombardi. Altra peculiarità è un titolario di classificazione perfezionato alla fine del Settecento.

L’Archivio attualmente è costituito da:
- la sezione storica, creata agli inizi del Novecento, che comprende la documentazione dalla fondazione fino all’anno 1863; è ricca di circa 5.000 cartelle, 3.600 registri, 700 mappe; comprende anche gli archivi aggregati dei preesistenti ospedali di Milano e dell’antico Ducato;
- le collezioni diplomatiche, che si affiancano, ormai avulse dalle provenienze originarie, alla sezione storica: Diplomi, Codici, Autografi, Residui degli archivi ereditari, con documenti a partire dal secolo XI, 16.000 pergamene, talvolta ricche di miniature e munite di sigilli e di rilevante importanza storica;
- la sezione cosiddetta “amministrativa”, che comprende la documentazione prodotta dopo il 1863 (storica fino al 1967); conserva oltre 10.000 cartelle di documentazione relativa alla vita dell’Ospedale tra il secolo XIX e il XX. Si segnalano in particolare le carte relative all’edificazione del Policlinico e degli ospedali di Niguarda, di Sesto S.G., San Carlo;
- l’archivio di deposito, per le pratiche esaurite da meno di 40 anni e ancora indispensabili all’amministrazione;
- i fondi, prodotti da uffici o emanazioni dell’ospedale medesimo: la Direzione medica (Archivio bianco 1796-1827, e Archivio rosso 1828-1861), archivi delle Agenzie di campagna (Bertonico, Fallavecchia, Brianza), la Scuola convitto infermieri professionali (1931-1991), la Commissione Visitatori e visitatrici (1900-1993);
- la parte più antica degli archivi dell’Ospedale psichiatrico della Senavra (1780-1866), della Pia Casa per gli esposti e le partorienti di S. Caterina alla Ruota e LL.PP. annessi (1780-1866), della Congregazione di Carità (1808-1825), e i residui di Enti amministrati in passato: O.P. Santa Corona (1930-1949), Sanatorio di Garbagnate (1941-1942);
- gli archivi di pii legati e Opere Pie fondate da benefattori e amministrate dall’ospedale stesso: Macchio (1797- 1951), Del Sesto (1801-1966), Secco Comneno (1830-1873), Ponti (1892-1950), Paravicini (1894-1953), Antirabico (1886-1993). Sono archivi a sé i piccoli fondi: dell’Associazione degli Ospedali Lombardi - ADOL (1946-1988), dell’Associazione Nazionale Ospedali Italiani - ANOI Sezione Lombarda (1935-1945), oltre ad archivi privati pervenuti con eredità di famiglie (tra cui il più rilevante dei quali è l’Archivio famigliare Litta Visconti Borromeo Arese).

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ARCHIVIO AMMINISTRATIVO — Sezione Storica
- Origine e dotazione, Eredità e legati / Donazioni (1900-2005)
- Origine e dotazione, Case di residenza (1864-2005)
- Prerogative (1357-2003)
- Amministrazione (1847-1979)
- Uffici ed officine (1845-2006)
- Servizi sanitario e di culto (1846-2002)
- Personale (1910-1990)
- Passività (1864-1999)

ALTRI ARCHIVI
- Causa Pia Macchi (1413-1974)
- Opera Pia Del Sesto (1426-1975)
- Causa Pia Secco Comneno (1375-1949)
- Istituto Antirabico (1886-1993)

ARCHIVI DI OPERE PIE E ISTITUTI AMMINISTRATI
- Associazione Nazionale Ospedali Italiani ANOI (1935-1945)
- Associazione degli Ospedali Lombardi ADOL (1946-1988)

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Lombardia Beni Culturali

Fonti

Le conoscenze acquisite grazie a una vasta campagna conoscitiva e diagnostica circa la struttura e gli ambienti della Ca’ Granda, sono divulgate nel volume illustrato
Il cuore dell’antico Ospedale Maggiore di Milano. I luoghi dell’Archivio e la Chiesa della Beata Vergine Annunciata.

fonti