20/12 2012
Attualità

Staminali riprogrammate in laboratorio ‘correggono’ l’amiotrofia spinale

— di Lino Grossano

Dimostrata l’utilità delle staminali pluripotenti indotte in un modello animale di malattia. Ma l’obiettivo è arrivare all’applicazione sull’uomo e alla cura di altre patologie simili, come la SLA.

motoneuroni derivati da cellule staminali geneticamente corrette di pazienti SMA, integrati nel midollo spinale di un modello transgenico di malattia dopo trapianto. Le cellule sono identificate con un gene reporter fluorescente verde (GFP) e con la rilevazione di una proteina specifica dei motoneuroni (SMI32, segnale rosso; il segnale sovrapposto risulta nel colore giallo)

Certe malattie sono causate da un difetto a livello del DNA. Da tempo gli scienziati fanno esperimenti con le cellule staminali per tentare di correggere questi difetti genetici, e sconfiggere quindi la malattia. Un passo significativo nella direzione di una cura è stato compiuto nei laboratori del Centro Dino Ferrari, che unisce i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano e della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano.
I ricercatori sono riusciti a correggere in laboratorio delle cellule staminali ricavate da alcuni pazienti colpiti da atrofia muscolare spinale (SMA); queste cellule, differenziate in motoneuroni (cioè, proprio quelle cellule danneggiate nella SMA) sono state impiantate in un modello animale della malattia, e ne hanno migliorato i sintomi. I risultati dello studio – supportato da Telethon – sono appena stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Translational Medicine. Il responsabile della ricerca è Giacomo Pietro Comi, medico e professore associato di neurologia, a capo del laboratorio di Genetica nella sezione di neuroscienze del Dipartimento di fisiopatologia e dei trapianti e vicedirettore del Centro Dino Ferrari. Il gruppo di ricerca comprende anche scienziati del laboratorio di genetica e bioinformatica dell’IRCCS Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco).
Stefania Corti (il primo autore della pubblicazione) e i suoi colleghi si sono concentrati sulle cosiddette cellule staminali pluripotenti indotte, la cui recente scoperta è valsa il Premio Nobel per la medicina 2012 a Shinya Yamanaka. L’obiettivo era ‘riparare’ in laboratorio il difetto genetico causato dalla malattia del paziente: per farlo, i ricercatori hanno ‘aggirato’ il problema del gene difettoso, modificando un altro gene simile.
Nell’atrofia muscolare spinale la malattia è causata da una mutazione sul gene SMN1. Esiste però nel DNA umano un altro gene molto simile, chiamato SMN2_ la differenza sostanziale tra i due è di un solo nucleotide, ovvero di un singolo ‘mattoncino’ che costituisce la lunga elica del DNA. I ricercatori quindi, usando oligonucleotidi (piccole sequenze di DNA create in laboratorio) hanno modificato il gene SMN2 contenuto nelle cellule staminali per farlo funzionare come un gene SMN1 sano. I motoneuroni ottenuti dalle staminali ricavate da pazienti con SMA e non modificate presentavano i segni della malattia, mentre i motoneuroni derivati dalle cellule ‘corrette’ presentavano forma e funzioni simili a quelli delle cellule normali.
”Questo studio – commentano i responsabili della ricerca – dimostra la fattibilità del generare cellule staminali paziente-specifiche, e di ottenere cellule altamente differenziate come i motoneuroni che siano anche geneticamente corrette. Si aprono così nuove possibilità terapeutiche non solo per la SMA, ma anche per altre malattie neurodegenerative simili, come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e altre malattie neuromuscolari”.

La SMA è una malattia ad ereditarietà recessiva: la mutazione del gene SMN1 riduce le quantità della proteina SMN, che a sua volta porta a una degenerazione dei motoneuroni così come ad una progressiva paralisi muscolare. La SMA è la prima causa genetica di mortalità in età infantile e la prevalenza dei portatori sani nella popolazione è di 1/40. Attualmente non ci sono terapie efficaci per curare o rallentare la malattia.