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22/03 2018
Cultura

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— di Nino Sambataro

Arrivo allo sportello e l’impiegata guarda perplessa la mia piastrina identificativa e mi chiede: “scusi, viene da fuori regione?”
“Altroché” – le rispondo – “vengo dalla nebulosa di Andromeda!”
Sempre più incerta dice che deve chiedere a un suo responsabile. Questo arriva, controlla, mi guarda, poi dice: “non possiamo accettarla così… questo documento non è valido…”
“Non potete curarmi?”
“Si, certo, curiamo tutti.”
“Anche i feroci Roxoliani?”
“Certo, non facciamo discriminazioni. E’ sufficiente che facciano l’STP, per i cittadini extra – comunitari.” STP? Il mio traduttore universale mi rimanda diversi significati terrestri. Il più logico è lo Standard Temperature and Pressure. Penso si riferisca ai parametri vitali. “Ma guardi che il mio è un problema molto semplice, sono entrato in collisione con un asteroide al largo dei bastioni di Orione…”
“E’ stato tamponato?”
“Se così si può dire…”
“Allora deve andare in Pronto Soccorso, ma deve comunque fare l’STP.”
Vado in Pronto Soccorso e ripeto le stesse cose ad umano con la tuta azzurra (credo sia per via dei raggi gamma).
“E’ venuto da solo o con l’ambulanza?”
“Con l’astronave.”
“Non faccia lo spiritoso, per favore, che non è giornata!”
“Non faccio lo spiritoso, sono venuto con l’astronave. Sono atterrato nel grande spiazzo recintato per le astronavi che c’è al centro dell’Ospedale. E’ molto comodo.”
L’umano scuote il capo. “Va bene, le assegno un codice verde.”
Immagino che sia sempre per via delle radiazioni. “Ma guardi che c’è un po’ da aspettare…”
“Esattamente quanto?”
“Esattamente non lo so, non vede quanti pazienti ci sono… penso due o tre ore…”
“Siete velocissimi sulla Terra, nella mia galassia ci vorrebbero almeno due o tre anni luce.” E ora eccomi di nuovo in viaggio…
Mi hanno curato bene sul pianeta Terra. Questo Policlinico funziona meglio della maggior parte degli ospedali della Galassia centrale… Mi hanno dato un unguento – credo fosse radioattivo – da applicare alla contusione. E dopo neanche un anno luce ero già fuori, sano e vitale come una supernova!
Mi spiace solo per i poveri medici terrestri, quasi svenivano quando si sono accorti che ho due propulsori cilindrici anziché uno a ventricoli come il loro…

 

Tratto da "Blister" - il magazine del Policlinico per curare l'attesa