Ai Cittadini di Milano
Prof.ssa Francesca Vaglienti
Docente di Storia Medievale per Scienze dei Beni Culturali dell’Università
degli Studi di Milano e Direttore del Laboratorio Storico-Antropologico della
Ca’ Granda di Milano (Settore Storia).
Il tardo Medioevo europeo (secc. XIV-XV) si distingue per un’accelerazione
nei processi di trasformazione della società, soprattutto urbana. Nel
Quattrocento, Milano era una delle
più popolose città del Continente e la necessità crescente di distinguersi a
livello individuale e familiare da una collettività che si andava facendo
sempre più estranea e anonima, portò all’assunzione diffusa dei cognomi. Al
nome di battesimo incominciò ad aggiungersi un predicato, poi trasmesso ai
discendenti, spesso tratto dal nome del padre o, in un’epoca di forte immigrazione
urbana, ancor più sovente dalla località di origine o di provenienza. Talvolta
i cognomi erano ispirati all’indole caratteriale o a caratteristiche fisiche, morali
o intellettuali, quando non alla professione o alla carica esercitate. Di certo, il
contesto sociale della Milano del Quattrocento, di cui la storia si è limitata in
passato a celebrare solo alcuni personaggi, non è anonimo e, grazie alla precoce
istituzione di un’anagrafe laica introdotta dal duca Francesco Sforza a partire dal
1450, è oggi possibile conoscere nome e cognome degli abitanti di Milano, residenti,
forestieri e stranieri, che hanno vissuto in città nei secoli passati, a partire
dall’epoca di Leonardo da Vinci.
Registrati inizialmente in latino, i cognomi hanno ovviamente subìto trasformazioni
linguistiche nel passaggio al volgare e all’italiano moderno; altrettanto ovviamente
l’attestazione di un particolare cognome in una determinata località in un certo
periodo non comprova la discendenza diretta di lignaggio, poiché nel passato pre-unitario
le modalità di acquisizione di un cognome risultavano assai varie e molto fluide. Infine,
poiché assolutamente ininfluenti nel tracciare la storicità e la continuità di un
determinato lignaggio, i cognomi di provenienza (es. da Milano, da Legnano, da
Vigevano ecc.) non trovano spazio in questo primo elenco.
Con queste premesse e senza alcuna finalità genealogica, si ritiene
comunque simpatico offrire la possibilità di verificare se persone che
portavano il nostro stesso cognome hanno vissuto nella Milano degli
Sforza, di Leonardo da Vinci e del Bramante, condividendo e contribuendo
con loro al realizzarsi di un’epoca di straordinaria fioritura economica,
sociale, culturale e scientifica che si riassume nel vocabolo Rinascimento.
In parallelo, l’interesse che dimostrerete in questa giocosa iniziativa,
ci consentirà di valutare il riscontro di pubblico, e dunque il ritorno
per sponsor pubblici e privati, che una serie di progetti,
storicamente e scientificamente molto impegnativi – nei tempi, nelle risorse
umane e nelle attrezzature necessari - promossi dalla Fondazione IRCCS Ca'
Granda Ospedale Maggiore Policlinico, in convenzione con l’Università degli
Studi di Milano e con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Milano,
potranno suscitare.
Tra questi, il recupero, la conservazione e lo studio di centinaia di migliaia
di resti umani conservati nelle camere sepolcrali della
cripta
dell’Ospedale Maggiore e la trascrizione integrale e la pubblicazione online dei Registri
dei Morti della città di Milano (1452-1697), oltre 200 volumi di centinaia di pagine
ciascuno, scritte fittamente in latino (vedi esempio a piè di pagina).
Vi invitiamo pertanto a partecipare numerosi al sondaggio e, indipendentemente
dall’esito della mini-ricerca onomastica, di concederci la facoltà di potervi
contattare in futuro per farvi conoscere gli eventi e le manifestazioni
che organizzeremo, destinate a consentire a tutti gli abitanti
di Milano di riscoprire storia, tradizioni e vocazione solidaristica di una città
che nei secoli ha sempre saputo distinguersi per capacità di innovare e sperimentare
nell’interesse del singolo e della collettività.
I Registri dei Morti della Città di Milano
Quando e se la trascrizione dei Registri per gli anni 1452-1697
avrà trovato sponsor adeguati e potrà dirsi conclusa
con l’edizione resa disponibile online, sarà possibile rintracciare
origini familiari od onomastiche, ma si renderà comunque necessaria
una ricerca specifica, sia per tradurre il contenuto dal latino, sia
per interpretare correttamente i dati storici e le diagnosi mediche
che emergono dalle singole registrazioni, con modalità, su richiesta
dei privati interessati, che potranno essere concordate, a tempo debito,
con la Direzione del Laboratorio.
Esempio:
[1485], die secundo Septembris. Porta Ticinensis, parochia Sancti Laurentii
foris. Casus novus. Bernardinus filius Symonini piscatoris de Brambilla,
annorum xv, infirmatur pustulis malis in brachio sinistro de pestiferis in
bubone laterale. Iudicio ut supra [magistri Dionisii]
[1485], 2 settembre. Porta Ticinese, parrocchia di S.Lorenzo fuori [le mura]. Caso
nuovo [di contagio di peste]. Bernardino, figlio del pescatore Simonino
Brambilla, di 15 anni, è infermo per pustole maligne di natura pestilenziale
al braccio sinistro [e] bubbone sul fianco. Parere come sopra [di maestro
Dionigi da Norimberga, medico ducale della peste].
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